Qualche giorno fa sono stata invitata da Raffaele Barberio http://www.key4biz.it/
e da Gianluigi Ferri al BroadBand Business Forum http://www.wirelessforum.it/bbf2006/
Nel riflettere sui contenuti della mia relazione qualche dubbio da entrambe le parti c'era, nel senso che occupandomi di marketing e advertising, ci siamo posti implicitamente la domanda su come integrare il mio discorso e renderlo sinergico alle tematiche prettamente inerenti al "cavo".
In cuor mio ero abbastanza certa che, pur avendo a che fare con il mondo dell'ICT nella sua accezione piu' stretta, la contaminazione delle discipline mi avrebbe consentito di inserirmi "morbidamente" nel flusso delle relazioni, ma, ad ogni modo stavo cercando di trovare il giusto link per poter dare coerenza e seguire un filo logico rispetto alle relazioni che mi precedevano.
Di fatto e' stato molto piu' semplice di quanto immaginassimo. Tutti i relatori, a parte la dottoressa del Comune di Verrucchio, hanno piu' o meno sfiorato l'ambito dei media digitali ma Paolo Zocchi, Consigliere per l’Innovazione del Ministro Linda Lanzillotta, mi ha dato un bell' "assist" parlando del ruolo della pubblicita' interattiva e della sua importanza nell'ambito della catena del valore. Cosi', quando e' arrivato il mio momento mi sono trovata totalmente a mio agio, pur avendo toccato argomenti non cosi' "hard" come quelli dei relatori precedenti, ed ho a mia volta fornito un link al Sottosegretario alle Comunicazioni Luigi Vimercati che ha illustrato la proposta di riforma Gentiloni ed ha poi parlato del ruolo della pubblicita' sui media interattivi.
In definitiva io credo che oggi sia necessaria una forte integrazione fra le culture, le esperienze e le professionalita' all'interno delle aziende. Ho trovato piu' che mai importante il fatto di trovarmi non nel solito summit di addetti ai lavori della pubblicita' ma in un ambito, quello tecnologico dei fornitori di servizi di connettivita', che costituisce l'infrastruttura di base ovvero la commodity per lo sviluppo di servizi e contenuti informativi e di intrattenimento e -of course- pubblicitari, cercando di comprendere le loro problematiche e portando le mie competenze in un contesto insolito ma davvero ospitale e attento alle suggestioni "out of the box".
venerdì, ottobre 27, 2006
sabato, ottobre 14, 2006
La follia della stagione venatoria
E' sabato sono qui nel mio blog alle 8 di mattina perche' sono stata svegliata dagli spari dei cacciatori, o presunti tali, che si divertono ad uccidere gli uccelli selvatici, quei pochi uccelli rimasti nelle nostre campagne oppure a massacrare le migrazioni che in questo periodo dal nord Europa scendono verso l'Africa. E' cosi' da qualche settimana, da quando e' stata aperta ancora una volta la stagione venatoria. Abito a circa 10 chilometri da Milano, una distanza sufficiente per dichiarare, in maniera un po' snob se volete, di abitare in campagna, una distanza sufficiente per potersi indignare e denunciare questa legge anacronistica che ancora consente ad alcuni uomini di trovare godimento nel fare strage di essere viventi innocenti peraltro indispensabili per il nostro ecosistema.
venerdì, ottobre 13, 2006
Conferenza Edelman-Technorati
Sono reduce dalla presentazione di Edelman e Technorati. Ho trovato tutto molto interessante. Ho apprezzato anche il contraddittorio tra alcuni blogger ma sinceramente non ho capito quali fossero realmente obiettivo e target della conferenza (scusate la deformazione professionale).
Le Biciclette (la location) era pienissima, c'era gente per strada alle ore 11.45, seduti di fronte ai relatori un gruppo di blogger (direi lo "zoccolo duro" dei blogger italiani)...poche aziende investitori pubblicitari (li definisco cosi' per semplicita') da quanto ho visto ovvero credo il reale target della presentazione che offriva un servizio di monitoraggio della brand all'interno dei blog.
Tutto giustificabile pero'... credo sia stata, quella di oggi, una delle rarissime occasioni di incontro fra blogger, e dunque a Edelman va il plauso di averli riuniti, e credo anche che molte aziende siano state invitate ma poche abbiano capito l'importanza della presentazione e non siano venute.
Le Biciclette (la location) era pienissima, c'era gente per strada alle ore 11.45, seduti di fronte ai relatori un gruppo di blogger (direi lo "zoccolo duro" dei blogger italiani)...poche aziende investitori pubblicitari (li definisco cosi' per semplicita') da quanto ho visto ovvero credo il reale target della presentazione che offriva un servizio di monitoraggio della brand all'interno dei blog.
