Nelle mie innumerevoli elucubrazioni mentali :-) ieri riflettevo su come potrebbe essere suddivisa tra dieci anni la torta degli investimenti pubblicitari.
Dando per scontato che tutti i mezzi saranno digitali, compreso il digitale terrestre e il satellite direi, e ipotizzando che l'attuale classificazione, non sara' piu' sensata:
44% piattaforma televisiva digitale:
- 22% digitale terrestre
- 8% digitale satellitare
- 12% internet tv
12% banner/rich media (al netto degli spot di cui sopra)
24% search e similari
14% mobile
7% ambient media
1% cinema
Come vi sembra? Mi aiutate a fare un ragionamento pur non avendo noi in mano la mitica "crystal ball"?
giovedì, maggio 14, 2009
mercoledì, maggio 13, 2009
iProspect rivela attraverso una recente ricerca le sinergie e le correlazioni tra online display advertising e motori di ricerca
La ricerca di iProspect, agenzia specializzata in Search Engine Marketing, appartenente al network ISOBAR, evidenzia che quasi la metà degli utenti esposti ad una campagna pubblicitaria banner interagiscono effettuando una ricerca sui “motori”.
Milano, 12 maggio 2009 — L'agenzia specializzata in Search Engine Marketing, iProspect® , appartenente al network Isobar, ha pubblicato recentemente i risultati della ricerca "Search Engine Marketing e Online Display Advertising Integration”.
La ricerca di iProspect®, commissionata negli Stati Uniti a Forrester consulting, mette in risalto che quasi lo stesso numero di Internet user che visitano un sito web in seguito all’esposizione ai banner e ad altri formati pubblicitari, reagisce ed interagisce alla campagna pubblicitaria online effettuando una ricerca su un motore di ricerca.
Infatti, contrariamente a quanto sostenuto in passato a proposito della relazione tra search engine marketing e display advertising, i risultati di questo nuovo studio indicano che i due canali online hanno una relazione molto più stretta di quanto si potesse pensare.
La ricerca mette in evidenza che gli utenti rispondono all’esposizione e alla sollecitazione della campagna di display advertising nel modo seguente: il 31% interagisce cliccando direttamente su un banner pubblicitario o altri formati “display”; il 27% reagisce ricercando informazioni sul prodotto, sul brand, o l’azienda tramite un motore di ricerca; il 21% risponde digitando direttamente l’indirizzo web dell’azienda nel proprio browser e navigando direttamente nel sito web, il 9% naviga alla ricerca di informazioni sul prodotto, il brand, o l’azienda attraverso i social media.
“Il messaggio chiave che emerge da questo studio è che alla display advertising ovvero alla pubblicita’ tabellare online si deve attribuire un ruolo sempre piu’ importante nelle strategie di comunicazione, sia per il suo contributo in termini di brand awareness, sia per la capacita’ di stimolare un’interazione attraverso comportamenti degli utenti internet che possono spaziare dal click through all’approfondimento di informazioni sulla marca e sul prodotto attraverso i social media -ha dichiarato Layla Pavone Managing Director di Isobar-. In sostanza, il search diventa un modo alternativo e complementare di interagire con la brand, laddove il ruolo dei banner, dei rich media e di tutti i formati online piu’ evoluti e impattanti, diventa fortemente sinergico e costituisce un reale incentivo all’attivita’ effettuata successivamente sui motori di ricerca -ha continuato Pavone-. Il risultato di questa ricerca contiene un’indicazione importante per gli investitori pubblicitari: nel momento in cui decideranno di fare un investimento in display advertising dovranno contemporaneamente considerare la leva del search marketing, fondamentale per “catturare” la domanda indotta dalla campagna banner, cosa non sempre scontata, fino ad ora”.
“Molte ricerche sulla sinergia display e search advertising mettono in risalto come i banner influenzino prevalentemente il click rate e in alcuni casi il conversion rate, mentre è stata riconosciuta ai media offline ed in particolare alla televisione “classica” la capacità di influenzare il comportamento degli utenti search – ha ribadito Mariano Di Benedetto, Responsabile di iProspect in Italia-. Questa ricerca fornisce ulteriori spunti da prendere in considerazione:
1. il display permette di catturare l'interesse degli utenti
2. il display è fortemente sinergico al search advertising
3. il search conferma il ruolo di collettore dell'advertisingUn elemento fondamentale è sicuramente la corretta attribuzione dei risultati a fronte di progetti di comunicazione digitale complessi ed articolati. La ricerca conferma ancora una volta le nostre convinzioni in merito all’importanza di considerare, a partire dalla strategia per arrivare all’evaluation, la comunicazione nel suo complesso, come un insieme di elementi integrati e non come una somma di veicoli presi singolarmente. E' fondamentale pertanto sviluppare corretti modelli di attribuzione dei risultati e la ricerca rappresenta un valido sostegno che ogni investitore pubblicitario dovrebbe prendere in considerazione per valutare l’efficacia dei diversi canali pubblicitari.”
Altre interessanti evidenze emergono dalla ricerca, come ad esempio il fatto che un terzo degli utenti di Internet (il 33%) che interagisce direttamente con il display advertising alla fine acquista da prodotti proprio da quelle aziende con le quali ha maturato una certa “famigliarità” in misura doppia rispetto a coloro i quali sono stati esposti, per la prima volta, ad un’offerta di prodotto attraverso la display advertising (14%).
Ancora una volta il ruolo della pubblicita’ online si rivela importante in termini di contributo al ricordo della marca e a tutte le metriche che vanno nella direzione dell’acquisto.
In sintesi si rafforza ulteriormente e oggettivamente l’efficacia della display advertising e dei motori di ricerca soprattutto se utilizzati in sinergia.
Si tratta di un “insight” che gli investitori pubblicitari dovrebbero trovare particolarmente interessante in questo momento di congiuntura economica nel quale la richiesta principale e’ quella di poter “ottenere di più con meno”.
---------------------------------------------------------------------------------------------
iProspect, agenzia del network Isobar, è leader mondiale nel Search Engine Marketing.
La sua mission principale e’ legata al supporto e alla massimizzazione del “ROI -return on investment” delle proprie aziende clienti- sia attraverso l’ottimizzazione dell’organic search, sia attraverso il paid search ovvero il keyword advertising management e tutti gli altri servizi legati alle attivita’ sui motori di ricerca, compresi web analytics, reputation management etc.
Per maggiori informazioni sulla ricerca “iProspect Search Engine Marketing e Online Display Advertising Integration Study”
contattare:
Isobar Communications
Layla Pavone oppure Mariano Di Benedetto -tel. 0277696.1
email:
layla.pavone@isobar.net
mariano.dibenedetto@iprospect.com
Milano, 12 maggio 2009 — L'agenzia specializzata in Search Engine Marketing, iProspect® , appartenente al network Isobar, ha pubblicato recentemente i risultati della ricerca "Search Engine Marketing e Online Display Advertising Integration”.
La ricerca di iProspect®, commissionata negli Stati Uniti a Forrester consulting, mette in risalto che quasi lo stesso numero di Internet user che visitano un sito web in seguito all’esposizione ai banner e ad altri formati pubblicitari, reagisce ed interagisce alla campagna pubblicitaria online effettuando una ricerca su un motore di ricerca.
Infatti, contrariamente a quanto sostenuto in passato a proposito della relazione tra search engine marketing e display advertising, i risultati di questo nuovo studio indicano che i due canali online hanno una relazione molto più stretta di quanto si potesse pensare.
La ricerca mette in evidenza che gli utenti rispondono all’esposizione e alla sollecitazione della campagna di display advertising nel modo seguente: il 31% interagisce cliccando direttamente su un banner pubblicitario o altri formati “display”; il 27% reagisce ricercando informazioni sul prodotto, sul brand, o l’azienda tramite un motore di ricerca; il 21% risponde digitando direttamente l’indirizzo web dell’azienda nel proprio browser e navigando direttamente nel sito web, il 9% naviga alla ricerca di informazioni sul prodotto, il brand, o l’azienda attraverso i social media.
“Il messaggio chiave che emerge da questo studio è che alla display advertising ovvero alla pubblicita’ tabellare online si deve attribuire un ruolo sempre piu’ importante nelle strategie di comunicazione, sia per il suo contributo in termini di brand awareness, sia per la capacita’ di stimolare un’interazione attraverso comportamenti degli utenti internet che possono spaziare dal click through all’approfondimento di informazioni sulla marca e sul prodotto attraverso i social media -ha dichiarato Layla Pavone Managing Director di Isobar-. In sostanza, il search diventa un modo alternativo e complementare di interagire con la brand, laddove il ruolo dei banner, dei rich media e di tutti i formati online piu’ evoluti e impattanti, diventa fortemente sinergico e costituisce un reale incentivo all’attivita’ effettuata successivamente sui motori di ricerca -ha continuato Pavone-. Il risultato di questa ricerca contiene un’indicazione importante per gli investitori pubblicitari: nel momento in cui decideranno di fare un investimento in display advertising dovranno contemporaneamente considerare la leva del search marketing, fondamentale per “catturare” la domanda indotta dalla campagna banner, cosa non sempre scontata, fino ad ora”.
