Non e' necessario tirare in ballo Leibniz stavolta (e mi rivolgo a chi mi ha preso in giro qualche giorno fa perche' ho avuto la presunzione e la genuinita' di scrivere quello che mi passava per la testa senza "filtri" e ignara del fatto che mi sarebbero arrivate critiche di mediocrita' per un pensiero che, certo non pretendeva di essere ritenuto di altissimo livello intellettuale ma che, mi sembrava carino condividere).
Dicevo, non tiro in ballo nessun filosofo stavolta per fare una considerazione che non e' sicuramente originale ma su cui vale la pena ancora una volta riflettere.
Vedo una societa' spenta, grigia, senza voglia di reagire, disposta ai compromessi e a mandare giu' bocconi amari, rassegnata a digerire molte ingiustizie e a vedere abusi e soprusi senza indignarsi piu' di tanto. Vedo un Paese dove i telegiornali si focalizzano prevalentemente sulle tragedie umane, sulle crudelta' degli uomini verso altri uomini (e donne) che sono in preoccupante aumento, senza pero' domandarsi il perche' di cosi' tanta violenza.
E' come se si stesse guardando solo il dito che indica la luna anziche' guardare la luna stessa. Io credo che tutto quanto stia accadendo abbia alla base una motivazione di fondo che e' proprio la mancanza di fiducia nel prossimo, il qualunquismo causato dalla convinzione che ormai in questi nostri tempi cosi' tormentati per arrivare ad un obiettivo "valga tutto", si possa accettare di tutto, anche di essere omertosi per paura di perdere quello che siamo e cio' che possiediamo.
Manca la fiducia nelle regole, nelle leggi, nel rispetto dell'etica e della deontologia professionale.
E di conseguenza manca la solidarieta', il coraggio delle azioni, la denuncia corale quando si e' di fronte a palesi violazioni della propria liberta' e di quella altrui, la difesa di posizioni corrette seppur scomode ma importanti per la tutela del libero mercato e di un sano sviluppo della societa'e dell'economia.
E' come se tutti, e mi ci metto ovviamente anche io, fossimo stati lobotomizzati al punto di trasformarci in pedine incapaci di riprendere le redini del nostro destino e di provare a cambiare le cose che riteniamo inaccettabili a parole ma che poi nei fatti sopportiamo, come se invece non dipendesse da noi il fatto di scandalizzarci di fronte a situazioni chiaramente e oggettivamente sbagliate e di cercare insieme di modificarle e correggerle per il nostro bene e quello del nostro prossimo.
Manca la fiducia perche' manca anzitutto il rispetto delle regole, delle "parti", degli individui, che sempre meno vengono considerati come il bene piu' prezioso per l'umanita'. Manca quella fiducia nel prossimo, senza la quale la nostra societa' non puo' sperare di crescere, cosi' come la nostra economia e che giustifica una totale "ritrazione" nel proprio habitat, una diffidenza e un disinteresse verso tutto e tutti, sperando cosi' di non essere coinvolti, colpiti e penalizzati dalle circostanze, quando il vero problema e' che proprio cosi' facendo arriveremo ad esserlo piu' o meno tutti senza neanche rendercene conto.
Tutti nemici allora, ognuno per se' e Dio per tutti (anche se sembra che non sia piu' vero neanche questo) oppure tutti falsamente amici e complici, consapevoli che la morale della storia e' che tanto sarebbe comunque andata a finire cosi'?
Io penso che dipenda veramente da ognuno di noi cercare di avere e di infondere fiducia negli altri, partendo dal rispettare le regole e farle rispettare (lo so, non e' facile per nessuno e nessuno di noi e' perfetto) a costo di passare per degli "outsider" e farsi dei nemici, ammesso e concesso che prima fossero stati dei veri amici e non degli approfittatori.
Qualche giorno fa una persona con cui parlavo di questi argomenti mi ha detto: "...sai Layla, io trovo che tu abbia ragione da vendere, ma che vuoi farci, cosi' va l'Italia..."
domenica, marzo 01, 2009
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1 commento:
cara Layla, mi aspettavo anche un tuo commento sulla questione Davide De Rossi...
che ne pensi?
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