Tutto giustificabile pero'... credo sia stata, quella di oggi, una delle rarissime occasioni di incontro fra blogger, e dunque a Edelman va il plauso di averli riuniti, e credo anche che molte aziende siano state invitate ma poche abbiano capito l'importanza della presentazione e non siano venute.
domenica, ottobre 08, 2006
American dream
L'altro ieri a San Francisco ho conosciuto Chad Hurley, fondatore di YouTube. Questa settimana e' su tutti i giornali internazionali e nazionali finanziari ed economici, Forbes gli ha dedicato la copertina, ieri Repubblica dava per quasi certa l'acquisizione da parte di Google.
Ma la riflessione che volevo fare e' questa: solo in America possono succedere certe cose...e non e' un modo di dire...
Secondo voi, se You Tube fosse nato dalla brillante intuizione di due trentenni rampanti ma italiani avrebbe ottenuto lo stesso successo? Io dico di no. Primo, perche' difficilmente avrebbero trovato un venture capital che a colpi di due/tre milioni di dollari arrivava a finanziare il progetto, tutt'ora in perdita, per 11 milioni di dollari. Secondo perche' gli americani sono tanti, entusiasti e molto estroversi per cui, l'alchimia di un sito nato dall'esigenza di due amici di uplodare e vedere facilmente i proprio video amatoriali, che nel giro di pochi mesi ha iniziato a raccogliere una community di decine di milioni di users che, attraverso un meccanismo di word of mouth, l'hanno fatto diventare il sito piu' desiderabile del momento, e' una "chemistry" tutta made in USA.
Credo abbiate letto che Google sembra che lo voglia acquisire per 1,6 billion usdollars...
Ma il paradosso (che poi tanto paradosso non e') sta nel fatto che la NBC, uno dei piu' importanti network televisivi americani, ha fatto un accordo con Yout Tube in termini di investimento pubblicitario per promuovere i propri programmi televisivi attraverso ...broadcast yourself!
http://www.youtube.com/watch?v=pEa6Cnczy5c
http://www.youtube.com/watch?v=8aL26uOQiDk
La strategia creativa e' a dir poco eccezionale e per chi non avesse ancora idea di come cambiera' l'advertising o meglio il communication planning ecco qui un ottimo esempio del futuro che ci aspetta. La NBC e' stata una delle prime grandi media company a capire il valore dell'audience di You Tube tanto da inginocchiarsi ed andare ad acquistare posizioni pubblicitarie con la speranza di incrementare la propria audience televisiva. E ci potete scommettere che i risultati arriveranno.
Ma la riflessione che volevo fare e' questa: solo in America possono succedere certe cose...e non e' un modo di dire...
Secondo voi, se You Tube fosse nato dalla brillante intuizione di due trentenni rampanti ma italiani avrebbe ottenuto lo stesso successo? Io dico di no. Primo, perche' difficilmente avrebbero trovato un venture capital che a colpi di due/tre milioni di dollari arrivava a finanziare il progetto, tutt'ora in perdita, per 11 milioni di dollari. Secondo perche' gli americani sono tanti, entusiasti e molto estroversi per cui, l'alchimia di un sito nato dall'esigenza di due amici di uplodare e vedere facilmente i proprio video amatoriali, che nel giro di pochi mesi ha iniziato a raccogliere una community di decine di milioni di users che, attraverso un meccanismo di word of mouth, l'hanno fatto diventare il sito piu' desiderabile del momento, e' una "chemistry" tutta made in USA.
Credo abbiate letto che Google sembra che lo voglia acquisire per 1,6 billion usdollars...
Ma il paradosso (che poi tanto paradosso non e') sta nel fatto che la NBC, uno dei piu' importanti network televisivi americani, ha fatto un accordo con Yout Tube in termini di investimento pubblicitario per promuovere i propri programmi televisivi attraverso ...broadcast yourself!
http://www.youtube.com/watch?v=pEa6Cnczy5c
http://www.youtube.com/watch?v=8aL26uOQiDk
La strategia creativa e' a dir poco eccezionale e per chi non avesse ancora idea di come cambiera' l'advertising o meglio il communication planning ecco qui un ottimo esempio del futuro che ci aspetta. La NBC e' stata una delle prime grandi media company a capire il valore dell'audience di You Tube tanto da inginocchiarsi ed andare ad acquistare posizioni pubblicitarie con la speranza di incrementare la propria audience televisiva. E ci potete scommettere che i risultati arriveranno.
American dream
L'altro ieri a San Francisco ho conosciuto Chad Hurley, fondatore di YouTube. Questa settimana e' su tutti i giornali internazionali e nazionali finanziari ed economici, Forbes gli ha dedicato la copertina, ieri Repubblica dava per quasi certa l'acquisizione da parte di Google.
Ma la riflessione che volevo fare e' questa: solo in America possono succedere certe cose...e non e' un modo di dire...
Secondo voi, se You Tube fosse nato dalla brillante intuizione di due trentenni rampanti ma italiani avrebbe ottenuto lo stesso successo? Io dico di no. Primo, perche' difficilmente avrebbero trovato un venture capital che a colpi di due/tre milioni di dollari arrivava a finanziare il progetto, tutt'ora in perdita, per 11 milioni di dollari. Secondo perche' gli americani sono tanti, entusiasti e molto estroversi per cui, l'alchimia di un sito nato dall'esigenza di due amici di uplodare e vedere facilmente i proprio video amatoriali, che nel giro di pochi mesi ha iniziato a raccogliere una community di decine di milioni di users che, attraverso un meccanismo di word of mouth, l'hanno fatto diventare il sito piu' desiderabile del momento, e' una "chemistry" tutta made in USA.
