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Bling Bling Blog

mercoledì, dicembre 01, 2010

C'e' baruffa nell'aria...finalmente...

E' da qualche settimana che sento nell'aria un'atmosfera diversa.
E' come se l'Italia si stesse risvegliando da un torpore decennale. E lo si avverte per strada, con gli studenti che finalmente scendono in piazza a manifestare, con programmi televisivi "controcorrente", con scandali politici che finalmente hanno risvegliato la coscienza civile, con Wikileaks che spara alzo zero (a parte le indiscrezioni sull'Italia che sono di dominio pubblico :) e con "gli internettari" che cominciano a dare evidenti segni di nervosismo rispetto alle decisioni, proposte,imposizioni politiche che tentano di intervenire per il bene della rete con il rischio invece di sortire l'effetto contrario (tanto per cambiare...).
Insomma forse il gioco comincia a farsi duro per davvero. No pasaran...
Finalmente! Finalmente ci stiamo un po' tutti rendendo conto che questo Paese sta letteralmente andando alla deriva, il che e' paradossale per una Penisola, ma e' cosi' e che abbiamo pochissimo tempo per salvarci da uno tzunami colossale.
Sento una sorta di maggiore spirito critico costruttivo, che forse potrebbe rimettere gli speroni al nostro amato Stivaletto.
C'e' un embrione di energia che comincia a sprigionarsi nell'etere e nella rete.
Per ora e' baruffa, ma se solo si riuscisse a convogliarla e incanalarla verso una prospettiva di new risorgimento, in un movimento di pensiero solido, coeso, scevro dalle solite modalita' di gestire "l'affaire" che hanno quasi distrutto tutte le nostre capacita' creative, di fare inovvazione e di voglia di primeggiare e competere con il resto del mondo, beh forse c'e' la potremmo fare. Finalmente...

venerdì, novembre 05, 2010

Sullo IAb Forum, sul business, sulla nostra vita

Eccomi qui, dopo due giorni decisamente intensi nei quali si sono susseguite e accavallate tantissime riflessioni, considerazioni e soprattutto emozioni.
Quarantotto ore nelle quali... non so se riusciro' ad esprimere e raccontare le sensazioni che ho provato, ma ci provo... la fisicita' di questo evento comporta uno sforzo ed un impegno materiale -ovvero del corpo- in totale sinergia con il pensiero, dove e' richiesta una maggiore velocita' delle sinapsi, che devono aiutare i neuroni a concentrare l'attenzione su ogni istante, per non perdere nemmeno un preziosissimo "frame", assicurandosi che tutto stia andando bene e che tutti siano "felici" e nel quale e' fondamentale rendersi disponibili per tutto e per tutti.
Quest'anno poi e' stato per me uno IAB Forum molto particolare, che ho vissuto, nonostante il totale coinvolgimento emotivo e fisico, un pochino dall'alto o dall'esterno se volete.
IAB Italia e IAB Forum sono ormai una "macchina rodata", un progetto costruito passo dopo passo, con tanta passione, buon senso e volonta' di condivisione con tutta la business community.
Sin dalla mia prima idea, nel 2003, IAB Forum avrebbe dovuto essere un appuntamento dedicato allo "share of knowledge and experience",che avrebbe dovuto diventare patrimonio della nostra industry, una specie di evento "open source" con pero' una dichiarata finalita', convincere le aziende delle potenzialita' di Internet come ambiente di comunicazione nel quale investire e fare affari.
Ma, sapete, quando si e' fortemente coinvolti, appassionati ed anche molto operativi in un progetto, non si riesce ad avere una visione veramente obiettiva di cio' che si sta facendo.
E' cosi' quest'anno, avendo passato il testimone della responsabilita' di IAB e conseguentemente di IAB Forum, ho avuto l'opportunita' di capire in maniera un po' piu' distaccata e di darmi una ragione del perche' siamo arrivati dove siamo arrivati, del perche' si siano registrati 10.000 professionisti, del perche' ci siano state oltre 100 aziende sponsor, del perche' si sia finalmente arrivati a 1000 milioni di euro investiti in adv online, e del perche' si avvertiva quasi fisicamente un'energia positiva che pervadeva tutta la manifestazione, del perche' cosi' tanti sorrisi.
Il perche' credo sia da ricercarsi proprio nel fatto che questa idea iniziale di "crowdsourcing", questa idea di contagiare e coinvolgere le persone a partecipare ad un progetto comune con lo spirito di fare innovazione, creare "un territorio neutrale nel quale costruire rapporti e modelli di business nuovi alimentati da una fonte energetica pulita e rinnovabile", si sia definitivamente realizzata :-)
Questo e' cio' che e' diventato oggi IAB Italia e IAB Forum, grazie a tutti per averci creduto, per la fiducia, per aver partecipato e grazie a tutti i colleghi che si impegneranno a mantenerne inalterato lo spirito e la mission.

venerdì, ottobre 15, 2010

tesi ed antitesi di internet

Ieri sera rientrando a casa facevo alcune riflessioni filosofiche/antropologiche/tecnologiche e pensavo a se e cosa ci abbia regalato e contemporaneamente tolto internet in questi anni.
Una sorta di bilancio amorevole, un bilancio anche di una fase molto importante della mia vita, personale e professionale.
Perche', e' inutile sottolineare quanto la rete ci abbia cambiato sotto ogni punto di vista, in generale e figuriamoci per chi come me lavora "con, in e per internet".
Quindi soffermarsi ogni tanto per provare a capire se e' come Internet ci abbia cambiato come individui all'interno del nostro contesto sociale forse e' importante.
La rete ci ha regalato onnipotenza, perche' ci si sente al centro dell'universo quando si ha a disposizione tutto o quasi, soprattutto in termini di conoscenza: "sapere e' potere".
Allo stesso tempo la rete ci rende "piccoli". Ci si sente costantemente impreparati, inadeguati rispetto alla mole di informazioni che sono facilmente disponibili online e all'impossibilita' di utilizzarle tutte. Chi, come me, e' bulimico di conoscenza non puo' che talvolta sentirsi inerme rispetto all'incapacita' di nutrirsi di tutto il banchetto di bit di informazioni che avrebbe potenzialmente a disposizione.
La rete ci ha dimostrato, con tutta la sua naturale prepotenza, l'originalita' dell'individuo e delle sue idee e la possibilita' di realizzare progetti che solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile poter concretizzare in poco tempo e senza grandi investimenti.
Parimenti la rete nella sua immensita' e replicabilita' ci ha resi consapevoli che di originale c'e' molto poco e di come le dinamiche sociali, culturali, economiche e progettuali nonostante tutto siano assolutamente analoghe a qualunque latitudine e longitudine.
La rete ci ha messo nelle condizioni di essere sempre e costantemente connessi l'uno con l'altro e di apprendere nuovi modelli di socializzazione, che aiutano moltissimo ad esprimere la nostra individualita' e di integrarla con quella degli "altri da noi", con tutta la sua profondita' e complessita'.
Ugualmente la rete ci sbatte in faccia tutti i giorni la nostra solitudine, in un rapporto uomo-macchina che, se cosi' osservato, genera un annichilimento dell'individuo, della sua multisensorialita' e della sua esigenza ancestrale di intepretare e di confrontarsi con il suo prossimo attraverso il lunguaggio del corpo.
Dicevo all'inizio, il bilancio amorevole, per cui di parte, e dunque inevitabilmente positivo, mi porta a dire che Internet non e' neutrale perche', pur con tutte le sue contraddizioni, sta regalando ricchezza all'umanita', a me stessa, molto piu' di quanta ne sta sottraendo.

