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mercoledì, ottobre 21, 2009

Back to the basics - viva l'Afrika

Una mattina, nell’uscire di casa per andare a lavorare, ho notato che nella mia aiuola fuori dal cancello c’era un ragazzo che spazzava via le foglie secche e il takataka. Mi è sembrato strano che un africano avesse tanta coscienza ecologica da pulire un’area privata, probabilmente lo aveva assunto il mio vicino di casa per la giornata, per fare pulizia tra le nostre siepi.
La vera sorpresa l’ho avuta quando sono ritornata la sera: il ragazzo aveva allestito un chioschetto nella mia aiuola! Si era creato un bello spazio in cui aveva costruito un banchetto di legno, uno sgabello e delle mensole. E aveva già disposto con cura e ordine la sua mercanzia.
“Jambo mama!” Mi saluta cordialmente.
“Jambo kijana.” Gli rispondo un po’ seccata. E poi gli chiedo cosa sta facendo.
“Fare solo piccolo business.” E mi sorride.
“Ma lo devi fare proprio dentro la mia aiuola il tuo business?”
Lui alza le spalle, si guarda intorno e mi dice che è un bel posto per aprire il suo negozio, perché c’è la grande ombra della palma che lo rinfresca, e proprio lì di fronte c’è l’ingresso alla spiaggia pubblica dove passa tanta gente. Ed io gli rispondo che capisco le sue ragioni, ma che sta occupando una proprietà privata.
“Sei un abusivo, mi capisci?”
“Abusivo … nini?” Mi chiede lui perplesso.
Ma perché dopo sette anni che vivo in Kenya tento ancora di spiegare un concetto tipicamente occidentale ad un giovane africano analfabeta? E mi arrendo, tanto a pensarci bene lui non mi da alcun fastidio.
“Come ti chiami?” Addolcisco la mia voce.
“Io Geppetto falegname.”
E mi viene da ridere perché questi africani hanno davvero tanta fantasia: ho un amico che cambia i soldi in spiaggia ai turisti e si fa chiamare Bancomat, un altro che fa il sarto e bazzica spesso di fronte agli alberghi si fa chiamare Valentino.
“Vuoi comprare bello ippopotamo?” E mi mostra orgoglioso una statuetta di legno che ha appena finito di limare.
“Ebano vero, look.” Mi dice e gratta con l’unghia il legno scuro.
Come no, penso io, lucido da scarpa autentico: conosco il vecchio trucco.
“No, grazie Geppetto, l’ippopotamo ce l’ho già. Anche la giraffa e tutti gli altri animali della savana.” Poi ammiro le belle sculture che ha disposto con cura sul banchetto e gli faccio i complimenti.
Lui mi guarda contento, poi tira fuori da un sacchetto di plastica un piccolo busto di Pokot a cui è legato un anello di ferro. E’ un portachiavi.
“Regalo per te. Adesso noi amici.”
“Grazie! Ma che bello!” E per fargli vedere che lo apprezzo veramente ci infilo subito le mie chiavi di casa.
Ci salutiamo e gli auguro buona fortuna col suo piccolo business.
Qualche giorno dopo, durante una riunione di lavoro, la direttrice nota il mio nuovo portachiavi e mi dice che le piace: potrebbe essere una buona idea come regalo di Natale ai nostri ospiti. Le racconto brevemente l’episodio di Geppetto.
“Arriva ogni mattina presto con due grossi sacchi in spalla. Pulisce per bene la piazzuola, tira fuori tutte le sue statuine e poi accucciato sullo sgabello comincia a intagliarne di nuove. Ha molto talento, purtroppo in una settimana non ha ancora venduto niente: i turisti vanno nei soliti negozietti in città … poveraccio.”
“Ok, aiutiamolo noi. Ordinagli quattrocento portachiavi, devono essere pronti al massimo entro un mese.” Mi dice.
Questa iniziativa di solidarietà mi rende felice e sono certa che anche Geppetto sarà contento della novità.
La sera rivedo il giovane falegname che ripone le sue cose dentro il sacco. Nonostante gli affari non gli vadano bene lui è ancora di buon umore e fiducioso.
“Jambo Geppetto, ho un lavoro per te. Mi servono altri portachiavi Pokot. Me ne servono tanti sai?”
Gli si illuminano gli occhi e mi invita a sedermi sullo sgabello, per fare meglio il business, e lui si accuccia per terra.
“Certo mama, quanti?” Mi chiede speranzoso.
“Quattrocento.” Gli scandisco bene il numero, e glielo ripeto in swahili.
Geppetto resta a bocca aperta e si gratta il mento, credo di averlo scioccato. Poi deglutisce e mi dice che forse io intendevo dire quaranta.
“No rafiki, ho detto proprio quattrocento. Li puoi fare? Mi servono entro un mese. Ma devono essere tutti belli come il mio, ok?”
Geppetto è al settimo cielo e salta in piedi come un grillo e mi ringrazia in diverse lingue. E mi benedice pure, neanche fosse un prete. Gli do un acconto per comprare il legno e ci salutiamo con una energica stretta di mano.
La mattina dopo mi aspetto di vederlo già all’opera, e invece il chioschetto è deserto. Niente Geppetto nei dintorni … e anche le mattine successive non si fa vivo. Ed io comincio a pensare che mi ha tirato una gran fregatura: si è preso i soldi e probabilmente è andato ad aprire il suo nuovo business nell’aiuola di qualcun altro. Che sciocca sono stata.
E invece, che bella sorpresa, dieci giorni dopo me lo vedo lì che mi aspetta sul cancello, con quattro borse di plastica gialle in mano.
“Jambo mama!” Esulta felice di rivedermi.
“Geppetto! Allora non eri scappato col malloppo!”
Lui fa no con la testa e poi ridiamo insieme. E mi racconta che è tornato al suo villaggio, dentro il bush al nord, e lì ha assunto tutta la tribù dei suoi fratelli e cugini e zii per fare i quattrocento portachiavi haraka sana.
“Ecco, look!” Apre le sue borse e mi mostra la merce soddisfatto.
“Bravo rafiki!” Gli batto una mano sulla spalla.
Geppetto col suo bel gruzzolo ha ingrandito il business e ha spostato il chiosco in una piazzuola più ampia dall’altra parte della strada. Si è pure messo in società con un pittore che si fa chiamare Picasso e tutte le mattine quando vado al lavoro li vedo all’opera.
Ultimamente sta intagliando piccole tartarughe, mi ha detto che gliene hanno ordinate oltre cinquecento pezzi.
“Bravo! E le fai tutte da solo stavolta?”
“No mama, domani arrivare fratelli e cugini per dare piccolo aiuto.”
“Bene, avrai un po’ di compagnia, e quanti sono?”
“Trenta.”
Mi sa che ho capito male … trenta Geppetti che fanno tartarughe in un’aiuola? Mah, però a pensarci bene qui in Africa tutto è possibile.(19/10/2009)