“Molte ricerche sulla sinergia display e search advertising mettono in risalto come i banner influenzino prevalentemente il click rate e in alcuni casi il conversion rate, mentre è stata riconosciuta ai media offline ed in particolare alla televisione “classica” la capacità di influenzare il comportamento degli utenti search – ha ribadito Mariano Di Benedetto, Responsabile di iProspect in Italia-. Questa ricerca fornisce ulteriori spunti da prendere in considerazione:
1. il display permette di catturare l'interesse degli utenti
2. il display è fortemente sinergico al search advertising
3. il search conferma il ruolo di collettore dell'advertisingUn elemento fondamentale è sicuramente la corretta attribuzione dei risultati a fronte di progetti di comunicazione digitale complessi ed articolati. La ricerca conferma ancora una volta le nostre convinzioni in merito all’importanza di considerare, a partire dalla strategia per arrivare all’evaluation, la comunicazione nel suo complesso, come un insieme di elementi integrati e non come una somma di veicoli presi singolarmente. E' fondamentale pertanto sviluppare corretti modelli di attribuzione dei risultati e la ricerca rappresenta un valido sostegno che ogni investitore pubblicitario dovrebbe prendere in considerazione per valutare l’efficacia dei diversi canali pubblicitari.”
Altre interessanti evidenze emergono dalla ricerca, come ad esempio il fatto che un terzo degli utenti di Internet (il 33%) che interagisce direttamente con il display advertising alla fine acquista da prodotti proprio da quelle aziende con le quali ha maturato una certa “famigliarità” in misura doppia rispetto a coloro i quali sono stati esposti, per la prima volta, ad un’offerta di prodotto attraverso la display advertising (14%).
Ancora una volta il ruolo della pubblicita’ online si rivela importante in termini di contributo al ricordo della marca e a tutte le metriche che vanno nella direzione dell’acquisto.
In sintesi si rafforza ulteriormente e oggettivamente l’efficacia della display advertising e dei motori di ricerca soprattutto se utilizzati in sinergia.
Si tratta di un “insight” che gli investitori pubblicitari dovrebbero trovare particolarmente interessante in questo momento di congiuntura economica nel quale la richiesta principale e’ quella di poter “ottenere di più con meno”.
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iProspect, agenzia del network Isobar, è leader mondiale nel Search Engine Marketing.
La sua mission principale e’ legata al supporto e alla massimizzazione del “ROI -return on investment” delle proprie aziende clienti- sia attraverso l’ottimizzazione dell’organic search, sia attraverso il paid search ovvero il keyword advertising management e tutti gli altri servizi legati alle attivita’ sui motori di ricerca, compresi web analytics, reputation management etc.
Per maggiori informazioni sulla ricerca “iProspect Search Engine Marketing e Online Display Advertising Integration Study”
contattare:
Isobar Communications
Layla Pavone oppure Mariano Di Benedetto -tel. 0277696.1
email:
layla.pavone@isobar.net
mariano.dibenedetto@iprospect.com
martedì, maggio 12, 2009
Partecipa alla serata Mediastar il 27 maggio a Milano
C'e' sempre una prima volta...e dopo tanti convegni a cui ho partecipato come relatore o che ho organizzato invitando keynote speaker, questa volta sono stata chiamata a fare la moderatrice :-)
alla Tavola rotonda organizzata dal Premio Mediastars il 27 maggio ore 19 all'Auditorium San Fedele in via Hoepli a Milano.
"BRAND ACTIVITY. COME LA COMUNICAZIONE PUO' SUPPORTARE LE INNOVAZIONI DEL BRAND"
I relatori saranno:
Matteo Battiston-Direttore IED Comunicazione-Milano
Fabrizio Bernasconi-Presidente PDA e Amministratore Delegato RBA
Chiara Busani-Responsabile Sales Marketing Retail OSRAM
Maurizio Cinti-Direttore Creativo AdmCom
Pietro Dotti-Presidente J. Walter Thompson Italia
Hannes Waldmüller-Responsabile Marketing Consorzio VOG
Seguira' cocktail e premiazione della XIII edizione Mediastars
Vi aspetto!
alla Tavola rotonda organizzata dal Premio Mediastars il 27 maggio ore 19 all'Auditorium San Fedele in via Hoepli a Milano.
"BRAND ACTIVITY. COME LA COMUNICAZIONE PUO' SUPPORTARE LE INNOVAZIONI DEL BRAND"
I relatori saranno:
Matteo Battiston-Direttore IED Comunicazione-Milano
Fabrizio Bernasconi-Presidente PDA e Amministratore Delegato RBA
Chiara Busani-Responsabile Sales Marketing Retail OSRAM
Maurizio Cinti-Direttore Creativo AdmCom
Pietro Dotti-Presidente J. Walter Thompson Italia
Hannes Waldmüller-Responsabile Marketing Consorzio VOG
Seguira' cocktail e premiazione della XIII edizione Mediastars
Vi aspetto!
mercoledì, maggio 06, 2009
New York New York
Sono appena rientrata da NY e vorrei condividere con voi qualche "tip" nel caso doveste partire prossimamente:
-influenza suina: nessun problema, a parte i giapponesi che usano indossare la mascherina di default, tutti in giro tranquilli, nessun pericolo...
-la crisi: a Manhattan non si avverte moltissimo a dire la verita', c'e' sempre la solita frenesia, tanta gente in giro per fare shopping. Da Abercrombie & Fitch ho visto una fila di almeno 100 persone che aspettavano di entrare nella mecca della brand che sembra sia ancora un must per molti fanatici...
-ristoranti: sempre pieni e abbastanza cari. Uno di questi che vi raccomando e' Oyster a Grand Central (si mangia il miglior pesce di Manhattan) era pieno e come al solito abbastanza "caruccio" http://www.oysterbarny.com/oysterbar/html/index2.htm.
Un altro e' il Thalia, 8 av. cross 49 str, molto accogliente, un po' troppo buio per i miei gusti ma si mangia bene http://www.restaurantthalia.com/
Infine a Little Italy il mitico Gemma, veramente carino e non si spende tantissimo http://www.theboweryhotel.com/dining/
-shopping: se si ha voglia di fare un giro nel New Jersey si puo' andare al Woodbury Outlet dove si compra benissimo. Si puo' affittare un'auto, costo circa 100 dollari al giorno tasse incluse e assicurazione http://www.budget.com/budgetWeb/home/home.ex.
E' anche carino come gita fuori porta in mezzo al verde del New Jersey
www.premiumoutlets.com
Per fare acquisti di prodotti alimentari non si puo' non andare nel favoloso Dean & Deluca a Soho
http://www.deandeluca.com/, mi viene l'acquolina in bocca solo a ripensarci!
Taxi: se si e' in gruppo conviene piu' della metropolitana
Dall'aereoporto a Manhattan non conviene prenotare lo shuttle, sempre se si e' in gruppo, ma conviene il taxi che costa 45 dollari tariffa imposta + 1,5 dollari a bagaglio.
-influenza suina: nessun problema, a parte i giapponesi che usano indossare la mascherina di default, tutti in giro tranquilli, nessun pericolo...
-la crisi: a Manhattan non si avverte moltissimo a dire la verita', c'e' sempre la solita frenesia, tanta gente in giro per fare shopping. Da Abercrombie & Fitch ho visto una fila di almeno 100 persone che aspettavano di entrare nella mecca della brand che sembra sia ancora un must per molti fanatici...
-ristoranti: sempre pieni e abbastanza cari. Uno di questi che vi raccomando e' Oyster a Grand Central (si mangia il miglior pesce di Manhattan) era pieno e come al solito abbastanza "caruccio" http://www.oysterbarny.com/oysterbar/html/index2.htm.
Un altro e' il Thalia, 8 av. cross 49 str, molto accogliente, un po' troppo buio per i miei gusti ma si mangia bene http://www.restaurantthalia.com/
Infine a Little Italy il mitico Gemma, veramente carino e non si spende tantissimo http://www.theboweryhotel.com/dining/
-shopping: se si ha voglia di fare un giro nel New Jersey si puo' andare al Woodbury Outlet dove si compra benissimo. Si puo' affittare un'auto, costo circa 100 dollari al giorno tasse incluse e assicurazione http://www.budget.com/budgetWeb/home/home.ex.
E' anche carino come gita fuori porta in mezzo al verde del New Jersey
www.premiumoutlets.com
Per fare acquisti di prodotti alimentari non si puo' non andare nel favoloso Dean & Deluca a Soho
http://www.deandeluca.com/, mi viene l'acquolina in bocca solo a ripensarci!
Taxi: se si e' in gruppo conviene piu' della metropolitana
Dall'aereoporto a Manhattan non conviene prenotare lo shuttle, sempre se si e' in gruppo, ma conviene il taxi che costa 45 dollari tariffa imposta + 1,5 dollari a bagaglio.
giovedì, aprile 30, 2009
Pronte le guidelines di IAB per l'online video advertising
L'online advertising cresce in Italia ed il lavoro di IAB per supportare l'industria della comunicazione nell'adozione di standard e best practice nel business piu' dinamico dell'ultimo decennio non si ferma mai...
Vi segnalo il link al IAB UK che ha svolto un lavoro eccezionale e che ha prodotto una mole di informazioni veramente utili per concessionarie, editori, agenzie, centri media e investitori pubblicitari per sfruttare al meglio questa fantastica opportunita' che offre internet in materia di video advertising.
http://www.iabuk.net/en/1/onlinevideomarketing.html
Vi segnalo il link al IAB UK che ha svolto un lavoro eccezionale e che ha prodotto una mole di informazioni veramente utili per concessionarie, editori, agenzie, centri media e investitori pubblicitari per sfruttare al meglio questa fantastica opportunita' che offre internet in materia di video advertising.
http://www.iabuk.net/en/1/onlinevideomarketing.html
L'adv online continua a crescere ;-)
Vi riporto il comunicato stampa relativo all'ultima release della ricerca di EIAA -Adbarometer...
In sintesi potremmo dire che l'adv online...GO GO GO!!!
.......