mercoledì, ottobre 13, 2010

Alla faccia di Internet for Peace

Avevo quasi deciso di abbandonare il mio blog perche' mi ero resa conto che tutti scrivono di tutto su Internet e la ridondanza di informazioni e di punti di vista inibivano la mia voglia di dire sempre qualcosa di nuovo e interessante. Perche' non e' facile dire sempre qualcosa di nuovo e interessante e che aggiunga valore all'esistente e trovavo sempre molte informazioni cosi' utili che avevo quindi deciso non avesse senso aggiungere altro al molto, gia' cosi' rilevante e consistente.
Ma gli episodi degli ultimi giorni mi hanno stimolato a dire di nuovo la mia, perche' secondo me nella community degli scrittori tuttologi digitali italiani, i sedicenti blogger, non sta tirando una bella aria. Un episodio mi e' capitato personalmente qualche giorno fa, quando un gruppetto di persone ha incominciato a discutere su un tema legato all'audience di Twitter in Italia, di cui riportavo i dati in una mia slide che avevo presentato ad un convegno, pubblicata da un blogger, per poi letteralmente accanirsi sul fatto che io avessi fraudolentemente copiato il background di quella slide. Si trattava di una cartina geografica che rappresentava la concentrazione di audience di alcuni social network nel mondo che, per la verita', aggiungeva molto poco in termini di valoriali alla slide, se non abbellendola di colori, peraltro era coperta da altri box di informazioni. La fonte della cartina in secondo piano era stata rivendicata da una persona che lamentava, a ragione, non fosse stata riportata. Pertanto verificando che molto probabilmente quella cartina presa da Internet era stata fatta da tale persona, pur avendone trovate in rete alcune altre simili se non uguali, ho deciso immediatamente di correggerla com'e' giusto che sia, citandone la fonte che con molta probabilita' per questioni grafiche era stata erroneamente cancellata. Il tutto nella mia totale buona fede e onesta' intellettuale. Ma il punto e' che nel thread che ha raggiunto ben oltre 70 post dove si discuteva animatamente sulla veridicita' dei numeri di Twitter in Italia (peraltro fonte Nielsen, non pinco pallino), i toni di alcuni post a cui poi ne sono succeduti altri erano violenti, cattivi, brutalmente ironici e diffamatori, nella gran parte dei casi, postati da persone che non mi conoscono personalmente e che a mia volta non conosco personalmente.
La stessa cosa e' successa a Riccardo Luna, direttore di Wired Italia, in questi giorni. Wired candida Internet al Nobel per la Pace, fa una campagna importante a supporto della candidatura, durata parecchi mesi, non vince il Nobel (e questo "ci sta") ma improvvisamente si scatena il branco dei blogger che cominciano ad attaccare Luna perche' sostengono che la campagna e' una tremenda macchinazione, un'idea di marketing per sostenere le vendite di Wired Italia. E' giu' con le accuse di disonesta' e di tradimento, parole infamanti e violente, cattiverie gratuite. Un susseguirsi di messaggi da parte di molti blogger veramente brutali e al limite della querela per diffamazione, anzi senza al limite.
Non entro nel merito della questione, se non per dire che era ovvio che per sostenere quest'operazione di candidatura al Nobel per la Pace ci volesse il sostegno di una comunicazione e di una campagna, tabellare e virale ma non ho mai dubitato dell'onesta' intellettuale di Riccardo Luna e di Paolo Iabichino (direttore creativo). Non penso ci fosse un'operazione cosi' machiavellica nata per recuperare copie e lettori di Wired, bisognerebbe essere davvero in malafede per pensare una cosa del genere. Com'e' altrettanto vero che, grazie a questa operazione l'awareness di Luna e di Wired sia cresciuta, non so in effetti se la diffusione del giornale ne abbia beneficiato, ma se cosi' fosse ne sarei contenta. Ad ogni modo se mai avessi avuto un dubbio del genere, sull'onesta' del progetto, non avrei fatto altro che rivolgermi al diretto interessato piuttosto che sparare ad "alzo zero". Perche', lo sappiamo tutti, tavolta le parole fanno piu' male di una fucilata,
Allora, io mi chiedo tristemente perche' possano accadere certi fatti? Chi sono questi blogger, queste anime pie della rete che pretendono di esserne i paladini che si permettono di esprimersi e di giudicare con questi toni violenti, iracondi, accusando e diffamando a piacimento persone di malefatte e comportamenti scorretti, senza nemmeno pensare magari prima di tutto di interpellare i diretti interessati per avere una risposta alle loro domande? E dire che Luna e la sottoscritta siamo facilmente raggiungibili, in rete.
Chi sono i veri disonesti in tutta questa storia? E infine e' questa la rete che vogliamo? E' questa la industry che tutti stiamo cercando di sostenere? Sono queste persone i cosiddetti "influencer" che in qualche modo si arrogano il diritto di rappresentarci? Io spero proprio di no. Ovviamente non sono tutti cosi'. Ma io credo che il nostro compito sia anche di impedire sul nascere queste escalation di un numero, per fortuna, non cosi' rilevante di persone che pero' deve essere arginato, isolato e riportato sui binari di una corretta dialettica, perche' alla fine non fanno bene a nessuno, nemmeno a se stessi, se il loro obiettivo dovesse mai essere la ricerca di notorieta'.

giovedì, maggio 20, 2010

Aegis Media is today announcing that it has created a new structure for Isobar, its digital marketing services division

The new structure sees the formation of the Isobar agency network, comprising those companies within the division that currently create communication assets for clients, incorporating creative, planning, technology and data services. This establishes a unique global full service capability for clients, delivered by just over 2,000 people in 30 countries.

The operating units within the Isobar agency network will all now incorporate the new Isobar brand identity.

This transition shall begin with immediate effect for all existing Isobar branded units, as well as within the network’s five key markets; the UK (glue Isobar), the USA and Canada (Isobar North America), Brazil (AgenciaClick Isobar), Greater China (wwwins Isobar) and France (Isobar France).

Commenting on this development, Jerry Buhlmann, CEO Aegis Group plc said; “This initiative is a clear signal that Aegis Media remains committed to its strategy of being digitally ahead, through accelerating our offer to clients, as they increasingly seek integrated marketing solutions driven by digital expertise. The Isobar agency network will enable us to provide more coherent high quality delivery to our clients throughout the world.”

