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domenica, novembre 26, 2006

Google e Internet caccia alle streghe

Siamo nell'arco di 48 ore ripiombati nel Medio Evo. Si Signori, siamo di nuovo nel Medio Evo dell'informazione ed e' partita la caccia alle streghe.
La classe politica, il quinto potere, il sistema giudiziario italiano stanno dimostrando la loro totale inadeguatezza nell'occuparsi di una problema come quello dell'informazione via internet.
E la dimostrazione di questa incapacita' totale di gestire la situazione si e' palesata proprio con la vicenda del video della violenza sul ragazzo handicappato, dove anziche' analizzare il problema nella sua evidenza dal punto di vista sociologico e psicologico-ovvero perche' quattro adolescenti decidono di picchiare un loro compagno piu' debole e indifeso riprendendo la scena con cellulare e poi renderla pubblica? - ci si sta focalizzando su un altro versante che e' di tutt'altra natura.
Insomma, non so se mi spiego ma siamo davvero la paradosso: si e' perso di vista l'obiettivo, si da' la colpa a Google, ad Internet che hanno fatto la stessa funzione che avrebbe potuto avere un qualunque altro veicolo -che so una chiavetta USB recapitata alla sede dell'Ansa attraverso un corriere- anziche' andare una volta per tutte a fondo del problem della generazione dei teen-agers sempre piu' in balia di una societa' che di tutto si occupa fuorche' di loro.
L'establishment si e' rivelato in tutta la sua incapacita' di rapportarsi con la vita reale. E per dare l'impressione di sapersene occupare ha deciso di emettere una condanna nei confronti di Internet senza nemmeno conoscerne le funzionalita'.
Come dire, si sta colpevolizzando il vettore (il corriere, se si fosse trattato della chiavetta Ubs inviata alle sede dell'Ansa) anziche' domandarsi ed andare a fondo del perche' si sia verificato un atto come quello della scuola di Torino.
Aiuto! Ma in che Paese viviamo???
Ma come non preoccuparsi del fatto che sia partita l'ennesima campagna TV anti-internet, nata e strumentalizzata con lo "scandalo" Google? ...Telegiornali che parlano tangenzialmente delle nefandezze di quattro giovani disgraziati, puntando il dito su Google piuttosto che approfondire le cause della "degenerazione" di questi ragazzi.
Ma come si fa a questo punto a non assumere un atteggiamento di difesa della liberta' dell'informazione che nessun altro media al di fuori di internet e' in grado di garantire?
Ma come non dire allora che la causa di questo ed altri raccapriccianti episodi di violenza siano in gran parte dovuti ai modelli comportamentali che oggi offre la TV ai minori?
Come non denunciare questa TV che e' allo sbando e che ne se frega altamente di rispettare le fasce protette, mandando on air programmi allucinanti, che contengono sesso, violenze verbali e fisiche, proposti qualunque ora della giornata?
Vorrei lanciare un appello a tutti i miei colleghi ed e' quello di creare immediatamente un Comitato permanente per l'informazione su Internet che possa essere il punto di riferimento per far conoscere alle istituzioni giudiziarie, politiche e agli organi di informazione il valore e le peculiarita' della rete.
Questa caccia alle streghe non ha nessun fondamento e il Medio Evo e' cosa di 500 anni fa. Indietro non si puo' tornare, si puo' solo avanzare.

sabato, novembre 18, 2006

Second Life

Ultimamente i media hanno ripreso a dedicare grande attenzione ai fenomeni sociali ed alle "conversazioni" che avvengono in rete.
Questa settimana su L'Espresso c'e' un articolo dedicato a Second Life www.secondlife.com
Ora non voglio parlarvi di Secondlife dal punto di vista marketing e advertising, potrei raccontarVi del fatto che per adidas Isobar ha aperto un negozio in Linden Town...ma non e' questo davvero di cui vi voglio parlare...le mie domande sono perche' e come si fa?
Perche' secondo Voi 1, 5 milioni di persone hanno deciso di vivere un seconda vita in Linden Town?...e poi, come fanno a passare molte ore della loro giornata in Linden Town?
Io ho acquisito la cittandinanza in Secondlife, mi chiamo Layla Santos, e l'ho fatto per una questione professionale, ma vi assicuro che pur avendo un committment cosi' forte, non riesco a viverla.
Eppure sembra siano tutte persone "normali" i cittadini di Linden Town, ma come fanno?...forse che li' in Linden Town abbiano inventato la macchina del tempo e ancora noi non lo sappiamo?

domenica, novembre 12, 2006

Il vanghetto dove lo metto?