Key Findings
· Advertisers continue to increase investment in online despite current economic climate
· Online continues to divert spend from traditional advertising budgets
· Renewed focus on targeting to further increase ROI
· Mobile and video innovation seen as key market drivers over the next three years
· Increase in Pan European campaigns as advertisers aim for better cost efficiencies
London, 22 April 2009 – According to EIAA research released today, despite the credit crunch, the internet is continuing to prove the medium of choice for more advertisers as they seek to maximise return on investment. 70% of advertisers claim that their allocated online ad spend is increasing in 2009 and with this growth in the digital sector continuing (+21% in 2010 and +15% in 2011), it’s a medium set to be a rising star for years to come.
The EIAA Marketers’ Internet Ad Barometer, was commissioned by the EIAA to provide the most up to date insight into how advertisers plan to change their strategies in 2009 and beyond. The research explores economic and commercial issues for marketers today and how they will evolve their use of interactive media to target their audiences. The results reveal that online is playing an increasingly important role in overall advertising strategies with 47% of advertisers now regarding online as an essential factor within the marketing mix (vs. 38% in 2008 and 17% in 2006).
Budgets move from Traditional Media
Marketers continue to reallocate budget from traditional media to online, demonstrating the continued investment by marketers in the digital sector. The research indicates that the increase in online ad spend is coming directly from TV (37%* of advertisers claim the increase in online ad spend has come from TV), newspapers (32%*) and increasingly, magazines (46%*). This growth in digital demonstrates not only the accountability of the medium but also to the increasing value and time consumers are spending online (+28%† growth in weekly internet use in 2008 compared with 2004).
Interestingly, DM** and radio budgets have seen the biggest decrease in revenue reallocated to online spend, with only 24%* and 12%* of advertisers claiming the increase in online ad spend has come directly from these media (vs. 32% and 20% in 2008). This points to a possible focus shift towards media that attributes itself to performance-led targeting as advertisers look to maximise their ROI, reach and cost efficiencies. Further to this, 72% of advertisers cite an increase in targeting according to demographic breaks usually associated with traditional media. With over half actively targeting the 25 to 44 age group (28% 25-34, 29% 35-44) it seems that advertisers are matching their targeting capabilities with the demographics that are using online frequently (average of 13.9 hours† spent online each week for 25-34 year olds and 11 hours† amongst 35-44 year olds).
Emerging Formats
Advertisers are increasingly recognising the value and impact of mobile advertising. The research found that advertisers who see online advertising as essential are increasing their mobile budgets significantly, (23% vs. 12% of all advertisers) showing that advertisers that have a heavy association with online and understand its benefits, are also at the forefront of emerging formats and innovation. With almost a third of all advertisers (30%) stating they use mobile within their advertising strategy and mass market user penetration of 87%† across Europe the mobile advertising format is clearly set to become an increasingly effective platform.
The research also points to a move towards further investment and growth in particular formats such as online video advertising, with 35% of advertisers stating this format is increasingly being used within their online strategies. With the growth of rich media content and brands such as Barclaycard using video content to add value to its current television campaign, it seems that video set to grow and develop in coming years.
Pan-Regional Online Ad Budgets
According to the research, advertisers are currently allocating an average of 16% of their online ad spend at a pan-regional‡ rather than country level (vs. 11% in 2008). On average pan-regional advertisers also predict a higher increase in their online advertising spend in 2009 with 82% citing an increase compared with 69% of their local counterparts. Western Europe is currently the most attractive market for online multi-national deals due to perceived cultural and marketing similarities*** and with this group using behavioral targeting more heavily compared to local (39% vs. 22%) it seems that advertisers are taking further steps to increase cost efficiencies yet continue to maximise the potential of their target market.
Alison Fennah, Executive Director of the EIAA said: “With every media investment closely scrutinised by brands and a renewed focus on ROI, online comes into its own as the most effective way of providing accountability for marketers. Market conditions are tough, yet online is continuing to innovate and emerging formats such as mobile advertising and online video advertising look set to become big players in the next few years as brands see the benefit of cross-platform marketing campaigns.”
questo il link alla ricerca
http://www.eiaa.net/ftp/casestudiesppt/EIAA_Marketers_Internet_Ad_Barometer_2009_PR_Presentation.pdf
In sintesi potremmo dire che l'adv online...GO GO GO!!!
.......
Key Findings
· Advertisers continue to increase investment in online despite current economic climate
· Online continues to divert spend from traditional advertising budgets
· Renewed focus on targeting to further increase ROI
· Mobile and video innovation seen as key market drivers over the next three years
· Increase in Pan European campaigns as advertisers aim for better cost efficiencies
London, 22 April 2009 – According to EIAA research released today, despite the credit crunch, the internet is continuing to prove the medium of choice for more advertisers as they seek to maximise return on investment. 70% of advertisers claim that their allocated online ad spend is increasing in 2009 and with this growth in the digital sector continuing (+21% in 2010 and +15% in 2011), it’s a medium set to be a rising star for years to come.
The EIAA Marketers’ Internet Ad Barometer, was commissioned by the EIAA to provide the most up to date insight into how advertisers plan to change their strategies in 2009 and beyond. The research explores economic and commercial issues for marketers today and how they will evolve their use of interactive media to target their audiences. The results reveal that online is playing an increasingly important role in overall advertising strategies with 47% of advertisers now regarding online as an essential factor within the marketing mix (vs. 38% in 2008 and 17% in 2006).
Budgets move from Traditional Media
Marketers continue to reallocate budget from traditional media to online, demonstrating the continued investment by marketers in the digital sector. The research indicates that the increase in online ad spend is coming directly from TV (37%* of advertisers claim the increase in online ad spend has come from TV), newspapers (32%*) and increasingly, magazines (46%*). This growth in digital demonstrates not only the accountability of the medium but also to the increasing value and time consumers are spending online (+28%† growth in weekly internet use in 2008 compared with 2004).
Interestingly, DM** and radio budgets have seen the biggest decrease in revenue reallocated to online spend, with only 24%* and 12%* of advertisers claiming the increase in online ad spend has come directly from these media (vs. 32% and 20% in 2008). This points to a possible focus shift towards media that attributes itself to performance-led targeting as advertisers look to maximise their ROI, reach and cost efficiencies. Further to this, 72% of advertisers cite an increase in targeting according to demographic breaks usually associated with traditional media. With over half actively targeting the 25 to 44 age group (28% 25-34, 29% 35-44) it seems that advertisers are matching their targeting capabilities with the demographics that are using online frequently (average of 13.9 hours† spent online each week for 25-34 year olds and 11 hours† amongst 35-44 year olds).
Emerging Formats
Advertisers are increasingly recognising the value and impact of mobile advertising. The research found that advertisers who see online advertising as essential are increasing their mobile budgets significantly, (23% vs. 12% of all advertisers) showing that advertisers that have a heavy association with online and understand its benefits, are also at the forefront of emerging formats and innovation. With almost a third of all advertisers (30%) stating they use mobile within their advertising strategy and mass market user penetration of 87%† across Europe the mobile advertising format is clearly set to become an increasingly effective platform.
The research also points to a move towards further investment and growth in particular formats such as online video advertising, with 35% of advertisers stating this format is increasingly being used within their online strategies. With the growth of rich media content and brands such as Barclaycard using video content to add value to its current television campaign, it seems that video set to grow and develop in coming years.
Pan-Regional Online Ad Budgets
According to the research, advertisers are currently allocating an average of 16% of their online ad spend at a pan-regional‡ rather than country level (vs. 11% in 2008). On average pan-regional advertisers also predict a higher increase in their online advertising spend in 2009 with 82% citing an increase compared with 69% of their local counterparts. Western Europe is currently the most attractive market for online multi-national deals due to perceived cultural and marketing similarities*** and with this group using behavioral targeting more heavily compared to local (39% vs. 22%) it seems that advertisers are taking further steps to increase cost efficiencies yet continue to maximise the potential of their target market.
Alison Fennah, Executive Director of the EIAA said: “With every media investment closely scrutinised by brands and a renewed focus on ROI, online comes into its own as the most effective way of providing accountability for marketers. Market conditions are tough, yet online is continuing to innovate and emerging formats such as mobile advertising and online video advertising look set to become big players in the next few years as brands see the benefit of cross-platform marketing campaigns.”
questo il link alla ricerca
http://www.eiaa.net/ftp/casestudiesppt/EIAA_Marketers_Internet_Ad_Barometer_2009_PR_Presentation.pdf
lunedì, aprile 20, 2009
C'e' social-media e social-media...
Che il web sia un ambiente fortemente dinamico lo sappiamo. Che a volte sia proprio l'online l'ambiente in cui ricercare i segnali deboli di alcune tendenze o fenomeni nascenti, anche questo e' abbastanza noto.
Ma proprio per questo, a volte, si tende a omogeneizzare, classificare o addirittura banalizzare in termini di "cluster" alcune realta' nascenti. L'incapacita' di cogliere ed analizzare in profondita' alcuni fenomeni, che poi diventano nel tempo tendenze, proprio a causa della velocita' con cui si impongono, puo' fa correre il rischio di trarre deduzioni non corrette e "linee guida" sbagliate per chi si occupa di informazione e comunicazione.
L'ambito dei social network o social media e' proprio il classico esempio. Oggi la parola d'ordine e' engagament e poiche' l'ambiente piu' "engaging" a cui si possa pensare oggi e' quello dei social media, allora si dice "famolo social" senza riflettere molto sul fatto che c'e' social media e social media.
Lo stesso concetto di "socializzazione" e' differente per ognuno di noi. Dipende dal sistema valoriale che attribuiamo alla parola socializzare.