Credo abbiate letto che Google sembra che lo voglia acquisire per 1,6 billion usdollars...
Ma il paradosso (che poi tanto paradosso non e') sta nel fatto che la NBC, uno dei piu' importanti network televisivi americani, ha fatto un accordo con Yout Tube in termini di investimento pubblicitario per promuovere i propri programmi televisivi attraverso ...broadcast yourself!
http://www.youtube.com/watch?v=pEa6Cnczy5c
http://www.youtube.com/watch?v=8aL26uOQiDk
La strategia creativa e' a dir poco eccezionale e per chi non avesse ancora idea di come cambiera' l'advertising o meglio il communication planning ecco qui un ottimo esempio del futuro che ci aspetta. La NBC e' stata una delle prime grandi media company a capire il valore dell'audience di You Tube tanto da inginocchiarsi ed andare ad acquistare posizioni pubblicitarie con la speranza di incrementare la propria audience televisiva. E ci potete scommettere che i risultati arriveranno.
Ma la riflessione che volevo fare e' questa: solo in America possono succedere certe cose...e non e' un modo di dire...
Secondo voi, se You Tube fosse nato dalla brillante intuizione di due trentenni rampanti ma italiani avrebbe ottenuto lo stesso successo? Io dico di no. Primo, perche' difficilmente avrebbero trovato un venture capital che a colpi di due/tre milioni di dollari arrivava a finanziare il progetto, tutt'ora in perdita, per 11 milioni di dollari. Secondo perche' gli americani sono tanti, entusiasti e molto estroversi per cui, l'alchimia di un sito nato dall'esigenza di due amici di uplodare e vedere facilmente i proprio video amatoriali, che nel giro di pochi mesi ha iniziato a raccogliere una community di decine di milioni di users che, attraverso un meccanismo di word of mouth, l'hanno fatto diventare il sito piu' desiderabile del momento, e' una "chemistry" tutta made in USA.
Credo abbiate letto che Google sembra che lo voglia acquisire per 1,6 billion usdollars...
Ma il paradosso (che poi tanto paradosso non e') sta nel fatto che la NBC, uno dei piu' importanti network televisivi americani, ha fatto un accordo con Yout Tube in termini di investimento pubblicitario per promuovere i propri programmi televisivi attraverso ...broadcast yourself!
http://www.youtube.com/watch?v=pEa6Cnczy5c
http://www.youtube.com/watch?v=8aL26uOQiDk
La strategia creativa e' a dir poco eccezionale e per chi non avesse ancora idea di come cambiera' l'advertising o meglio il communication planning ecco qui un ottimo esempio del futuro che ci aspetta. La NBC e' stata una delle prime grandi media company a capire il valore dell'audience di You Tube tanto da inginocchiarsi ed andare ad acquistare posizioni pubblicitarie con la speranza di incrementare la propria audience televisiva. E ci potete scommettere che i risultati arriveranno.
domenica, ottobre 01, 2006
CREATIVE COMMONS
In questi giorni ho seguito con un pochino di attenzione la discussione tra Vittorio Zambardino e Luca Sofri nata dalla lamentela di quest'ultimo per un comportamento non corretto da parte di Kataweb News che si esplica nel riprendere suoi post senza averlo preventivamente avvertito.
BTW: la discussione e' sempre piu' infuocata!
http://vittoriozambardino.blog.kataweb.it/
http://www.wittgenstein.it/post/20060930_62836.html
Penso che una soluzione al problema del diritto d'autore o quantomeno di un codice deontologico a cui dovrebbero rifarsi tutti coloro che rientrano in quella moltitudine di users che generano contenuti protrebbe essere quella offerta da Creative Commons.
Si tratta di un'organizzazione no profit che offre gratuitamente una serie di strumenti/licenze per proteggere le proprie opere d'ingegno.
Qui di seguito maggiori dettagli:
Creative Commons licenses provide a flexible range of protections and freedoms for authors, artists, and educators. We have built upon the "all rights reserved" concept of traditional copyright to offer a voluntary "some rights reserved" approach. We're a non profit organization. All of our tools are free.
BTW: la discussione e' sempre piu' infuocata!
http://vittoriozambardino.blog.kataweb.it/
http://www.wittgenstein.it/post/20060930_62836.html
Penso che una soluzione al problema del diritto d'autore o quantomeno di un codice deontologico a cui dovrebbero rifarsi tutti coloro che rientrano in quella moltitudine di users che generano contenuti protrebbe essere quella offerta da Creative Commons.
Si tratta di un'organizzazione no profit che offre gratuitamente una serie di strumenti/licenze per proteggere le proprie opere d'ingegno.
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