This initiative also sees the creation of a new global management team for Isobar comprising:
Pedro Cabral: Chairman, based in Sao Paulo
Jean Lin: Global Chief Strategy Officer, based in Shanghai
Niku Banaie: Global Chief Innovation Officer, based in London
Mark Cridge: Global Managing Director, based in London

Mark Cranmer will continue in his role as the Global CEO of Isobar. In announcing the global management team, Cranmer said; “It is wonderful to be able to announce a truly international team of talent to now shape the future of our global network. Our organisation has a history of being able to attract exceptional pioneering talent. This is a core value we will maintain at the heart of the network, as we now leverage our ability to bring people and brands together in more powerful ways than ever before. Pedro, Jean, Niku and Mark have been inspiring for me to work with since my arrival here a year ago. We’re looking forward to making the Isobar Agency a potent challenger network in the dramatically changing industry landscape.”
Among the existing Isobar branded units there is also Italy which established its operations since 2003 with a strong team of 50 people lead by Layla Pavone, Managing Director.

domenica, maggio 09, 2010

New look and feel - Bling Bling Pink Blog - getting fun and serious

Dopo un mesetto di lavori in corso ecco qui, Vi presento la nuova versione del mio Blog :-)
Un look and feel piu' adatto a me e alla mia personalita':p
Pink, Fun, Fast, Furious, Serious, Professional but not too much ;-) e naturalmente sempre Bling Bling!
Un ringraziamento particolare agli amici Gianluca Cozzolino e Davide Nunziante che, non solo mi hanno convinta che la versione precedente non rispecchiasse il mio carattere, ma si sono anche presi la briga di rifarlo ed hanno avuto la pazienza di accontentare tutte le mie richieste ei miei capricci, sempre con un sorriso sulle labbra, come solo gli amici veri sanno fare.
Grazie! Stay tuned da domani riprendono le pubblicazioni :)

mercoledì, marzo 17, 2010

IAB SEMINAR 2010 - EDITORIA ONLINE E SOCIAL MEDIA A CONFRONTO

IAB Seminar dal titolo “Social Media e Editoria Online: relazione virtuosa o pericolosa?” è in programma giovedi 8 aprile presso Il Sole 24 ore


Milano, 17 marzo 2010 – E’ stata presentata oggi l’agenda dell’edizione 2010 di IAB Seminar, l'evento annuale di IAB Italia dedicato ad analizzare ed approfondire tematiche specifiche e "best practice" relative ad Internet e al mondo della comunicazione interattiva.

Il tema dell’edizione 2010 sarà "Social Media e Editoria Online: relazione virtuosa o pericolosa?" e sarà declinato attraverso il contributo e la partecipazione di rappresentanti del mercato dell’editoria e dell’nformazione, dei social network e della pubblicita’ interattiva, insieme a giornalisti esperti di Internet e innovazione.

Aprirà i lavori, Carlo Massarini, giornalista, conduttore televisivo, che introdurrà il tema e i contributi previsti nella giornata, condividendo le sue esperienze, da un lato di “sperimentatore” della comunicazione attraverso la realizzazione di innovativi programmi televisivi negli ultimi anni, dall’altro di esperto e profondo conoscitore di Internet e nuove tecnologie.
La giornata proseguirà con l’intervento di Layla Pavone, Presidente IAB Italia e Managing Director Isobar Communications, durante il quale analizzerà l’evoluzione mondo editoria e il fenomeno dei social media per descrivere sfide e opportunità per gli editori.

A seguire, Brad Little, Vice President BuzzMetrics, EMEA di Nielsen terrà un intervento volto ad analizzare le opportunità e il valore che i social media possono apportare al business, con l’obiettivo di aiutare la platea a comprendere più a fondo le logiche e il “funzionamento” di questi nuovi strumenti di comunicazione - dall’ideazione all’implementazioni di progetti di successo.
Il giornalista Enrico Pedemonte interverrà a seguire sul tema "Il ruolo degli Editori online, l'esperienza americana”. Pedemonte, a lungo corrispondente a New York del settimanale L’Espresso e profondo conoscitore di Internet e del mercato IT, analizzerà i mutamenti di scenario in atto nell’editoria americana, segno di tendenze e processi che presto vedremo all’opera anche in Italia.
I lavori si chiuderanno con la Tavola rotonda "Editori online e Social Network: partner o competitor?", moderata da Carlo Massarini, che vedrà la partecipazione di aziende leader quali Banzai, Facebook, Il Sole 24 Ore, .FOX, RAI Net, RCS Digital, Yahoo!.

L’evento è realizzato in collaborazione con Rai, .Fox (Punto Fox), Banzai, Facebook, Yahoo!, Web System il Sole 24 ore.



AGENDA PROVVISORIA
09.00
Registrazione
09.30
Benvenuto – Apertura lavori
Carlo Massarini
Giornalista e conduttore televisivo
09.35
"Social Media e Editoria online: relazione virtuosa o pericolosa?"
Layla Pavone
Presidente IAB Italia e Managing Director Isobar Communications
10.00
"Unlocking the true value of Social media for your business - understanding social media, where to begin, and how to find success!"
Brad Little
Vice President BuzzMetrics, EMEA di Nielsen
10.35
"Il ruolo degli Editori online" l'esperienza americana
Enrico Pedemonte
Giornalista
11.00
Coffee break
11.30
Tavola rotonda "Editori online e Social Network: partner o competitor?"
Modera: Carlo Massarini
Giornalista e conduttore televisivo
13.00
Light lunch

Informazioni su IAB Italia:
Fondata nel giugno 1998, IAB Italia raggruppa i più importanti operatori della pubblicità online in Italia ed è il charter italiano dell’Interactive Advertising Bureau, la più importante associazione nel campo della pubblicità su Internet a livello mondiale. IAB è il punto di riferimento del settore per quanto riguarda la definizione e l’applicazione degli standard, lo sviluppo e la divulgazione di dati e informazioni sul settore, la misurazione e la metrica.
L’obiettivo di IAB Italia è quello di contribuire allo sviluppo del mercato dell’advertising su Internet nel nostro Paese, promuovendo una maggiore e più profonda conoscenza delle opportunità e dei meccanismi nel nuovo media.
Oltre a importanti attività di divulgazione dell’informazione, IAB Italia è particolarmente impegnato nel campo della definizione della metrica e della misurazione dei siti web, nella certificazione del fatturato dell’online advertising e nelle attività di ricerca.
IAB Italia fa inoltre parte del network IAB Europe, la federazione europea nata per favorire lo sviluppo del mercato dei media interattivi e il corretto sviluppo di questo settore nell’industria della comunicazione in Europa.

venerdì, febbraio 26, 2010

Un’indagine esclusiva rivela differenze significative nel modo in cui gli europei utilizzano il web

IAB Europe ha presentato una ricerca sul comportamento e le attitudini online di 32.000 utenti in 16 mercati, da cui emergono alcune marcate differenze ed affinità nel modo in cui gli europei utilizzano il web. Ideato quale supporto agli operatori di settore per comprendere meglio l’impatto di internet sulle vite dei consumatori – sia a livello internazionale, sia nei singoli mercati – il progetto di ricerca annuale “MCDC” (Marketers & Consumers, Digital & Connected) racchiude una miniera di informazioni. L’indagine è stata condotta da InSites Consulting, in partnership con IAB Europe.