Ci sono infatti enormi differenze tra social media quali, Youtube, Linkedin, Meetic, Netlog, Facebook, Myspace, Twitter, Badoo etc. e sarebbe opportuno poterle analizzare nel dettaglio. Ognuno di questi ambienti ha un "vissuto" dal punto di vista qualitativo differente. Il fatto che Youtube o Facebook o Myspace abbiano diversi milioni di iscritti in Italia, dal mio punto di vista dice molto poco, se non fosse che dentro quei mondi esistono una miriade di microcosmi che devono essere soppesati per il valore instrinseco in termini contenuti che ognuno di essi rappresenta. Bisognerebbe trovare una nuova ed ulteriore unita' di misura da affiancare al tempo speso quando si parla di social media, forse...una sorta di "profondimetro" che consenta a chi si occupa di comunicazione di analizzare nel dettaglio il peso delle relazioni che si creano all'interno di tali ambienti e che consenta anche di comprendere il reale "commitment" che ognuno di noi attribuisce alle cose che dice, che guarda, al numero di amicizie/link che chiede e che concede, ai gruppi a cui appartiene, ai "post" che pubblica.
Ma proprio per questo, a volte, si tende a omogeneizzare, classificare o addirittura banalizzare in termini di "cluster" alcune realta' nascenti. L'incapacita' di cogliere ed analizzare in profondita' alcuni fenomeni, che poi diventano nel tempo tendenze, proprio a causa della velocita' con cui si impongono, puo' fa correre il rischio di trarre deduzioni non corrette e "linee guida" sbagliate per chi si occupa di informazione e comunicazione.
L'ambito dei social network o social media e' proprio il classico esempio. Oggi la parola d'ordine e' engagament e poiche' l'ambiente piu' "engaging" a cui si possa pensare oggi e' quello dei social media, allora si dice "famolo social" senza riflettere molto sul fatto che c'e' social media e social media.
Lo stesso concetto di "socializzazione" e' differente per ognuno di noi. Dipende dal sistema valoriale che attribuiamo alla parola socializzare.
Ci sono infatti enormi differenze tra social media quali, Youtube, Linkedin, Meetic, Netlog, Facebook, Myspace, Twitter, Badoo etc. e sarebbe opportuno poterle analizzare nel dettaglio. Ognuno di questi ambienti ha un "vissuto" dal punto di vista qualitativo differente. Il fatto che Youtube o Facebook o Myspace abbiano diversi milioni di iscritti in Italia, dal mio punto di vista dice molto poco, se non fosse che dentro quei mondi esistono una miriade di microcosmi che devono essere soppesati per il valore instrinseco in termini contenuti che ognuno di essi rappresenta. Bisognerebbe trovare una nuova ed ulteriore unita' di misura da affiancare al tempo speso quando si parla di social media, forse...una sorta di "profondimetro" che consenta a chi si occupa di comunicazione di analizzare nel dettaglio il peso delle relazioni che si creano all'interno di tali ambienti e che consenta anche di comprendere il reale "commitment" che ognuno di noi attribuisce alle cose che dice, che guarda, al numero di amicizie/link che chiede e che concede, ai gruppi a cui appartiene, ai "post" che pubblica.
mercoledì, aprile 15, 2009
Abruzzo forte e gentile
Forte come e' stato il terremoto...come continua a essere ancora...forte, ma certamente non gentile.
Le mie radici sono per meta' la'...l'altra meta' sono in Toscana...percio' non posso esimermi dal dire qualcosa anche io.
Conosco bene quella terra, quella gente...ho passato le mie vacanze, la mia infanzia dopo la scuola tra Atri e Pineto. Ho zii e cugini che vivono la'. Luoghi bellissimi.
So di che "stoffa" sono fatti gli abruzzesi, si dice che la terra e la gente d'Abruzzo sia forte e gentile. Ed e' davvero cosi'. Questione di DNA.
Ma sono comunque rimasta colpita dalla forza d'animo, dalla dignita', dal coraggio di tutti gli aquilani che nonostante tutto non si sono persi d'animo nemmeno per un attimo, nonostante la disperazione si legga nei loro occhi. Gente tosta e determinata, forte dentro e fuori.
Le mie radici sono per meta' la'...l'altra meta' sono in Toscana...percio' non posso esimermi dal dire qualcosa anche io.
Conosco bene quella terra, quella gente...ho passato le mie vacanze, la mia infanzia dopo la scuola tra Atri e Pineto. Ho zii e cugini che vivono la'. Luoghi bellissimi.
So di che "stoffa" sono fatti gli abruzzesi, si dice che la terra e la gente d'Abruzzo sia forte e gentile. Ed e' davvero cosi'. Questione di DNA.
Ma sono comunque rimasta colpita dalla forza d'animo, dalla dignita', dal coraggio di tutti gli aquilani che nonostante tutto non si sono persi d'animo nemmeno per un attimo, nonostante la disperazione si legga nei loro occhi. Gente tosta e determinata, forte dentro e fuori.
venerdì, aprile 03, 2009
Comitato antipirateria digitale
Eccoci qui.
CVD Mauro Masi e' diventato Direttore Generale della RAI.
Che ne sara' di tutto il lavoro fatto dal Comitato Antipirateria? Le audizioni saranno tenute in considerazione?
Sara' tutto da rifare?
CVD Mauro Masi e' diventato Direttore Generale della RAI.
Che ne sara' di tutto il lavoro fatto dal Comitato Antipirateria? Le audizioni saranno tenute in considerazione?
Sara' tutto da rifare?
giovedì, marzo 26, 2009
Email forward a Davide Rossi - Univideo
Quello che posso fare e' un forward di questa email al dottor Rossi.
Chissa' che possa essere utile a fargli cambiare idea :-)
---------- Forwarded message ----------
Date: Thu, 28 Sep 2000 17:43:58 -0400
From: vinton g. cerf vcerf@MCI.NET
To: Declan McCullaugh, farber@cis.upenn.eduCc: rkahn@cnri.reston.va.us
Subject: Al Gore and the Internet
Dave and Declan,
I am taking the liberty of sending to you both a briefsummary of Al Gore's Internet involvement, prepared byBob Kahn and me. As you know, there have been a seeminglyunending series of jokes chiding the vice president forhis assertion that he "took the initiative in creating the Internet.
"Bob and I believe that the vice president deserves significantcredit for his early recognition of the importance of what hasbecome the Internet.
I thought you might find this short summary of sufficient interest to share it with Politech and the IP lists, respectively.========================================
Al Gore and the Internet
By Robert Kahn and Vinton Cerf
Al Gore was the first political leader to recognize the importance of the Internet and to promote and support its development.
No one person or even small group of persons exclusively "invented" the Internet.
It is the result of many years of ongoing collaboration among people in government and the university community. But as the two people who designed the basic architecture and the core protocols that make the Internet work, we would like to acknowledge VP Gore's contributions as a Congressman, Senator and as Vice President. No other elected official, to our knowledge, has made a greater contribution over a longer period of time.
Last year the Vice President made a straightforward statement on his role. He said: "During my service in the United States Congress I took the initiative in creating the Internet." We don't think, as some people have argued, that Gore intended to claim he "invented" the Internet. Moreover, there is no question in our minds that while serving as Senator, Gore's initiatives had a significant and beneficial effect on the still-evolving Internet. The fact of the matter is that Gore was talking about and promoting the Internet long before most people were listening. We feel it is timely to offer our perspective.As far back as the 1970s Congressman Gore promoted the idea of high speed telecommunications as an engine for both economic growth and the improvement of our educational system. He was the first elected official to grasp the potential of computer communications to have a broader impact than just improving the conduct of science and scholarship. Though easily forgotten, now, at the time this was an unproven and controversial concept. Our work on the Internet started in 1973 and was based on even earlier work that took place in the mid-late 1960s. But the Internet, as we know it today, was not deployed until 1983. When the Internet was still in the early stages of its deployment,
Congressman Gore provided intellectual leadership by helping create the vision of the potential benefits of high speed computing and communication.
As an example, he sponsored hearings on how advanced technologies might be put to use in areas like coordinating the response of government agencies t!o !!!natural disasters and other crises.
As a Senator in the 1980s Gore urged government agencies to consolidate what at the time were several dozen different and unconnected networks into an "Interagency Network."
Working in a bi-partisan manner with officials in Ronald Reagan and George Bush's administrations, Gore secured the passage of the High Performance Computing and Communications Act in 1991.
This "Gore Act" supported the National Research and Education Network (NREN) initiative that became one of the major vehicles for the spread of the Internet beyond the field of computer science. As Vice President Gore promoted building the Internet both up and out, as well as releasing the Internet from the control of the government agencies that spawned it. He served as the major administration proponent for continued investment in advanced computing and networking and private sector initiatives such as Net Day.
He was and is a strong proponent of extending access to the network to schools and libraries. Today, approximately 95% of our nation's schools are on the Internet. Gore provided much-needed political support for the speedy privatization of the Internet when the time arrived for it to become a commercially-driven operation.There are many factors that have contributed to the Internet's rapid growth since the later 1980s, not the least of which has been political support for its privatization and continued support for research in advanced networking technology.
No one in public life has been more intellectually engaged in helping to create the climate for a thriving Internet than the Vice President.
Gore has been a clear champion of this effort, both in the councils of government and with the public at large.
The Vice President deserves credit for his early recognition of the value of high speed computing and communication and for his long-term and consistent articulation of the potential value of the Internet to American citizens and industry and, indeed, to the rest of the world.
Version 1.2Word count:
WorldCom22001 Loudoun County ParkwayBuilding F2, Room 4115,
ATTN: Vint CerfAshburn, VA 20147Telephone (703) 886-1690FAX (703) 886-0047
"INTERNET IS FOR EVERYONE!"
