L’Italia si mobilita per richiedere una politica organica per il digitale
Sono più di cento, tra esperti del settore, imprenditori, top manager e personaggi del mondo dello spettacolo, i firmatari che si sono riuniti per siglare un appello che, sulle pagine del Corriere della Sera di lunedì 31 gennaio, chiede a tutte le forze politiche di agire al più presto per stilare un’Agenda Digitale per l’Italia.
Per i giovani che si costruiscono una prospettiva, per le piccole imprese che devono competere nel mondo, per i cittadini che cercano una migliore qualità della vita, l’opportunità offerta dalla tecnologia è irrinunciabile.
Il XIX secolo è stato caratterizzato dalle macchine a vapore, il XX secolo dall’elettricità. Il XXI secolo è il secolo digitale.
“Studi economici dimostrano che l’effetto di Internet e delle tecnologie digitali sulla produttività è più forte e più veloce di quello che ha avuto in passato la diffusione dell’elettricità, della macchina a vapore o della ferrovia” afferma il Prof. Francesco Sacco, Managing Director del Centro di ricerca EntER dell’Università Bocconi. “Secondo un recente studio della Banca Mondiale condotto su 120 paesi, ogni 10% di aumento della penetrazione del broadband nei paesi avanzati comporta un aumento del PIL pro capite dell’1,21% in media. È un impatto notevole se si considera che il loro tasso di crescita medio tra il 1980 e il 2006 è stato del 2,1%”.
Queste tecnologie inoltre, creano nuovi posti di lavoro. Il loro impatto sull’occupazione è stato stimato per gli USA intorno allo 0,2-0,3% all’anno per ogni punto percentuale di aumento della penetrazione della larga banda. Inoltre, l’innovazione crea nuove imprese. Negli USA, un’analisi della Kauffman Foundation rivela che le startup generano nel loro primo anno di vita 3 milioni di posti di lavoro mentre le aziende più vecchie perdono 1 milione di posti all’anno.
La domanda è: qual è l’Agenda Digitale dell’Italia?
La politica ha posto la strategia digitale al centro del dibattito in tutte le principali economie del mondo. Ma non in Italia.
Eppure in Italia metà della popolazione usa Internet. La tecnologia è parte integrante della vita quotidiana di milioni di cittadini. Studenti, lavoratori, professionisti e imprenditori si confrontano costantemente con i rischi e le opportunità determinate dall’innovazione tecnologica.
“Siamo convinti che affrontare con incisività questo ritardo, eliminare i digital divide, sviluppare la cultura digitale con l’obiettivo di conquistare la leadership nell’applicazione delle potenzialità di Internet e delle tecnologie, costituisca la principale opportunità di sviluppo, con benefici economici e sociali per l’intero Paese.” recita l’appello. “Ci rivolgiamo a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, sollecitando il loro impegno a porre concretamente questo tema al centro del dibattito politico nazionale. Chiediamo, entro 100 giorni, la redazione di proposte organiche per un’Agenda Digitale per l’Italia coinvolgendo le rappresentanze economiche e sociali, i consumatori, le università e coloro che, in questo Paese, operano in prima linea su questo tema.”
L’obiettivo dell’iniziativa che vede tra i suoi motori oltre a Francesco Sacco anche Peter Kruger, esperto in ICT e New Media e Marco Zamperini CTO di Value Team, è quello di richiamare l’attenzione di tutte le forze politiche, gli imprenditori, i ricercatori, i cittadini perché siano protagonisti di un’azione congiunta per definire in questi giorni l’Agenda e permettere così all’Italia di competere nel mondo.
www.agendadigitale.org
Facts and figures
• Secondo l’ITU, sono 175 i paesi che si sono dati un’agenda digitale o se la stanno dando (rispettivamente 161 e 14) e rappresentano il 91,6% delle principali economie del mondo (rispettivamente 84,3% e 7,3%).
• In Italia il settore dei servizi innovativi e tecnologici totalizza circa 2,5 milioni di addetti, 1 milione di imprese e un fatturato annuo di oltre 300 miliardi di euro.
• Il settore IT in Italia occupa più di 380.000 addetti: è il quarto per dimensione e il terzo se si includono le telecomunicazioni (ICT).
• A livello globale la “internet economy” supera i 10.000 miliardi di dollari.
• Il Commissario per la Società dell’Informazione della Commissione Europea, Neelie Kroes, considera l’agenda digitale un elemento base della sostenibilità socio-economica.
• Nel Regno Unito vale già oggi il 7,2% del PIL – più del settore sanitario – e il governo ha sviluppato il piano “Digital Britain” per garantire alla Gran Bretagna un futuro tra le maggiori economie del sapere digitale.
• Il Giappone e la Corea del Sud sono stati tra i primi Paesi a darsi una strategia digitale.
• Il governo tedesco ha redatto il progetto “Digital Deutschland 2015”, nel quale, tra le altre cose, si stima che la banda ultralarga genererà 1 milione di nuovi posti di lavoro in Europa.
• In Francia il Presidente Sarkozy ha assegnato allo sviluppo delle infrastrutture ICT 4,5 miliardi di euro, 500 milioni in più di quanto raccomandato dal rapporto strategico “Investir pour l’avenir”.
• La Spagna si è data come obiettivo di investire in innovazione il 4% del PIL entro il 2015 ed arrivare a 150 brevetti annui per milione di abitanti.
• In USA il Presidente Obama ha nominato per la prima volta un direttore dell’informatica e delle telecomunicazioni, un “Chief Information Officer” federale.
• In Finlandia dal 1 luglio 2010 Internet è un diritto fondamentale dei cittadini.
domenica, gennaio 30, 2011
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