L’internet quotidiano
Se i livelli di penetrazione di internet variano ampiamente tra le varie regioni d’Europa, passando dall’85% nei Paesi Bassi al 32% in Romania, il tempo trascorso sul web e la frequenza di utilizzo differiscono pochissimo da Paese a Paese. La maggior parte degli utenti di internet si connette sei o sette giorni alla settimana (71%) e, in quei giorni, il 76% rimane online per più di un’ora. Gli europei del Nord hanno il record di frequenza – il 77% accede a internet giornalmente – ma sono gli europei dell’Est a trascorrere in media più tempo online: un terzo (33%) rimane sul web per 3 o più ore ad ogni connessione.
La quasi totalità degli accessi a internet in Europa avviene attraverso banda larga, mentre le connessioni “narrowband” (a banda stretta) rappresentano solo il 3%. Le connessioni wireless sono diffuse in ambiente domestico, ma con alcune differenze significative: nel Nord Europa, la Norvegia vanta un livello di penetrazione pari al 63%; nel Sud Europa, il 59% delle famiglie spagnole usa il web in modalità wireless, mentre solo il 19% di quelle ungheresi ha un accesso a internet senza fili.

Web entertainment
Secondo i risultati dell’indagine, sono i cittadini dell’Est Europa a consultare maggiormente fonti di intrattenimento online. Il 49% degli intervistati in Ungheria, Polonia e Romania guarda la TV o altri contenuti video sul web, il 44% ascolta programmi radiofonici in tempo reale, il 31% scarica musica, mentre il 27% gioca e scommette online.

Social Networking
Nell’ultimo mese, il 52% degli internauti intervistati ha aggiornato o visualizzato un profilo all’interno di un social network. Come per l’entertainment online, anche in materia di “reti sociali” sono i cittadini dell’Est Europa a distinguersi: il 59% ha visualizzato o aggiornato un profilo nell’ultimo mese. In particolare, guida la classifica l’Ungheria, con il 65%, seguita da Romania (61%) e Polonia (56%).

Acquisti e ricerche online
L’indagine conferma come l’e-commerce rappresenti una delle aree più significative di fruizione del web nell’Europa occidentale e settentrionale. Il 57% degli utenti internet europei ha acquistato un prodotto o un servizio online negli ultimi 12 mesi e circa i tre quarti (74%) hanno affermato di ricercare online informazioni su prodotti o servizi, almeno una volta a settimana. Ma l’Est Europa è l’unica regione in cui gli intervistati sono più propensi ad acquistare un articolo da un altro utente internet (27%) che da un sito di e-commerce (24%).

Catherine Borrel, IAB Europe Head of Research, ha commentato: «Ci piace definire MCDC come una miniera di informazioni, per la portata della ricerca e la capacità di “fotografare” l’utente internet nelle varie accezioni regionali. I risultati ci offrono un’enorme varietà di materiale per conoscere a fondo i consumatori sia a livello paneuropeo, sia in ciascuno dei 16 mercati. Descrivendo il comportamento degli utenti sul web, dalla loro attitudine per l’e-commerce alla consultazione dei vari media, dalla gestione della privacy all’attenzione ai messaggi pubblicitari, MCDC ci aiuta a ricostruire il puzzle dell’Europa online».

Layla Pavone, Presidente IAB Italia e membro del board IAB Europe, ha aggiunto: «L’utilizzo del web in Europa è sempre più pervasivo, di qualità e riguarda numerosi e differenti aspetti della vita di tutti i giorni: acquisti, ricerca di informazioni, intrattenimento. Questa indagine conferma il ruolo centrale della rete quale prezioso strumento su cui continuare a investire a livello sistemico, per sostenere, da un lato, lo sviluppo di nuovi business, dall’altro, la circolazione di idee, conoscenza e culture, rendendo l’Europa all’avanguardia dal punto di vista socio-economico».

Altri dati dalla ricerca MCDC
Attività condotte almeno una volta a settimana (sul totale europeo degli intervistati)
• il 93% usa un motore di ricerca
• l’89% usa le email
• il 79% visita una fonte di news online
• il 45% consulta mappe e percorsi online
• il 43% usa servizi di chat e instant messaging
• il 21% gioca e fa scommesse online

Contatti per la stampa:
Geraldine Gitel, PR Consultant (French/English) Tel: +44 (0) 7917 885380/00 33 6772 5050 publicrelations@iabeurope.eu; ggitel@greenfieldscommunications.com
Lucy Green, PR Consultant (English) Tel: +44 (0) 7817 698366 pressrelations@iabeurope.eu; lgreen@greenfieldscommunciations.com

MCDC
IAB Europe and research partner InSites Consulting ran MCDC (Marketers & Consumers, Digital & Connected) to understand how 32,000 Europeans in 16 countries behave online, and their attitudes to the web. With a wide range of data from e-commerce to media consumption, attitudes to advertising to privacy and personal data protection, it is a goldmine of information, highlighting similarities and differences across the markets surveyed. The 16 countries covered in MCDC are: Belgium, Denmark, Finland, France, Germany, Greece, Hungary, Italy, the Netherlands, Norway, Poland, Romania, Spain, Sweden, Switzerland and the UK. There’s more information online: http://www.iabeurope.eu/research-and-benchmarking/mc-dc.aspx

IAB Europe
IAB Europe is a federation of national Interactive Advertising Bureaux (IAB) across Europe. Its mission is to promote the growth of the interactive advertising markets on behalf of its clients and national members. Supported by every major media group, advertisers, agency, portal, technology and service provider, its voice represents the interest of more than 5000 company members. IAB Europe coordinates activities across the region including public affairs, benchmarking, research, setting standards and best practices. The member countries are Austria, Belgium, Bulgaria, Croatia, Czech Republic, Denmark, Finland, France, Germany, Greece, Hungary, Ireland, Italy, Netherlands, Norway, Poland, Portugal, Romania, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland, Turkey and the UK. Our corporate members include Adobe, Alcatel-Lucent, BBC.com, CNN, comScore Europe, Ernst & Young, Fox Interactive Media, Gemius, Goldbach Media Group, Google, Hi-Media-AdLink, InSites Consulting, Koan, Microsoft Europe, Netlog, News Corporation, Nugg.ad, Nielsen Online, Orange Advertising Network, Publicitas Europe, Right Media Truvo, United Internet Media, Yahoo! and Zanox. www.iabeurope.eu

venerdì, febbraio 19, 2010

L’industria pubblicitaria si riunisce in occasione della terza edizione dell’I-COM Global Summit On Online Media Measurement