INET 2001: Internet Global Summit5-8 June 2001
Sweden International FairsStockholm, Sweden
http://www.isoc.org/inet2001
Chissa' che possa essere utile a fargli cambiare idea :-)
---------- Forwarded message ----------
Date: Thu, 28 Sep 2000 17:43:58 -0400
From: vinton g. cerf vcerf@MCI.NET
To: Declan McCullaugh
Subject: Al Gore and the Internet
Dave and Declan,
I am taking the liberty of sending to you both a briefsummary of Al Gore's Internet involvement, prepared byBob Kahn and me. As you know, there have been a seeminglyunending series of jokes chiding the vice president forhis assertion that he "took the initiative in creating the Internet.
"Bob and I believe that the vice president deserves significantcredit for his early recognition of the importance of what hasbecome the Internet.
I thought you might find this short summary of sufficient interest to share it with Politech and the IP lists, respectively.========================================
Al Gore and the Internet
By Robert Kahn and Vinton Cerf
Al Gore was the first political leader to recognize the importance of the Internet and to promote and support its development.
No one person or even small group of persons exclusively "invented" the Internet.
It is the result of many years of ongoing collaboration among people in government and the university community. But as the two people who designed the basic architecture and the core protocols that make the Internet work, we would like to acknowledge VP Gore's contributions as a Congressman, Senator and as Vice President. No other elected official, to our knowledge, has made a greater contribution over a longer period of time.
Last year the Vice President made a straightforward statement on his role. He said: "During my service in the United States Congress I took the initiative in creating the Internet." We don't think, as some people have argued, that Gore intended to claim he "invented" the Internet. Moreover, there is no question in our minds that while serving as Senator, Gore's initiatives had a significant and beneficial effect on the still-evolving Internet. The fact of the matter is that Gore was talking about and promoting the Internet long before most people were listening. We feel it is timely to offer our perspective.As far back as the 1970s Congressman Gore promoted the idea of high speed telecommunications as an engine for both economic growth and the improvement of our educational system. He was the first elected official to grasp the potential of computer communications to have a broader impact than just improving the conduct of science and scholarship. Though easily forgotten, now, at the time this was an unproven and controversial concept. Our work on the Internet started in 1973 and was based on even earlier work that took place in the mid-late 1960s. But the Internet, as we know it today, was not deployed until 1983. When the Internet was still in the early stages of its deployment,
Congressman Gore provided intellectual leadership by helping create the vision of the potential benefits of high speed computing and communication.
As an example, he sponsored hearings on how advanced technologies might be put to use in areas like coordinating the response of government agencies t!o !!!natural disasters and other crises.
As a Senator in the 1980s Gore urged government agencies to consolidate what at the time were several dozen different and unconnected networks into an "Interagency Network."
Working in a bi-partisan manner with officials in Ronald Reagan and George Bush's administrations, Gore secured the passage of the High Performance Computing and Communications Act in 1991.
This "Gore Act" supported the National Research and Education Network (NREN) initiative that became one of the major vehicles for the spread of the Internet beyond the field of computer science. As Vice President Gore promoted building the Internet both up and out, as well as releasing the Internet from the control of the government agencies that spawned it. He served as the major administration proponent for continued investment in advanced computing and networking and private sector initiatives such as Net Day.
He was and is a strong proponent of extending access to the network to schools and libraries. Today, approximately 95% of our nation's schools are on the Internet. Gore provided much-needed political support for the speedy privatization of the Internet when the time arrived for it to become a commercially-driven operation.There are many factors that have contributed to the Internet's rapid growth since the later 1980s, not the least of which has been political support for its privatization and continued support for research in advanced networking technology.
No one in public life has been more intellectually engaged in helping to create the climate for a thriving Internet than the Vice President.
Gore has been a clear champion of this effort, both in the councils of government and with the public at large.
The Vice President deserves credit for his early recognition of the value of high speed computing and communication and for his long-term and consistent articulation of the potential value of the Internet to American citizens and industry and, indeed, to the rest of the world.
Version 1.2Word count:
WorldCom22001 Loudoun County ParkwayBuilding F2, Room 4115,
ATTN: Vint CerfAshburn, VA 20147Telephone (703) 886-1690FAX (703) 886-0047
"INTERNET IS FOR EVERYONE!"
INET 2001: Internet Global Summit5-8 June 2001
Sweden International FairsStockholm, Sweden
http://www.isoc.org/inet2001
"Internet non serve all'umanità"
A pronunciarla è stato Davide Rossi, presidente dell'Univideo, durante il suo intervento alla Conferenza "Cultura digitale e politica dell'Innovazione". Rossi però non si è fermato qui rincarando la dose con altre affermazioni ad effetto. "Internet c'è da tanti anni - ha proseguito - Ma non mi sembra che la fame nel mondo sia diminuita...".
Mi e' stato chiesto di commentare questa vicenda.
Ma sinceramente credo che la cosa si commenti da sola :-)
Certamente questa asserzione e' da inserire negli annali delle frasi celebri.
Mi e' stato chiesto di commentare questa vicenda.
Ma sinceramente credo che la cosa si commenti da sola :-)
Certamente questa asserzione e' da inserire negli annali delle frasi celebri.
IAB ITALIA in audizione al Comitato Tecnico contro la Pirateria Digitale e Multimediale
Allineamento delle leggi italiane alla normativa europea in materia di commercio elettronico e responsabilità ISP, adesione al principio di responsabilità individuale e promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione degli utenti.
Sono queste le principali richieste dell’industria della comunicazione digitale interattiva
per contrastare il fenomeno della pirateria
Roma, 17 marzo 2009 – IAB Italia è stata audita ieri presso il Comitato Tecnico contro la Pirateria Digitale e Multimediale, recentemente istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto il coordinamento del Prof. Mauro Masi, con lo scopo di definire le azioni contro la pirateria inclusa la possibile adozione di leggi o codici di condotta.
L’audizione di IAB Italia si è inserita nel ciclo di consultazioni finali che ha visto intervenire le principali associazioni di categoria dei produttori di contenuti. Per IAB Italia hanno partecipato il Presidente, Layla Pavone e il General Manager, Fabiano Lazzarini.
Il Presidente Pavone, nel corso del suo intervento, ha illustrato al Comitato la storia, gli obiettivi e le attività di IAB in Italia, con particolare attenzione alle iniziative volte a definire e promuovere codici di condotta e autoregolamentazione che possano continuare a una sempre maggiore trasparenza e tutela degli utenti.
Layla Pavone, inoltre, ha tracciato un quadro del mercato della comunicazione digitale interattiva, inserendo i new media e le opportunità che ne emergono per aziende, cittadini e PA nel più ampio scenario dell’utilizzo di Internet in Italia, offrendo al Comitato una visione aggiornata e puntuale dello scenario che ha riscosso un notevole interesse e posto le basi per un dialogo che continuerà anche nel futuro.
Sul tema specifico della pirateria digitale, il Presidente Layla Pavone, ha espresso la posizione dell’Associazione partendo da alcune considerazioni di carattere generale sullo sviluppo delle tecnologie digitali, l’utilizzo di Internet e i vantaggi competitivi derivanti dall’innovazione tecnologie per l’intero sistema Paese.
Al momento non è disponibile una conoscenza adeguata e approfondita del fenomeno pirateria in grado di delinearne i contorni, e lo sviluppo tecnologico ha reso di fatto impraticabile, per questioni tecniche, un efficace contrasto della pirateria attraverso strumenti quali il filtraggio e il monitoraggio.
Sulla base di queste premesse, IAB Italia ha auspicato l’istituzione di un osservatorio finalizzato alla condivisione di una metodologia condivisa per lo studio del mercato dei contenuti digitale.
Inoltre, l’Associazione ha espresso l’auspicio di un allineamento di qualsiasi futura soluzione legislativa con la normativa europea vigente in materia di commercio elettronico e responsabilità degli ISP, oltre ad un approccio che preveda l’attivazione di oneri e responsabilità in senso individuale ai soggetti che compiono effettivamente reati o illeciti
IAB Italia, infine, ha espresso la necessità della realizzazione di una campagna di informazione e sensibilizzazione a livello istituzionale focalizzata sull’online, che possa mettere in evidenza anche tutti i vantaggi delle tecnologie digitali.
“Auspichiamo, dopo la conclusione dei lavori di questo prestigioso tavolo, l’apertura di una nuova fase di confronto sul tema, alla quale possano partecipare tutti i soggetti interessati: istituzioni, industria ed esponenti della società civile”, ha dichiarato Layla Pavone, Presidente IAB Italia.
www.iab.it
Sono queste le principali richieste dell’industria della comunicazione digitale interattiva
per contrastare il fenomeno della pirateria
Roma, 17 marzo 2009 – IAB Italia è stata audita ieri presso il Comitato Tecnico contro la Pirateria Digitale e Multimediale, recentemente istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto il coordinamento del Prof. Mauro Masi, con lo scopo di definire le azioni contro la pirateria inclusa la possibile adozione di leggi o codici di condotta.
L’audizione di IAB Italia si è inserita nel ciclo di consultazioni finali che ha visto intervenire le principali associazioni di categoria dei produttori di contenuti. Per IAB Italia hanno partecipato il Presidente, Layla Pavone e il General Manager, Fabiano Lazzarini.
Il Presidente Pavone, nel corso del suo intervento, ha illustrato al Comitato la storia, gli obiettivi e le attività di IAB in Italia, con particolare attenzione alle iniziative volte a definire e promuovere codici di condotta e autoregolamentazione che possano continuare a una sempre maggiore trasparenza e tutela degli utenti.
Layla Pavone, inoltre, ha tracciato un quadro del mercato della comunicazione digitale interattiva, inserendo i new media e le opportunità che ne emergono per aziende, cittadini e PA nel più ampio scenario dell’utilizzo di Internet in Italia, offrendo al Comitato una visione aggiornata e puntuale dello scenario che ha riscosso un notevole interesse e posto le basi per un dialogo che continuerà anche nel futuro.