Ok....passata la crisi iperglicemica che qualcuno di voi, conoscendomi, avra' sicuramente ravvisato nel mio precedente post ;-)
sono di nuovo qui perche', avrei voluto parlarVi del Vanghetto, ma invece no, non posso...non l'ho trovato neanche su
http://it.wikipedia.org/wiki/Speciale:Search?search=vanghetto

Con tutta la delicatezza che sarebbe stata necessaria per parlarvi di questo scottante argomento, il vanghetto, comincio col dire che la storia sui fondatori di Yahoo la si puo' trovare qui
http://docs.yahoo.com/info/misc/history.html
http://www.mediamente.rai.it/mmold/english/bibliote/biografi/y/yang.htm
e che Jerry Yang pur essendo nato a Taipei ha fatto tutti gli studi negli USA e dunque possiamo attribuire la nascita di Yahoo alla formazione delle scuole americane, non cinesi.
Chissa' se attraverso un neologismo dato dall'unione delle due parole si possa trovare qualcosa che ci spieghi meglio la storia e l'utilita' dello "Yanghetto".
Chi e' stato al Convegno dell'8 mattina di IAB Forum, sa esattamente a cosa mi sto riferendo.
Ironia a parte ho trovato l'intervento di Giulio Malgara allo scorso IAB Forum interessante da un lato ma preoccupante dall'altro. Per carita', tanto di onore a chi e' stato capace di creare un'azienda di successo come la sua Malgara Chiari & Forti SpA
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/07_Luglio/06/rai.shtml ed e' stato insignito della laurea ad honorem oltre che del cavalierato della Repubblica, ma come si puo' pensare di dire, senza suscitare alcuna reazione di sgomento, davanti ad un pubblico di professionisti della comunicazione, che Internet va bene sostanzialmente per comunicare prodotti come il vanghetto? Come si puo' sostenere una tesi che, se solo fosse vera per meta', metterebbe in ginocchio una buona parte dell'economia mondiale?

Caro Dottor Malgara,
mi rivolgo direttamente a Lei. Vorrei rassicurarla sul fatto che gia' dagli atti di IAB Forum 2006, senza dover andare a tirare fuori centinaia se non migliaia di ricerche sull'argomento, e' possibile farsi un'idea di quanto importante ed indispensabile sia diventata internet per tutte le aziende italiane ed internazionali. Internet e' un asset centrale nella comunicazione d'impresa, certo anche per quell'azienda che nel Nord-Est del nostro Paese ha fatto la sua fortuna producendo il vanghetto, ma provi a pensare anche alla Procter & Gamble che ha deciso di pianificare advertising sui siti di social networking (nella fattispecie My Space) per promuovere il nuovo deodorante Secret Sparkle
http://www.nytimes.com/2004/12/03/business/media/03adco.html?ex=1259902800&en=1fddda6e4765b380&ei=5088&partner=rssnyt
Ecco uno stralcio dell'articolo del New York Times: "...But P.& G. has decided that mass marketing will keep losing effectiveness as media choices and consumer control grow, so it has made charting new paths to consumers a priority.
"This is the first time we've tried this," said Michelle Vaeth, a communications director at Procter & Gamble in Cincinnati. "We really hope it works, because we recognize that MySpace.com is a growing and important player in the social networking Internet space."
Social networking sites, particularly those friendly to music fans, are a growing destination for the company's target audience. "We have to be where they are in this online world," Ms. Vaeth said..."
Oppure, dia per cortesia un'occhio a questi risultati della ricerca condotta in Olanda da Forrester per Unilever e il prodotto Dove che prova quanto sia efficace ed efficiente l'advertising online per un prodotto mass-market come il sapone
http://www.forrester.com/Research/Document/Excerpt/0,7211,36740,00.html

