Certo che se penso al tempo, si, piu' che allo spazio, al tempo, alla proiezione di me stessa nel ricordo di un episodio, di un fatto di una circostanza anche solo di qualche mese fa, faccio una gran fatica a collocarlo e collocarmi correttamente e con precisione.
Non sono una sociologa ma credo che la tecnologia che ci consente di essere "always on" ovvero di non disaggregare piu' necessariamente i momenti che compogono la nostra giornata, la nostra vita, il lavoro, il divertimento, la professione, il privato, il giorno e la notte, stia creando una specie di nuova "specie umana". Un'evoluzione della specie, una nuova societa' che sta creando una nuova dimensione del tempo che diventa assolutamente relativo e quasi ininfluente nei nostri processi vitali. Non so se vi capita di fare o dire cose e di pensare successivamente che siano avvenute solo ieri mentre invece risalgono a piu' di una settimana fa...o viceversa di ricordare un fatto avvenuto 7-8 anni fa mentre invece e' accaduto solo 2-3 anni prima.
E' il tempo internet, e' il tempo di chi utilizzando molto i nuovi devices, che consentono di fare una cosa o di mettersi in contatto con una persona...adesso...sia pur in modalita' asincrona...abbattono la cognizione del tempo stesso. Il tempo biologico che, pur avendo una connotazione ancestrale, oggi si trova a non avere piu' precisi punti di riferimento e costringe l'uomo a ricercare nuove regole, nuovi paradigmi per comprendere il proprio sè e per contestualizzarlo nel mondo che lo circonda.
domenica, giugno 11, 2006
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6 commenti:
Bello questo concetto.
Ciao Layla, che sia il primo step evoluzionistico verso la nascita di una vera interazione naturale tra uomo e macchina?
Ciao Matteo, boh...non saprei... certo che se io fossi un sociologo mi prenderei a cuore queste dinamiche comportamentali
A me non pare affatto una cosa buona...
good start
Si, probabilmente lo e
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