Sul tema specifico della pirateria digitale, il Presidente Layla Pavone, ha espresso la posizione dell’Associazione partendo da alcune considerazioni di carattere generale sullo sviluppo delle tecnologie digitali, l’utilizzo di Internet e i vantaggi competitivi derivanti dall’innovazione tecnologie per l’intero sistema Paese.
Al momento non è disponibile una conoscenza adeguata e approfondita del fenomeno pirateria in grado di delinearne i contorni, e lo sviluppo tecnologico ha reso di fatto impraticabile, per questioni tecniche, un efficace contrasto della pirateria attraverso strumenti quali il filtraggio e il monitoraggio.
Sulla base di queste premesse, IAB Italia ha auspicato l’istituzione di un osservatorio finalizzato alla condivisione di una metodologia condivisa per lo studio del mercato dei contenuti digitale.
Inoltre, l’Associazione ha espresso l’auspicio di un allineamento di qualsiasi futura soluzione legislativa con la normativa europea vigente in materia di commercio elettronico e responsabilità degli ISP, oltre ad un approccio che preveda l’attivazione di oneri e responsabilità in senso individuale ai soggetti che compiono effettivamente reati o illeciti
IAB Italia, infine, ha espresso la necessità della realizzazione di una campagna di informazione e sensibilizzazione a livello istituzionale focalizzata sull’online, che possa mettere in evidenza anche tutti i vantaggi delle tecnologie digitali.
“Auspichiamo, dopo la conclusione dei lavori di questo prestigioso tavolo, l’apertura di una nuova fase di confronto sul tema, alla quale possano partecipare tutti i soggetti interessati: istituzioni, industria ed esponenti della società civile”, ha dichiarato Layla Pavone, Presidente IAB Italia.
www.iab.it
domenica, marzo 01, 2009
Le costellazioni familiari
Ieri ho passato una giornata quasi surreale, bellissima e fortemente coinvolgente dal punto di vista emozionale.
Ho partecipato alle Costellazioni Familiari.
http://www.costellazionifamiliari.it
Pur leggendo, cercando di capire e di spiegare le Costellazioni, per poter davvero comprenderne il significato bisogna partecipare, anche come osservatore puo' andare bene, ma bisogna viverle.
Si tratta di una sorta di messa in scena, quasi uno psicodramma, dei problemi che si hanno: famigliari, relazionali, professionali e anche di salute, che vengono pero' interpretati da altre persone che sceglie colui o colei che vuole "costellare" ovvero rappresentare il problema e che riescono a tirare fuori le motivazioni date spesso da relazioni sistemiche e famigliari di cui non si e' consapevoli e coscienti e che invece influiscono molto sui comportamenti, gli accadimenti e gli eventi. I rappresentanti hanno dunque accesso ad una coscienza che appartiene alle persone di cui occupano il posto, arrivando anche ad esprimere sintomi e reazioni corporee della persona in questione di cui ignorano tutto. Sulla base di quanto espresso dai rappresentanti il conduttore procede per gradi, spostando i vari attori nello spazio, affinché spariscano le tensioni e nel sistema torni la pace, assecondando quindi i movimenti dell'anima che ci portano verso la riconciliazione e l'amore maturo, reintegrando anche eventuali esclusi o dimenticati. A questo punto l'interessato riprende il suo posto nella rappresentazione.
Davvero sorprendente.
Ho partecipato alle Costellazioni Familiari.
http://www.costellazionifamiliari.it
Pur leggendo, cercando di capire e di spiegare le Costellazioni, per poter davvero comprenderne il significato bisogna partecipare, anche come osservatore puo' andare bene, ma bisogna viverle.
Si tratta di una sorta di messa in scena, quasi uno psicodramma, dei problemi che si hanno: famigliari, relazionali, professionali e anche di salute, che vengono pero' interpretati da altre persone che sceglie colui o colei che vuole "costellare" ovvero rappresentare il problema e che riescono a tirare fuori le motivazioni date spesso da relazioni sistemiche e famigliari di cui non si e' consapevoli e coscienti e che invece influiscono molto sui comportamenti, gli accadimenti e gli eventi. I rappresentanti hanno dunque accesso ad una coscienza che appartiene alle persone di cui occupano il posto, arrivando anche ad esprimere sintomi e reazioni corporee della persona in questione di cui ignorano tutto. Sulla base di quanto espresso dai rappresentanti il conduttore procede per gradi, spostando i vari attori nello spazio, affinché spariscano le tensioni e nel sistema torni la pace, assecondando quindi i movimenti dell'anima che ci portano verso la riconciliazione e l'amore maturo, reintegrando anche eventuali esclusi o dimenticati. A questo punto l'interessato riprende il suo posto nella rappresentazione.
Davvero sorprendente.
...cosa manca piu' di tutto...
Non e' necessario tirare in ballo Leibniz stavolta (e mi rivolgo a chi mi ha preso in giro qualche giorno fa perche' ho avuto la presunzione e la genuinita' di scrivere quello che mi passava per la testa senza "filtri" e ignara del fatto che mi sarebbero arrivate critiche di mediocrita' per un pensiero che, certo non pretendeva di essere ritenuto di altissimo livello intellettuale ma che, mi sembrava carino condividere).
Dicevo, non tiro in ballo nessun filosofo stavolta per fare una considerazione che non e' sicuramente originale ma su cui vale la pena ancora una volta riflettere.
Vedo una societa' spenta, grigia, senza voglia di reagire, disposta ai compromessi e a mandare giu' bocconi amari, rassegnata a digerire molte ingiustizie e a vedere abusi e soprusi senza indignarsi piu' di tanto. Vedo un Paese dove i telegiornali si focalizzano prevalentemente sulle tragedie umane, sulle crudelta' degli uomini verso altri uomini (e donne) che sono in preoccupante aumento, senza pero' domandarsi il perche' di cosi' tanta violenza.
E' come se si stesse guardando solo il dito che indica la luna anziche' guardare la luna stessa. Io credo che tutto quanto stia accadendo abbia alla base una motivazione di fondo che e' proprio la mancanza di fiducia nel prossimo, il qualunquismo causato dalla convinzione che ormai in questi nostri tempi cosi' tormentati per arrivare ad un obiettivo "valga tutto", si possa accettare di tutto, anche di essere omertosi per paura di perdere quello che siamo e cio' che possiediamo.
Manca la fiducia nelle regole, nelle leggi, nel rispetto dell'etica e della deontologia professionale.
E di conseguenza manca la solidarieta', il coraggio delle azioni, la denuncia corale quando si e' di fronte a palesi violazioni della propria liberta' e di quella altrui, la difesa di posizioni corrette seppur scomode ma importanti per la tutela del libero mercato e di un sano sviluppo della societa'e dell'economia.
E' come se tutti, e mi ci metto ovviamente anche io, fossimo stati lobotomizzati al punto di trasformarci in pedine incapaci di riprendere le redini del nostro destino e di provare a cambiare le cose che riteniamo inaccettabili a parole ma che poi nei fatti sopportiamo, come se invece non dipendesse da noi il fatto di scandalizzarci di fronte a situazioni chiaramente e oggettivamente sbagliate e di cercare insieme di modificarle e correggerle per il nostro bene e quello del nostro prossimo.
Manca la fiducia perche' manca anzitutto il rispetto delle regole, delle "parti", degli individui, che sempre meno vengono considerati come il bene piu' prezioso per l'umanita'. Manca quella fiducia nel prossimo, senza la quale la nostra societa' non puo' sperare di crescere, cosi' come la nostra economia e che giustifica una totale "ritrazione" nel proprio habitat, una diffidenza e un disinteresse verso tutto e tutti, sperando cosi' di non essere coinvolti, colpiti e penalizzati dalle circostanze, quando il vero problema e' che proprio cosi' facendo arriveremo ad esserlo piu' o meno tutti senza neanche rendercene conto.
Tutti nemici allora, ognuno per se' e Dio per tutti (anche se sembra che non sia piu' vero neanche questo) oppure tutti falsamente amici e complici, consapevoli che la morale della storia e' che tanto sarebbe comunque andata a finire cosi'?
Io penso che dipenda veramente da ognuno di noi cercare di avere e di infondere fiducia negli altri, partendo dal rispettare le regole e farle rispettare (lo so, non e' facile per nessuno e nessuno di noi e' perfetto) a costo di passare per degli "outsider" e farsi dei nemici, ammesso e concesso che prima fossero stati dei veri amici e non degli approfittatori.
Qualche giorno fa una persona con cui parlavo di questi argomenti mi ha detto: "...sai Layla, io trovo che tu abbia ragione da vendere, ma che vuoi farci, cosi' va l'Italia..."
Dicevo, non tiro in ballo nessun filosofo stavolta per fare una considerazione che non e' sicuramente originale ma su cui vale la pena ancora una volta riflettere.
Vedo una societa' spenta, grigia, senza voglia di reagire, disposta ai compromessi e a mandare giu' bocconi amari, rassegnata a digerire molte ingiustizie e a vedere abusi e soprusi senza indignarsi piu' di tanto. Vedo un Paese dove i telegiornali si focalizzano prevalentemente sulle tragedie umane, sulle crudelta' degli uomini verso altri uomini (e donne) che sono in preoccupante aumento, senza pero' domandarsi il perche' di cosi' tanta violenza.
E' come se si stesse guardando solo il dito che indica la luna anziche' guardare la luna stessa. Io credo che tutto quanto stia accadendo abbia alla base una motivazione di fondo che e' proprio la mancanza di fiducia nel prossimo, il qualunquismo causato dalla convinzione che ormai in questi nostri tempi cosi' tormentati per arrivare ad un obiettivo "valga tutto", si possa accettare di tutto, anche di essere omertosi per paura di perdere quello che siamo e cio' che possiediamo.
