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domenica, dicembre 23, 2007

Il 2007

Quest'anno e' sul finire e vorrei provare a tracciare un bilancio...
Difficile dire che sia andata benissimo sul fronte del nostro business con il sorriso sulle labbra, difficile perche' per quanto i numeri ci stiano dando fortemente ragione, l'advertising online e' cresciuta ancora quest'anno di oltre il 40% in termini di investimenti pubblicitari in un mercato che piu' in generale pero' registrera' una crescita del 3% a far tanto, molto resta ancora da fare. Perche' il mercato della pubblicita' online si imponga con decisione, molto resta da fare o da rifare in ambiti che sono a monte e a valle dello sviluppo del nostro Paese, nel quale la pubblicita' riveste un ruolo importante ma che e' indissolubilmente legata alla crescita delle aziende, che invece lamentano una stasi come non si era mai vista negli ultimi 50 anni, alle politiche economiche di investimento nelle nuove tecnologie.
Siamo in un Paese che soffre di arretratezza, di incapacita' di evolversi, perche' ingessato da mille lacci e lacciuoli. Un Paese dove e' difficile vedere vincere chi ha merito, dove e' difficile oggi pensare che esista una giustizia ed il rispetto delle regole, dove nonostante ci sia la totale consapevolezza che qualcosa, anzi gran parte delle cose non funzionano, non accade nulla o quasi affinche' si cambino. Dove chi insorge, insorge per 10 minuti per poi ricadere in un torpore secolare. Dove i media non fanno altro che parlare di delitti, di omicidi, di tragedie familiari senza alzare lo sguardo verso il perche' di tutto cio', senza andare a fondo dei problemi che sono anche causa di questo malessere sociale. Non sento, non vedo, non leggo quasi piu' notizie internazionali, se non acquistando testate estere oppure guardando canali satellitari o navigando siti di respiro internazionale. Come se si fosse deciso che l'Italia non possa avere piu' benchmark, come se ci si sia incartati sui noi stessi per paura di non reggere piu' il confronto.
Io spero che il 2008 possa davvero ridare a tutti quanti la voglia, la forza, la pretesa di non accontentarsi piu'. Non vedo piu' nel nostro Paese quell'ottimismo, quella grinta che servono per progredire, quella curiosita' e quella creativita' che facevano parte del nostro DNA.
I giovani sono spariti, oppure, dove sono mi domando? Si fanno dare dei "bamboccioni" senza neanche reagire, senza ribellarsi alla presunzione di chi li accusa di essere incapaci di crescere e di maturare senza pensare che non c'e' la minima volonta' di lasciare loro lo spazio per poter dimostrare che tanto "bamboccioni" non sono.
E chi ogni tanto emerge dal limbo, si guarda in giro e non trova nessuno che lo sostenga.
Questo post stona un po' con l'atmosfera di questi giorni ma, d'altro canto, non vedo in giro facce sorridenti e forse ognuno di noi in fondo pensa quello che io sto scrivendo.
Datemi un segno, provate a convincermi del contrario.

7 commenti:

redazione@ideedatoccare.com ha detto...

Cara Layla,

concordo con quanto scrivi. Io sono uno di quelli che sta lottando per cambiare le cose, dove?

1. nell'adv digitale perché mi occupo di adv online cercando di abituare le aziende ad investire e formandole

2. nella vita perché non mi sento un "bamboccione" perché sono andato fuori casa a 18 anni, a 24 mi compravo la mia prima casa a Milano ed ora a 28 anni continuo a fare sforzi enormi per pagarmi il mutuo.

Reagire, reagire e lottare, purtroppo vedo nei giovani una mancanza enorme di carattere e voglia di fare.

Buon Natale a te,

Franco

Anonimo ha detto...

Ciao Layla,
sottoscrivo il tuo post e il coraggio di averlo scritto proprio in un momento in cui, come dici anche tu, dovremmo essere tutti contenti/felici/positivi.