Di certo Internet e' cosi' flessibile ed efficace, a differenza del vanghetto per quel poco che ne so, da poter soddisfare gli obiettivi di marketing e di comunicazione di qualunque azienda e qualunque prodotto. E non lo dico io, lo dicono manager che ogni giorno fanno i loro conti con il famigerato ROI.
Comunque mi rendo assolutamente conto del fatto che e' ancora necessario fare cultura ed e' per questo che Iab e tutti i professionisti di questo settore della comunicazione interattiva si mettono a totale disposizione del mercato per poter dimostrare con fatti oggettivi che in un ambiente confortevole com e' l'online, c'e' spazio per tutti e che questo "spazio" puo' essere sfruttato al meglio con risultati molto positivi.
Tra l'altro, consapevole proprio del fatto, come diceva Lei, che dobbiamo ancora fare molta cultura, proprio il primo di dicembre saro', insieme ad altri validi professionisti del settore, a Udine per un Convegno Aipem dal titolo "Comunicazione Innovazioni per l'uso"
http://www.aipem.it/
Il nostro compito e' quello di mettere a fattor comune la nostra esperienza e competenza, il compito delle aziende che investono in pubblicita' e' pero' quello di sfruttarla.
E' anche una questione di competitivita' del nostro Paese rispetto alle economie degli altri Paesi che non hanno alcuna intenzione di sedersi sugli allori come invece -ogni tanto- mi viene da pensare stia capitando alla nostra fantastica ma ultimamente pigra e priva di grinta bell'Italia.

Post IAB Forum 2006 dalla mia prospettiva

E' stata una impresa fantastica...e' stato un po' come mettere in piedi una piccola Societa' in tre mesi...business plan, conti economici, creazione del "prodotto", ricerca partner, ricerca sponsor, ricerca/contatto del target, campagna di promozione, lobby, public relations, rapporti con la stampa, tracking e reporting delle attivita'...faticoso, intenso, ma al tempo stesso gratificante e divertente...soprattutto perche' al di la' dei risultati, ho lavorato con un team di persone eccezionali, appassionate, determinate, solidali, disposte ad impiegare il loro tempo e le loro intelligenze perche' tutto funzionasse al meglio. Difficile perche' ogni minuto era prezioso, la tensione era alta e non c'era tempo per rilassarsi nemmeno per un attimo...visto che nel frattempo ognuno di noi doveva anche dare priorita' al proprio "vero" lavoro.
Alla fine venerdi' mi sono commossa, e i miei colleghi di Isobar lo sanno, lo hanno visto... forse per la grande pressione sopportata in questo periodo, forse per la grande dimostrazione di stima e di affetto che mi hanno dato...
L'emotivita' che era stata "blindata e arginata" perche' non c'era, purtroppo, molto tempo per cedere alle "debolezze umane" ha avuto il sopravvento e quando l'adrenalina ha lasciato posto all'endorfina, solo a quel punto sono riuscita a rendermi conto che potevo "mollare" un po' del mio self-control perche' tutto era andato bene. E allora mi sono sentita una persona felice e fortunata per quello che sono, per quello che faccio, perche' sono circondata da persone uniche, eccezionali dal punto vista umano prima ancora che professionale, che, come me, credono profondamente nelle cose che fanno.
E' cosi', secondo me, che si costruisce un'impresa di successo, con la testa e con il cuore.
Grazie a tutti e arrivederci al prossimo anno...
btw, ho gia' alzato "l'asticella" degli obiettivi per iniziare a lavorare ad un progetto ancora piu' "grande". Giusto per non correre il rischio di annoiarsi neanche un po' :-)

www.iabforum.it
http://iabforum.blogosfere.it/