Manca la fiducia nelle regole, nelle leggi, nel rispetto dell'etica e della deontologia professionale.
E di conseguenza manca la solidarieta', il coraggio delle azioni, la denuncia corale quando si e' di fronte a palesi violazioni della propria liberta' e di quella altrui, la difesa di posizioni corrette seppur scomode ma importanti per la tutela del libero mercato e di un sano sviluppo della societa'e dell'economia.
E' come se tutti, e mi ci metto ovviamente anche io, fossimo stati lobotomizzati al punto di trasformarci in pedine incapaci di riprendere le redini del nostro destino e di provare a cambiare le cose che riteniamo inaccettabili a parole ma che poi nei fatti sopportiamo, come se invece non dipendesse da noi il fatto di scandalizzarci di fronte a situazioni chiaramente e oggettivamente sbagliate e di cercare insieme di modificarle e correggerle per il nostro bene e quello del nostro prossimo.
Manca la fiducia perche' manca anzitutto il rispetto delle regole, delle "parti", degli individui, che sempre meno vengono considerati come il bene piu' prezioso per l'umanita'. Manca quella fiducia nel prossimo, senza la quale la nostra societa' non puo' sperare di crescere, cosi' come la nostra economia e che giustifica una totale "ritrazione" nel proprio habitat, una diffidenza e un disinteresse verso tutto e tutti, sperando cosi' di non essere coinvolti, colpiti e penalizzati dalle circostanze, quando il vero problema e' che proprio cosi' facendo arriveremo ad esserlo piu' o meno tutti senza neanche rendercene conto.
Tutti nemici allora, ognuno per se' e Dio per tutti (anche se sembra che non sia piu' vero neanche questo) oppure tutti falsamente amici e complici, consapevoli che la morale della storia e' che tanto sarebbe comunque andata a finire cosi'?
Io penso che dipenda veramente da ognuno di noi cercare di avere e di infondere fiducia negli altri, partendo dal rispettare le regole e farle rispettare (lo so, non e' facile per nessuno e nessuno di noi e' perfetto) a costo di passare per degli "outsider" e farsi dei nemici, ammesso e concesso che prima fossero stati dei veri amici e non degli approfittatori.
Qualche giorno fa una persona con cui parlavo di questi argomenti mi ha detto: "...sai Layla, io trovo che tu abbia ragione da vendere, ma che vuoi farci, cosi' va l'Italia..."
mercoledì, febbraio 25, 2009
Se solo rileggessimo Leibniz…
Per guardare al futuro bisogna avere sempre presente il passato.E’ quello che faccio tutto i giorni per provare a capire dove saremo tra qualche mese o tra qualche anno. Cosi’, qualche settimana fa ho ripreso dalla mia libreria un trattato di Leibniz. Mi sono emozionata perche’ ho ritrovato uno dei miei filosofi preferiti al tempo del liceo e rileggendolo mi sono resa conto di quanto attuale sia la sua idea di un nuovo sistema sociale. Leibniz, nel 1700, sosteneva che si trattava di produrre abbastanza nutrimento per la nazione al fine di migliorare le industrie attraverso il progresso tecnologico, di rendere sempre ad un prezzo abbordabile le macchine, motore di base dell' azione, al fine che tutti possano costantemente sperimentare tutti i tipi di pensieri ed idee innovatrici, proprie a loro stessi e agli altri, senza perdere tempo prezioso e diceva anche che la vera ricchezza risiede nelle capacità dei cittadini di inventare. Leibniz era convinto anche che l’utopia e’ il limite a cui tendere perche’ la societa’ perfetta è quella il cui obiettivo è la felicità suprema e generale. Secondo Leibniz la ricchezza di una nazione non risiede né nelle ore di lavoro incorporate nei beni (nel sudore necessario a produrli) né nell'abbondanza di oro che corrisponde ad un attivo della bilancia commerciale; per Leibniz la ricchezza è in primo luogo la capacità di una nazione di produrre beni, il principale prodotto di una società sono le persone, e la ricchezza consiste nella disponibilità di un capitale umano di conoscenza e di un'industria manifatturiera in grado di garantire un futuro alla crescita economica. Perciò ogni repubblica secondo Leibniz avrebbe dovuto investire nell'istruzione e mantenere una propria industria manifatturiera. Provate a sostituire alle parole “macchine” “industria manifatturiera” la parola Internet…
...che meraviglia…
p.s. Leibniz introdusse il sistema numerico binario ...
...che meraviglia…
p.s. Leibniz introdusse il sistema numerico binario ...
sabato, febbraio 21, 2009
L'ATAC di Roma blocca la campagna pubblicitaria di CURRENT
Quella di CURRENT e' una campagna pubblicitaria "out of home" di grande impatto nei contenuti e tesa a risvegliare l'attenzione degli italiani su tematiche molto importanti e che riguardano lo scenario internazionale ma anche il nostro Paese. La campagna, pianificata nelle stazioni della metropolitana di Roma, che doveva partire ieri, per lanciare il programma di giornalismo d'inchiesta Vanguard, e che sara' on air sul canale 130 di Sky dal 10 marzo, e' stata bloccata dall'Azienda trasporti romana.
Una campagna che l'ATAC di Roma ha vietato di effettuare adducendo spiegazioni che mi preccupano moltissimo sia come cittadina che come professionista della comunicazione.
Il caso e' nato ieri e probabilmente avra' maggiore eco nelle prossime ore. Intanto leggete l'articolo di Repubblica e seguite il caso perche' merita la nostra attenzione e le nostre considerazioni.
http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/politica/gore-spot/gore-spot/gore-spot.html
Gli aggiornamenti in tempo reale sul caso li trovate invece direttamente su http://www.current.com
http://current.com/items/89830965/roma_censura_le_affissioni_di_current.htm
Una campagna che l'ATAC di Roma ha vietato di effettuare adducendo spiegazioni che mi preccupano moltissimo sia come cittadina che come professionista della comunicazione.
Il caso e' nato ieri e probabilmente avra' maggiore eco nelle prossime ore. Intanto leggete l'articolo di Repubblica e seguite il caso perche' merita la nostra attenzione e le nostre considerazioni.
http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/politica/gore-spot/gore-spot/gore-spot.html
Gli aggiornamenti in tempo reale sul caso li trovate invece direttamente su http://www.current.com
http://current.com/items/89830965/roma_censura_le_affissioni_di_current.htm
martedì, febbraio 10, 2009
martedì, gennaio 13, 2009
Karibuni
In Kenya una parola echeggia ovunque: Karibuni. Significa "Benvenuti" ed è un saluto, un invito e una benedizione.
Questo calore naturale è evidente sui volti sorridenti dei kenioti; e questo è il nome e il significato che Gianfranco Ranieri e i suoi amici ha voluto dare anche all'associazione alla quale mi sono avvicinata da qualche mese.
Karibuni onlus si propone di aiutare i bambini del Kenya, attraverso interventi primari nel campo della salute, della nutrizione, dell'istruzione e con progetti di formazione e di microimprenditorialità.
L'idea che sostiene tutte le attività di Karibuni non è quella di fare l'elemosina, ma di portare avanti iniziative di sviluppo sostenibile che facciano leva sulle risorse locali, dando ai bambini una cultura di base e insegnando un mestiere, che permetta loro di migliorare la propria condizione di vita continuando a vivere nel loro Paese. Karibuni è stata fondata nel novembre 2004 e ha ottenuto lo status di ONLUS nel marzo 2005.
Karibuni in questi anni ha realizzato molti progetti in Kenya.
Io sono stata all'Ospedale di Marafa dieci giorni fa e ho visto con i miei occhi cosa si puo' fare concretamente per dare una mano a questo bellissimo popolo. Il giovane medico di Marafa effettua mediamente 750 visite alla settimana. Le malattie piu' diffuse sono quelle date dalle punture di insetti che in alcuni casi sono devastanti ed e' importantissimo diagnosticarle per tempo.
Ma questo e' solo uno dei progetti nei quali Karibuni si e' impegnata.
Per chi non ha avuto la fortuna di vedere personalmente, non c'è nulla di piu' immediato che delle belle immagini per scoprire il lavoro e l'impegno di Karibuni Onlus.
Buona Visione.
http://www.karibuni.org/
Questo calore naturale è evidente sui volti sorridenti dei kenioti; e questo è il nome e il significato che Gianfranco Ranieri e i suoi amici ha voluto dare anche all'associazione alla quale mi sono avvicinata da qualche mese.
Karibuni onlus si propone di aiutare i bambini del Kenya, attraverso interventi primari nel campo della salute, della nutrizione, dell'istruzione e con progetti di formazione e di microimprenditorialità.
L'idea che sostiene tutte le attività di Karibuni non è quella di fare l'elemosina, ma di portare avanti iniziative di sviluppo sostenibile che facciano leva sulle risorse locali, dando ai bambini una cultura di base e insegnando un mestiere, che permetta loro di migliorare la propria condizione di vita continuando a vivere nel loro Paese. Karibuni è stata fondata nel novembre 2004 e ha ottenuto lo status di ONLUS nel marzo 2005.
Karibuni in questi anni ha realizzato molti progetti in Kenya.
Io sono stata all'Ospedale di Marafa dieci giorni fa e ho visto con i miei occhi cosa si puo' fare concretamente per dare una mano a questo bellissimo popolo. Il giovane medico di Marafa effettua mediamente 750 visite alla settimana. Le malattie piu' diffuse sono quelle date dalle punture di insetti che in alcuni casi sono devastanti ed e' importantissimo diagnosticarle per tempo.
Ma questo e' solo uno dei progetti nei quali Karibuni si e' impegnata.
Per chi non ha avuto la fortuna di vedere personalmente, non c'è nulla di piu' immediato che delle belle immagini per scoprire il lavoro e l'impegno di Karibuni Onlus.