Purtroppo noi "giovani" non possiamo sostituirci a una classe dirigente che ha permesso al Times di scrivere che l'Italia è "una nazione di legislatori ottuagenari eletti da pensionati settantenni…" e ancora "un paese in cui i leader capiscono a malapena il funzionamento di un word processor…".

Le aziende sono spesso nella stessa situazione.

Non condivido affatto quello che sostiene Franco nei commenti:
salvo fare una rivoluzione noi giovani/innovatori siamo tagliati fuori dalla possibilità di cambiare perché i gangli del potere sono ben saldi nelle mani degli ottuagenari di cui sopra.

Cosa fare?

Sperare di non vedere un paese intero "in default".
Oppure sperare che il nostro lavoro ci consenta di spostarci all'estero più velocemente :-)

Comunque vada, spero sia un anno migliore Layla. Auguri, davvero.

Anonimo ha detto...

Non ci penso proprio a cercare di convincerTi.. ho visto troppe persone e troppe aziende in difficolta' a fare quadrare i conti questo Dicembre.

E non credo nemmeno nella capacita' di questo paese di rinnovarsi.

L'unica cosa che penso posssa costringerci a cambiare... e' un collasso finanziario a livello planetario... Il vero scoppio della bolla dei mutui americani, dei loro derivati.. non quei due petardi sentiti finora.

Qualcosa che scardini il sistema, insomma... che blocchi tutto per 3 - 4 anni e che forzi una generazione ad andarsene.

Pero' le sofferenze sarebbero atroci per molti, forse troppi.. e chi tiene le redini di questo mondo non ha voglia che questo accada. Forse neanch'io, a dire il vero.

E allora? Continuiamo cosi'.. fino a quando?

Auguri di Buon 2008.

Sandro

Unknown ha detto...

Cara Layla,
sono finito per caso nel tuo blog. Per caso non è vero, in realtà ci sono finito cercando disperatamente di capire come mai il mio giornale è destinato, salvo nmiracoli, a chiudere.
Poi ho letto che sei rimasta impigliata nella rete grazie a Nichi (mio amico) e che tra i siti consigliati c'è quello del quinta (altro mio amico). Poi leggo che i tuoi siti consigliati sono simili a quelli che consiglierei anche io.
E allora mi sono messo a scriverti. Di cosa? di PeaceReporter. Che è il quotidiano online che dirigo, e che ha un disperato bisogno di aiuto.
Ha dei buoni numeri, credo (pronto a fornirli), ha degli ottimi contenuti (e la modestia è il mio forte davvero, di solito) eppure non riesco a cavarci un inserzionista che sia uno.
non è che ci adotti?

Mi pare che alla fine non siamo tanto distanti, vuoi per la legge dei sei gradi di separazione (noisiamo a due) vuoi perché, credo, PeaceReporter potrebbe essere interessante anche per te.

Scusa il disturbo, e spero a presto.
Maso

Unknown ha detto...

ops, scusa.
non ti ho lasciato il mio indirizzo.
m.notarianni at peacereporter.net

Unknown ha detto...

Cara Layla,
sono finito per caso nel tuo blog. Per caso non è vero, in realtà ci sono finito cercando disperatamente di capire come mai il mio giornale è destinato, salvo nmiracoli, a chiudere.
Poi ho letto che sei rimasta impigliata nella rete grazie a Nichi (mio amico) e che tra i siti consigliati c'è quello del quinta (altro mio amico). Poi leggo che i tuoi siti consigliati sono simili a quelli che consiglierei anche io.
E allora mi sono messo a scriverti. Di cosa? di PeaceReporter. Che è il quotidiano online che dirigo, e che ha un disperato bisogno di aiuto.
Ha dei buoni numeri, credo (pronto a fornirli), ha degli ottimi contenuti (e la modestia è il mio forte davvero, di solito) eppure non riesco a cavarci un inserzionista che sia uno.
non è che ci adotti?

Mi pare che alla fine non siamo tanto distanti, vuoi per la legge dei sei gradi di separazione (noisiamo a due) vuoi perché, credo, PeaceReporter potrebbe essere interessante anche per te.

Scusa il disturbo, e spero a presto.
Maso

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good