Il summit si terrà a Lisbona (Portogallo) dal 10 al 13 marzo 2010 e contribuirà a tracciare un quadro realistico dell’industria pubblicitaria digitale per operatori e investitori

Entro il 10 marzo 2010, data di apertura della terza edizione del Global Summit On Online Media Measurement, gli investimenti effettuati in advertising online da parte dei mercati più maturi supereranno, in alcuni casi, il 20% del budget pubblicitario totale. Questa crescita, tuttavia, è ostacolata dalla frammentazione del pubblico – ripartito su una decina di piattaforme di comunicazione digitali (web, mobile, IPTV, ecc.) – nonché dal crescente numero di format pubblicitari disponibili e di approcci e metriche di misurazione adottati. Pertanto, nell’attuale contesto economico sfavorevole, diventa prioritario tracciare un quadro realistico di quanto accade agli investimenti degli inserzionisti.
L’I-COM (International Conference on Online Media Measurement) annuncia oggi la terza edizione dell’I-COM Global Summit, che si terrà dal 10 al 13 Marzo 2010 a Lisbona (Portogallo) e contribuirà a fotografare in modo chiaro e preciso lo stato attuale del mercato pubblicitario online, aggiornando i partecipanti circa i progressi compiuti ad oggi in tema di iniziative di misurazione a livello mondiale. Tra i temi che saranno affrontati nel corso dell’evento: The True Value of Search, Multi-Channel Attribution Management, Three Screen Measurement, Cross-Channel Insights / Measurement Mashups e Social Media Measurement.
Questo evento unico, supportato dall’intera industry, è stato ideato in collaborazione con le più influenti associazioni del settore pubblicitario a livello internazionale:
• AAAA (American Association of Advertising Agencies)
• ADMA (Asia Digital Marketing Association)
• CAA (Chinese Advertising Association)
• EACA (European Association of Communication Agencies)
• EGTA (Association of Television and Radio Sales Houses)
• EIAA (European Interactive Advertising Association)
• FEDMA (Federation of European Direct & Interactive Marketing)
• IAA (International Advertising Association)
• IAB Europe (The Trade Association for the Digital and Interactive Marketing Industry in Europe)
• IAB US (Interactive Advertising Bureau)
• IFABC EMEA (International Federation of Audit Bureaux of Circulations, Europe)
• MMA (Mobile Marketing Association)
• OPA Europe (Online Publishers Association)
• WAA (Web Analytics Association)
• WOMMA (Word of Mouth Marketing Association)
«Per quanto già oggi siano state definite e condivise a livello internazionale buona parte delle metriche per la misurazione delle performance dell’advertising sui media interattivi, l’evoluzione e l’ampliamento delle piattaforme per la comunicazione digitale richiedono un continuo sforzo in termini di condivisione delle esperienze e delle best practice» ha sottolineato Layla Pavone, Presidente IAB Italia e Managing Director Isobar. «L’obiettivo che ci poniamo è trovare una metodologia condivisa che consenta a tutta l’industry - a livello globale - di usare linguaggi, parametri e standard di misurazione comuni, che tengano conto anche della digitalizzazione di tutti i media offline unitamente all’affermazione di nuovi veicoli e nuovi modelli di comunicazione. Basti pensare al concetto di televisione o video advertising, che oggi si traduce, da parte degli investitori pubblicitari, nell’utilizzo di “multipiattaforme” il cui denominatore comune è il contenuto. Iab Italia ha aderito al progetto evento I-COM sin dalla sua nascita e anche quest’anno porterà il contributo di valore maturato all’interno della nostra community, che ci auguriamo possa essere di grande importanza come dimostrato nelle precedenti edizioni».

La conferenza sarà tenuta in lingua inglese. Maggiori informazioni sul programma e sulla location dell’evento sono disponibili sul sito: www.i-com.org.


I-COM
I-COM (International Conference on Online Media Measurement) è un forum globale organizzato con il supporto dell’intera industry dell’advertising online, per approfondire il tema della misurazione in ambito digitale. Obiettivi del forum sono la promozione della cooperazione internazionale, la condivisione di informazioni e il perseguimento di best practices comuni e condivise.
Per ulteriori informazioni: www.i-com.org.

lunedì, gennaio 25, 2010

Intervista a ISOBAR tratta da Webook Advexpress

Grazie all'integrazione del digitale con gli altri media e alla raccolta dei frutti del lavoro fatto negli anni passati, nel 2009 Isobar ha incrementato il valore non solo dell'amministrato ma anche dei ricavi dovuti a servizi a valore aggiunto. Un risultato ottenuto coniugando l'eccellente conoscenza del mercato italiano al solido know how internazionale.

Intervista a Layla Pavone e Josè Gonzalez Galicia, co-managing directors di Isobar.

Dagli sconvolgimenti della crisi economica sembra emergere un panorama dei media diverso da quello cui eravamo abituati, con gli investimenti su Internet che erodono quote di mercato agli altri mezzi. Alla luce di questo scenario, qual è stato per Isobar l'andamento economico del 2009 e come vi state preparando alla probabile ripresa del 2010?
Layla Pavone - L'andamento economico del 2009 per Isobar è stato assolutamente positivo considerando anche il calo complessivo degli investimenti pubblicitari. Certo noi ci occupiamo di digitale interattivo, dove le cose sono andate un po' meglio, ma il decremento degli investimenti sui media classici è stato mediamente del 15%.

Per quanto riguarda la nostra crescita, ritengo che questi siano i frutti di un lavoro fatto negli anni passati, che ci ha portato ad avere competenze ad altissimo valore aggiunto. Un fattore chiave da questo punto di vista è rappresentato dall'integrazione del digitale con gli altri media, uno dei punti forti di Isobar.
Il risultato è che nel 2009 Isobar ha incrementato il valore non solo dell'amministrato ma anche dei ricavi dovuti a servizi a valore aggiunto. Il 2010 significa per noi consolidare i risultati e lanciare nuovi servizi per la comunicazione online. Inoltre ci attendiamo che il 2010 sia un anno molto importante per gli spostamenti di budget da parte delle aziende sull'online, e non mi riferisco solo alla pubblicità web, ma anche al below the line, che la comunicazione digitale sa coprire più che egregiamente.

Isobar è una struttura dichiaratamente glocal, nel senso che sostiene di unire la conoscenza dei singoli mercati nazionali in cui è presente con una professionalità e una expertise internazionale, e i migliori strumenti a disposizione sul mercato. Quali sono i vantaggi che offre questo tipo di struttura?
Josè Gonzalez - La strategia adottata a livello centrale dal nostro Gruppo è quella di crescere anche attraverso le acquisizioni di realtà forti nei vari paesi, ma lasciando ogni azienda locale con la propria identità. È una politica adottata per esempio anche da grandi aziende come Unilever e Procter&Gamble e c'è una ragione: nel loro caso la ragione è che la famosa 'Signora Maria' rimane affezionata al suo marchio con il quale ha un rapporto molto stretto. Solitamente andiamo a valutare quello che succede negli altri paesi per poi applicare a quello in cui siamo sbarcati ciò che potrebbe funzionare anche lì. Magari anche solo il 50%.