Tratto da i racconti di Claudia Peli(Malindi)

venerdì, ottobre 16, 2009

IAB Forum 2009

Una riflessione e un confronto sull’economia, la società e la politica nell’era dei media digitali interattivi, per contribuire a identificare nuove opportunità di crescita per il Sistema Paese: sono questi gli obiettivi dell’edizione 2009 di IAB Forum, attesa per il 3 e 4 novembre presso il Milano Convention Centre di Fiera Milano City, con la partecipazione di esperti del settore, aziende e istituzioni.

Ad aprire i lavori, martedì 3 novembre, sarà Layla Pavone che, in qualità di Presidente di IAB Italia, traccerà un quadro del mercato italiano della comunicazione digitale interattiva, in un momento storico di importanza cruciale per lo sviluppo e la crescita del mezzo internet a livello globale. La riflessione sul tema continuerà nell’ambito della prima tavola rotonda dal titolo “Il futuro dell’economia digitale in Italia”, che metterà a confronto istituzioni e consumatori.

Alla luce del recente sorpasso britannico della pubblicità online rispetto a quella televisiva, toccherà poi a Guy Phillipson, Chief Executive di IAB UK, illustrare il fenomeno alla platea milanese, affinché l’esempio del Regno Unito possa fare da traino per l’evoluzione dell’advertising sul Web anche in Italia. Inoltre, per uno sguardo più completo alla scena internazionale, il CEO di IAB US Randall Rothenberg offrirà una panoramica sulle ultime tendenze del settore negli Stati Uniti.

Dopo un’analisi dei primi risultati dell’Osservatorio IAB Italia/Accenture sul mercato della comunicazione digitale in Italia, illustrata da Marco Vernocchi la mattinata si concluderà con un talk show tra gli esponenti delle principali aziende che operano nel settore di internet e dei new media, per analizzarne dinamiche attuali e scenari futuri.

I lavori di mercoledì 4 novembre saranno aperti da Fabiano Lazzarini, General Manager di IAB Italia, che farà un bilancio delle numerose attività e iniziative promosse dall’Associazione nel 2009, per una riflessione sui mutamenti e sulla percezione dei media digitali interattivi a poco più di dieci anni dalla nascita dell’Interactive Advertising Bureau in Italia.

Ospite d’eccezione della seconda giornata di IAB Forum sarà David Weinberger, filosofo e scrittore statunitense, guru dell'internet marketing, nonché membro dell’Harvard Berkman Center for Internet & Society, che interverrà sul tema “Transparency and Trust”.

Anche quest’anno, il Presidente di IAB Europe Alain Hereux darà il proprio contributo al convegno affrontando il tema dei “Legal and business challenges for digital Europe”, seguito dall’intervento di Diego Masi, Presidente di AssoComunicazione.

A chiusura dei lavori della mattinata, si terrà una tavola rotonda con UPA (Utenti Pubblicità Associati) alla quale prenderà parte il Direttore Generale di Upa Giovanna Maggioni durante la quale le aziende partecipanti condivideranno esperienze, informazioni e suggerimenti sulle potenzialità della comunicazione digitale in un’ottica di business. Non mancheranno, infine, numerosi workshop tematici a cui saranno dedicati i pomeriggi di entrambe le giornate di IAB Forum.

L’agenda completa e maggiori dettagli sul convegno sono disponibili sul sito www.iabforum.it dove è possibile iscriversi all’evento compilando l’apposito modulo online.

In occasione del Forum, anche per il 2009 IAB Italia ha confermato il proprio impegno a favore dell’ambiente, rinnovando l’adesione al progetto Impatto Zero® di LifeGate per compensare le emissioni di CO2 prodotte dall’evento e dai propri uffici attraverso la creazione di nuove foreste.