Buona Visione.
http://www.karibuni.org/
mercoledì, dicembre 17, 2008
L'anno che verra'
Il Paese del bengodi e’ triste e disorientato.
Piu’ disorientato che triste a dire il vero, mi pare.
Eppure quando si parla di pubblicita’ anzi di engagement non credo ci si possa smarrire piu’ di tanto oramai.
L’anno che verra’ sara’ l’anno di Internet. Dovra’ essere l’anno di Internet “overall”.
La crisi c’e’ ed e’ evidente ma quello che non possiamo permetterci e’ che la crisi si trasformi in un collasso, che si avrebbe “fermando completamente le macchine” e, si sa, la cosiddetta pubblicita’, chiamiamola ancora cosi’ per un attimo anche se sappiamo tutti che e’ un termine obsoleto, costituisce un reale traino per i consumi e deve essere soprattutto in queste circostanze un investimento strategico per le aziende.
No Martini, no party.
No Pubblicita’, no consumi per intenderci.
Pensando al 2009, c’e’ sicuramente da stare preoccupati, ma con la consapevolezza di avere a disposizione tutti gli attrezzi del mestiere, talismani compresi naturalmente, per far fronte a quello di quello che molti analisti gia’ preannunciano essere l’"annus horribilis" dell’economia mondiale.
E’ arrivata “redde rationem” e questa volta penso, anzi sono convinta, che Internet debba e possa fare la sua parte sfoderando tutte le sue armi e virtu’ per aiutare concretamente il mercato degli investimenti a sostenere le proprie marche attraverso un uso attento, scientifico e misurabile della comunicazione.
Ci sono tutti ma proprio tutti gli elementi che consentiranno alle aziende di contare sulle piu’ importanti variabili che influiscono sul Return On Investment: efficacia ed efficienza, impatto, ricordo, coinvolgimento, relazione, misurazione, ottimizzazione, intenzione all’acquisto e acquisto.
E ci sara’ anche Audiweb, che non sara’ affatto un dettaglio, il prossimo anno, in termini di strumento per le analisi delle audience, che garantira’ agli operatori della domanda e dell’offerta di consolidare e rinforzare, semmai ve ne fosse ancora bisogno, la leadership di Internet come ambiente fulcro di ogni strategia di comunicazione.
Sara’ un anno faticosissimo ma sara’ l’anno della svolta.
Il 2009 consentira’ alle aziende finalmente di credere fortemente che l’unico modo per costruire una relazione forte e trasparente con i consumatori e’ quello di scendere sul terreno della concretezza, dove le persone stanno e passano moltissimo del loro tempo spesso cercando proprio un contatto un rapporto con le marche, Internet.
Il Paese del bengodi ha un’enorme chance per continuare ad esserlo, l'opportunita' di abbracciare una volta per tutte l’innovazione e di farla propria. E l’innovazione passa anche da una diversa allocazione dei budget pubblicitari che sempre piu’ dovranno essere dedicati ai media digitali interattivi.
Ai piu’ pigri, pavidi o scettici dell'ultima ora, potrei dire che tanto hanno poco da perdere ormai, ai i piu’ coraggiosi o semplicemente pragmatici direi che se oseranno un po' di piu' non se pentiranno ed il merito sara’ tutto loro.
Buon 2009 a tutti coloro che ci avevano creduto gia’ in tempi non sospetti, che ci stanno credendo ora e a quelli che ci crederanno. A quelli invece che non si ricrederanno velocemente auguro invece che non sia troppo tardi.
Piu’ disorientato che triste a dire il vero, mi pare.
Eppure quando si parla di pubblicita’ anzi di engagement non credo ci si possa smarrire piu’ di tanto oramai.
L’anno che verra’ sara’ l’anno di Internet. Dovra’ essere l’anno di Internet “overall”.
La crisi c’e’ ed e’ evidente ma quello che non possiamo permetterci e’ che la crisi si trasformi in un collasso, che si avrebbe “fermando completamente le macchine” e, si sa, la cosiddetta pubblicita’, chiamiamola ancora cosi’ per un attimo anche se sappiamo tutti che e’ un termine obsoleto, costituisce un reale traino per i consumi e deve essere soprattutto in queste circostanze un investimento strategico per le aziende.
No Martini, no party.
No Pubblicita’, no consumi per intenderci.
Pensando al 2009, c’e’ sicuramente da stare preoccupati, ma con la consapevolezza di avere a disposizione tutti gli attrezzi del mestiere, talismani compresi naturalmente, per far fronte a quello di quello che molti analisti gia’ preannunciano essere l’"annus horribilis" dell’economia mondiale.
E’ arrivata “redde rationem” e questa volta penso, anzi sono convinta, che Internet debba e possa fare la sua parte sfoderando tutte le sue armi e virtu’ per aiutare concretamente il mercato degli investimenti a sostenere le proprie marche attraverso un uso attento, scientifico e misurabile della comunicazione.
Ci sono tutti ma proprio tutti gli elementi che consentiranno alle aziende di contare sulle piu’ importanti variabili che influiscono sul Return On Investment: efficacia ed efficienza, impatto, ricordo, coinvolgimento, relazione, misurazione, ottimizzazione, intenzione all’acquisto e acquisto.
E ci sara’ anche Audiweb, che non sara’ affatto un dettaglio, il prossimo anno, in termini di strumento per le analisi delle audience, che garantira’ agli operatori della domanda e dell’offerta di consolidare e rinforzare, semmai ve ne fosse ancora bisogno, la leadership di Internet come ambiente fulcro di ogni strategia di comunicazione.
Sara’ un anno faticosissimo ma sara’ l’anno della svolta.
Il 2009 consentira’ alle aziende finalmente di credere fortemente che l’unico modo per costruire una relazione forte e trasparente con i consumatori e’ quello di scendere sul terreno della concretezza, dove le persone stanno e passano moltissimo del loro tempo spesso cercando proprio un contatto un rapporto con le marche, Internet.
Il Paese del bengodi ha un’enorme chance per continuare ad esserlo, l'opportunita' di abbracciare una volta per tutte l’innovazione e di farla propria. E l’innovazione passa anche da una diversa allocazione dei budget pubblicitari che sempre piu’ dovranno essere dedicati ai media digitali interattivi.
Ai piu’ pigri, pavidi o scettici dell'ultima ora, potrei dire che tanto hanno poco da perdere ormai, ai i piu’ coraggiosi o semplicemente pragmatici direi che se oseranno un po' di piu' non se pentiranno ed il merito sara’ tutto loro.
Buon 2009 a tutti coloro che ci avevano creduto gia’ in tempi non sospetti, che ci stanno credendo ora e a quelli che ci crederanno. A quelli invece che non si ricrederanno velocemente auguro invece che non sia troppo tardi.
lunedì, novembre 10, 2008
Yes, we can change...
Ringrazio tutti, ma proprio tutti coloro hanno contribuito al successo di IAB Forum di quest'anno. Ringrazio tanto anche chi ha partecipato fisicamente...Mi hanno appena comunicato i numeri definitivi dei partecipanti ed e' strabiliante...oltre 6000 registrati, oltre 6000 partecipanti effettivi, senza contare chi l'ha visto in streaming.
Sono stati due giorni particolarmente belli, forse anche perche' la vittoria di Barack Obama l'abbiamo sentita tutti un po' anche nostra, forse perche' siamo stati rincuorati proprio dal fatto che le cose si possono cambiare se si e' uniti, determinati, forse perche' abbiamo sentito molto vicine le aziende quest'anno. Gli investitori pubblicitari si sono, come potrei dire, definitivamente schierati...sono stati loro i nostri migliori ambasciatori...e poi anche il Sottosegretario Paolo Romani ha fatto un discorso pro-internet che spero di traduca concretamente.
I contenuti di questo IAB Forum, mi sono piaciuti molto...lo so non dovrei essere proprio io a dirlo...ma lo faccio con tutta l'onesta' intellettuale che mi contraddistingue.
E comunque e' stato un grande lavoro di squadra. E piu' facciamo squadra e piu' diventiamo forti...non scordiamocelo... perche' l'Italia e' il Paese dei campanili e a volte le cose non funzionano o non procedono velocemente proprio per questo individualismo che e' un po' nel DNA del Bel Paese. E invece l'alchimia di IAB Forum 2008 e la sua magia e' stata proprio nella consapevolezza che questo evento e' patrimonio di tutti e migliora anno dopo anno proprio per questo motivo.
Sono stati due giorni particolarmente belli, forse anche perche' la vittoria di Barack Obama l'abbiamo sentita tutti un po' anche nostra, forse perche' siamo stati rincuorati proprio dal fatto che le cose si possono cambiare se si e' uniti, determinati, forse perche' abbiamo sentito molto vicine le aziende quest'anno. Gli investitori pubblicitari si sono, come potrei dire, definitivamente schierati...sono stati loro i nostri migliori ambasciatori...e poi anche il Sottosegretario Paolo Romani ha fatto un discorso pro-internet che spero di traduca concretamente.
I contenuti di questo IAB Forum, mi sono piaciuti molto...lo so non dovrei essere proprio io a dirlo...ma lo faccio con tutta l'onesta' intellettuale che mi contraddistingue.
E comunque e' stato un grande lavoro di squadra. E piu' facciamo squadra e piu' diventiamo forti...non scordiamocelo... perche' l'Italia e' il Paese dei campanili e a volte le cose non funzionano o non procedono velocemente proprio per questo individualismo che e' un po' nel DNA del Bel Paese. E invece l'alchimia di IAB Forum 2008 e la sua magia e' stata proprio nella consapevolezza che questo evento e' patrimonio di tutti e migliora anno dopo anno proprio per questo motivo.
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