Layla Pavone - Il Gruppo Aegis ha dichiarato circa dieci anni fa che l'interazione digitale sarebbe stata il futuro della comunicazione: ne era talmente convinta da investire cifre importanti nello sviluppo di un network, delle persone e degli strumenti specializzati nel digitale. Il vantaggio poi di avere clienti internazionali, con una visione globale, ha spinto Isobar a dotarsi di applicazioni software e di metodologie molto potenti di insight e delivery, che ora ci portano in dote una qualità del servizio di elevato livello.

La filosofia di Isobar si condensa nell'espressione 'creating time', affinchè il consumatore possa interagire con la marca o l'azienda e cominciare (o continuare) così un percorso di engagement. Quali strumenti adoperate per approfondire al meglio la conoscenza dell'utente/consumatore?
Josè Gonzalez - Il parametro di misurazione che noi osserviamo è il tempo medio di visualizzazione di un certo contenuto. In realtà abbiamo bisogno tutti di nuovi indicatori che misurino l'engagement, il coinvolgimento del consumatore con la marca. Il banner stesso, come strumento di comunicazione, non è affatto superato: dipende da cosa ci metti dentro. E poi, cosa è successo prima e cosa succede dopo che il navigatore/consumatore ha visto la nostra comunicazione? Quello che facciamo in Isobar è creare nuovi parametri che riescano a misurare meglio e più in profondità l'azione degli utenti online.

Layla Pavone - La variabile temporale è in questo momento la moneta più preziosa per valutare il rapporto tra brand e consumatore. I metodi classici di misurazione, come copertura, frequenza e GRP's, sono tuttora validi e importanti, ma il concetto di tempo speso da parte degli utenti online insieme alla marca comporta un'implicazione importate: non sei più tu, azienda, che parli a me consumatore da un piano di superiorità; siamo finalmente alla pari, perchè per parlarmi ed avere la speranza e l’ambizione di coinvolgermi hai bisogno anzitutto del mio tempo digitale.

Uno dei servizi più importanti che offre Isobar è relativo al media planning e buying. Quali sono i vostri punti di forza in questa attività? Quali strumenti utilizzate per pianificare e ottimizzare le campagne dei vostri clienti?
Layla Pavone - I concetti di planning e buying relativamente ai mezzi digitali interattivi sono sempre un po’ riduttivi. Occorre un team con competenze strategiche verticali e specialistiche per capire quali sono le esigenze del cliente e implementarle; abbiamo peraltro strumenti e database esclusivi perché progettati da noi dieci anni fa, che alimentiamo costantemente e che ci permettono di conoscere in profondità l’andamento del mercato dell’advertising online attraverso numerose variabili economiche e di performance e che comprendono dati su concessionarie, editori, formati e ancora altre informazioni, le quali si traducono in un piano media elaborato con rigorosità scientifica e accuratezza.

Isobar offre tutta la gamma completa di servizi per la comunicazione digitale, tra cui Word of Mouth, Search Engine Optimisation, eCRM, Mobile Marketing, etc. Quali sono i servizi che vi hanno dato le maggiori soddisfazioni in quest'ultimo anno?
Layla Pavone - Tutta l'area del social marketing è risultata molto interessante: attraverso il social media l'azienda ha infatti la capacità di richiedere un contributo di pensiero al consumatore, portandolo su un piano di parità; normalmente questo provoca l'endorsement da parte del consumatore dei valori e dei prodotti o della marca. Tra gli altri servizi che quest'anno sono stati brillanti tutta l'area della search, e per quanto riguarda il display advertising va segnalato il video spot.

Josè Gonzalez - oltre a questi servizi citerei il mondo della creatività e dello sviluppo. In questo ambiente la sperimentazione e l'innovazione pagano molto, per questo noi cerchiamo di spingere sempre i nostri clienti a osare un po' di più, sempre nel limite degli obiettivi di comunicazione. Un altro fronte estremamente interessante è il cosiddetto word of mouth: nei prossimi anni sarà il consumatore che detterà la strategia dell'azienda. Gli strumenti attraverso cui avverrà questa trasformazione possono essere molteplici - Facebook, Twitter, per citare i più noti adesso; ma col tempo potrebbero emergerne altri che le aziende farebbero bene a tenere d'occhio.


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ISOBAR COMMUNICATIONS
Via Durini, 28 - 20122 Milano
Tel. 02 776961 02 776961 Fax 02 77696259
isobaritalia@aemedia.com
www.isobar.net

Board di direzione. Giulio Malegori, Paolo Cimbro, Layla Pavone, Jose’ Gonzalez Galicia.
Numeri. Anno di costituzione: 2003. Composizione azionaria: 100% Aegis Media Italia. Addetti: 50. Amministrato: stime chiusura 2009 - 65 milioni di euro.
Collegamenti internazionali: Network Isobar.

venerdì, gennaio 22, 2010

IAB ITALIA in audizione presso le Commissioni Cultura e Trasporti della Camera dei Deputati

Le proposte dall’Associazione per il recepimento della Direttiva europea sulla “Televisione senza frontiere” e la promozione da parte delle Istituzioni di un Codice di Autoregolamentazione nella lotta contro ogni forma di illegalità sulla Rete, i punti chiave dell’intervento di IAB Italia



Roma, 22 gennaio 2010 – IAB Italia è stata audita oggi presso le Commissioni Cultura e Trasporti della Camera dei Deputati, in merito al recepimento della Direttiva cosiddetta “TV senza frontiere”.

Con particolare riferimento all’ambito di applicazione della Direttiva, IAB Italia ha chiesto alle Commissioni competenti di recuperare lo spirito originale del Legislatore europeo – che ha ritenuto necessario specificare e limitare il perimetro di attuazione del provvedimento in più punti dello stesso – e prevedere l’esclusione delle piattaforme online che veicolano contenuti generati e messi a disposizione dagli utenti (UGC).

Come sottolineato da Layla Pavone, Presidente di IAB Italia, il Legislatore europeo, in maniera lungimirante, ha compreso il reale valore che la Rete ha assunto nella gestione della vita quotidiana di milioni di cittadini.
«La continua e inarrestabile crescita di Internet – sia dal punto di vista degli utenti sia delle attività economiche, sociali e culturali – dimostra la forza di questo incomparabile ambiente di comunicazione, fondato sui principi della libertà e della transfrontalierità. La Rete non è solo una piattaforma dove si possono far convergere tutti i media, ma è un luogo di aggregazione, dove si incontrano e sviluppano nuove idee, nuove opportunita’, nella logica di una reale forma di partecipazione democratica» ha commentato Pavone. Pertanto, IAB Italia si auspica che, nel recepimento della Direttiva, anche il Governo italiano ne comprenda le potenzialità e continui a promuovere uno sviluppo di Internet finalizzato alla crescita e alla competitività del Sistema Paese.

Nel corso dell’audizione odierna, inoltre, Fabiano Lazzaroni, General Manager di IAB Italia ha rinnovato la proposta di aprire un tavolo di confronto istituzionale per promuovere un Codice di Autoregolamentazione volto a combattere tutte le forme di illegalità sulla Rete. Secondo IAB Italia – che ha ribadito la propria disponibilità a coinvolgere attivamente i propri associati per la definizione di regole efficaci, flessibili e bilanciate – il ruolo delle Istituzioni dovrebbe essere quello di facilitare il dialogo tra i vari attori coinvolti, affinché i diversi interessi in gioco (Proprietà Intellettuale, Privacy, Libera Impresa e Libertà dell’Espressione) possano trovare un giusto bilanciamento, in un quadro di buone pratiche che prevedano delle forme di cooperazione per condurre efficacemente la lotta a ogni forma di reato.

Informazioni su IAB Italia:
Fondata nel giugno 1998, IAB Italia raggruppa i più importanti operatori della pubblicità online in Italia ed è il charter italiano dell’Interactive Advertising Bureau, la più importante associazione nel campo della pubblicità su Internet a livello mondiale. IAB è il punto di riferimento del settore per quanto riguarda la definizione e l’applicazione degli standard, lo sviluppo e la divulgazione di dati e informazioni sul settore, la misurazione e la metrica.

L’obiettivo di IAB Italia è quello di contribuire allo sviluppo del mercato dell’advertising su Internet nel nostro Paese, promuovendo una maggiore e più profonda conoscenza delle opportunità e dei meccanismi nel nuovo media.
Oltre a importanti attività di divulgazione dell’informazione, IAB Italia è particolarmente impegnato nel campo della definizione della metrica e della misurazione dei siti web, nella certificazione del fatturato dell’online advertising e nelle attività di ricerca.
IAB Italia fa inoltre parte del network IAB Europe, la federazione europea nata per favorire lo sviluppo del mercato dei media interattivi e il corretto sviluppo di questo settore nell’industria della comunicazione in Europa.

mercoledì, gennaio 06, 2010

About real Women and real TV

Al Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano
Al Presidente della Rai, Dr. Paolo Garimberti
Al Presidente dell’Agcom, Prof. Corrado Calabrò
Al Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza, On. Sergio Zavoli
Al Ministro dello Sviluppo Economico, On. Claudio Scajola
Al Vice Ministro delle Comunicazioni, On. Paolo Romani
Al Ministro delle Pari Opportunità, On. Mara Carfagna


Signor Presidente, Signorie Vostre
In occasione del prossimo rinnovo del Contratto Nazionale di Servizio della Radiotelevisione, chiediamo vivamente di porre la massima attenzione sul tema della rappresentazione delle donne in tivù. Da più parti della società civile emerge con crescente urgenza la necessità di un nuovo corso per la figura femminile nelle trasmissioni radiotelevisive ma esso, tuttavia, stenta a trovare un terreno concreto di sbocco.

Il dettato dei principi costituzionali, in particolare all’articolo 3, 51, e 117, è chiaro: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Il servizio pubblico, per primo, potrebbe svolgere un ruolo specifico nel rimuovere l’ostacolo prodotto di fatto da una visione parziale dell’immagine femminile, promuovendo una rappresentazione rispettosa della dignità umana, culturale e professionale delle donne. A tal fine condividiamo e intendiamo sostenere le proposte contenute nell’appello della responsabile dell’Osservatorio Direttiva Servizi di Media Audiovisivi del Dipartimento Comunicazioni, Gabriella Cims, come appreso dagli organi di stampa, (appello pubblicato su Rainews24 del 29/11/2009: “Solo la bellezza fa audience?”), e discusso recentemente nei dibattiti pubblici promossi anche dal CPO dell’Enea e dal CPO del Ministero dello Sviluppo Economico.

Chiediamo pertanto:
-che il servizio pubblico trasmetta programmi ad hoc sulle questioni della vita reale delle donne, offrendo all’immaginario collettivo una maggiore completezza e pluralità di modelli di riferimento della femminilità;
-che il Contratto di Servizio venga emendato, -proposta allegata- poiché la versione in vigore palesa più di un punto debole sotto questo profilo. Basti osservare che non vi è un solo articolo o comma dedicato specificatamente ai temi delle pari opportunità e che la violenza sulle donne è una vistosa “assenza” nella programmazione sociale, (art. 8 comma 6).
-l’adozione di un Codice di Autoregolamentazione Media e Donne e l’insediamento di un Comitato ad hoc che ne monitori l’effettiva applicazione nell’ambito dell’emittenza e dei media in generale. Ciò avvicinerebbe l’Italia agli altri Paesi Europei che già da diversi anni hanno varato iniziative simili, come rilevato dal Libro Bianco del Censis, “Women and Media in Europe”.

Confidando che alla più partecipata riflessione, si affianchi alla nostra voce il significativo Vostro contributo,

vogliate accogliere i sensi della nostra più alta stima.
Roma, 28 dicembre 2009



Mirella Ferlazzo, Pres. CPO Ministero Sviluppo Economico, Via Molise 2 – 00187 - Roma
Elisa Manna, Resp. Politiche Cult. CENSIS
Teresa Chironi, Pres. CPO ENEA
Francesca Brezzi, Pres. Osservatorio studi di Genere, e P.O.(Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre) – Prof. filosofia morale a Roma Tre,
Elisabetta Strickland, V. Pres. Istituto Nazionale di Alta Matematica, Univ. di Roma “Tor Vergata”, - Prof. di Algebra e Cons. Scientifico Osservatorio studi di Genere, e P.O.
Annabella Souhodolsky, Pres. CPO RAI
Maxia Zandonai, Pres. CPO Usigrai
Oriana Calabresi, Pres. CPO della Corte dei Conti
Patrizia Cenci, Pres. CPO Istituto Nazionale Fisica Nucleare
Donatina Persichetti, Pres. Consulta Femminile del Lazio
Flavia Barca, Coordinatrice IEM-Fondazione Rosselli
Layla Pavone, Pres. Iab Italia
Lucia Visca, Pres. CPO FNSI.
Marina Cosi, rappresentante FNSI nell’Ifj
Laura Frati Gucci, Pres. Naz. AIDDA, Ass. Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda
Giacinta Prisant, Pres. Consulta Femminile della Valle d’Aosta
Daniela Cascone, Comp. CPO ATAC e sua rappres.te nella Rete dei CPO di Roma e Provincia
Serena Romano, Pres. Corrente Rosa
Alessandra Servitori, Consigliera Nazionale di Parità
Rosanna Oliva, Pres. di “Aspettare stanca”
Daniela Bellisario, Pres. Servizi interattivi srl
Barbara Vecchietti, JOHNSON & JOHNSON Italy - Mass Market Customer Development Director
Ornella Del Guasto, Fondazione Bellisario
Elisa Manacorda, Dir. Galileo
Alessandra Alessandri, titolare Labmedia
Lorella Zanardo, membro dell’Advisory Board di Winconference – Losanna e coautrice del documentario “il corpo delle donne”

mercoledì, novembre 25, 2009

Telecom Package: publishers and online marketers welcome new provisions on cookies

Brussels 23 November 2009
European publishers and the digital advertising industry welcome the new provisions in the Telecom Package eliminating legal uncertainty for cookies which is expected to be adopted tomorrow by the European Parliament.

The ePrivacy Directive (2002/58/EC) included in the „telecom package‟ strengthens security and privacy for Internet users. Crucially, the new law provides a solid legal basis for cookie management tools in browsers and other applications.
All about cookies
Cookies ensure that the internet functions effectively by storing a user‟s settings, such as language preferences or authentication, shopping cart contents, and other data used by websites, to improve and customise their content and advertising to user preferences.
The European Parliament rejected its earlier opt-in amendment for cookies that would have disrupted the Internet experience of users, by requiring repeated pop-up windows, or other intrusive virtual labels upon every web page visit by a user.
In its Article 5(3), the ePrivacy Directive outlines strong safeguards to protect users from unwanted software such as adware, junk, or even viruses and spyware, requiring software vendors to seek their consent. For cookies, the legislation‟s preamble specifically says that the control settings in a web browser such as Firefox, Internet Explorer, Chrome, Opera or Safari are sufficient to comply with the consent requirement in the legislation. Even for cookies that cannot be controlled by web browsers, the new law recognises that the settings of specific control panels satisfy the consent requirement.
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The preamble also gives greater emphasis to the need for clear and comprehensive information to users, in user-friendly ways. By providing transparent information about what cookies are, users will be in a position to make informed choices; for example by managing their use of cookies via browser settings. The law now clarifies that websites can rely on browser controls and similar applications to define the acceptance of cookies. Publishers and online marketers support this approach because greater transparency, user-friendly information and easy cookies-management will increase consumer trust and confidence.
“The EU legislator kept the existing opt-out regime for cookies and improved it to the benefit of Internet users. Importantly, business now has a solid legal basis to rely on the browser settings when deploying cookies. This recognises the established practice that web users set their cookie preferences in their settings managers,” said IAB Europe Vice President Kimon Zorbas.
“The amendment increases consumer protection while not impeding the way the Internet works. The majority of the Parliament recognised the importance of the Internet and digital advertising for the future of publishing,” said Angela Mills Wade, EPC Executive Director.
Member States must transpose the Directive into national law in the next 18 months. They must do so with great care so as to avoid incorrect implementation under local law. “National legislators need to make sure that the law is transposed coherently and in a harmonised manner. If not we risk different interpretations that would create new barriers to the internal market, confuse consumers and ultimately place Europe at a competitive disadvantage to other global markets,” said Stephan Noller, CEO of nugg.ad and IAB Europe Chair of the Policy Committee.
Background
Cookies are small pieces of text, stored on a user's computer by a web browser. They are used by almost every website and are the backbone of the modern internet as websites use a lot of embedded content and services such as widgets from third party providers. Major browsers and similar applications allow users to control cookies by specifying when and which cookies to accept and to delete. With point 66 of the new preamble in the ePrivacy directive, the legislator recognised that special rules for cookies were warranted to avoid significant disruptions of the user‟s experience.
The ePrivacy Directive is part of the Telecom Package - a general review of the rules governing electronic communications. The Package provides for the establishment of a
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new EU Telecoms Authority, rules to spur competition in telecommunication, a review of radio spectrum management and a range of consumer protection and privacy measures.

For further information, please contact:
IAB Europe: Kimon Zorbas, Vice President, vp@iabeurope.eu, phone: +32 494 34 91 68 or Lucy Green, phone: +44 7817698366 and Geraldine Gitel xxx: pressrelations@iabeurope.eu.
European Publishers Council (ECP): Angela Mills Wade, Executive Director, angela.mills@wade.uk.net, phone: +44 1865 310 732 or Heidi Lambert Communications, Press Relations, heidilambert@hlcltd.demon.co.uk, phone: +44 1245 476 265

About IAB Europe:
IAB Europe is the voice of the online advertising sector through its 23 national associations representing more than 5,000 company members, as well as corporate members including Adobe, Alcatel-Lucent, BBC.com, Comscore Europe, E&Y, Goldbach Media Group, Google, Hi-Media, InSites Consulting, Koan, Microsoft Europe, Netlog, News Corporation, Nugg.ad, Nielsen Online, Orange Advertising Network, Publicitas Europe, Sonnenschein, Truvo, United Internet Media and Zanox. Supported by every major media group, agency, portal, technology and service provider, IAB Europe coordinates activities across the region including public affairs, benchmarking, research, standards settings, and best practices.
About EPC:
The EPC is a high level group of Chairmen and CEOs of leading European media corporations actively involved in multimedia markets spanning newspaper, magazine, book, journal, internet and online database publishers. Many EPC members also have significant interests in commercial television and radio.

lunedì, novembre 16, 2009

Io partecipo alla Giornata mondiale per la prevenzione della violenza sui bambini. E tu?

Più dell'85% dei bambini dai 2 ai 14 anni nel mondo è vittima di violenza.
40 milioni di bambini sono vittime di abuso sessuale.
1,2 milioni di minori vengono trafficati ogni anno.
275 milioni di bambini hanno assistito ad atti di violenza domestica.
Il 36% delle bambine nei Paesi in via di sviluppo si sposa prematuramente.
Centinaia di migliaia di bambine vengono sottoposte a mutilazioni genitali.
Oltre un miliardo di bambini vivono in paesi colpiti da guerre e conflitti.
14,6 milioni di bambini sono profughi.
Circa 250.000 bambini e bambine finiscono tra le fila di gruppi combattenti.
Ogni anno cresce il numero dei minori che migrano da soli nei paesi industrializzati.
Nella sola Italia tra i 400.000 e i 500.000 bambini sono vittime di sfruttamento sul lavoro.

In occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione della violenza, 19 novembre, dal 9 al 22 novembre Terre des Hommes -www.terredeshommes.it- lancia la CAMPAGNA SMS 48543 per cancellare i segni della violenza sui bambini e invita tutti a indossare il nastro giallo, simbolo della campagna mondiale per la prevenzione dell'abuso sull'infanzia per dire:
“IO proteggo i bambini, SI’ alla prevenzione contro gli abusi”.

La campagna unisce ben 800 organizzazioni non governative di 128 Stati.

La violenza a danno dei minori è un’emergenza globale che riguarda indistintamente qualsiasi strato sociale e ogni paese del mondo, comprese le nazioni ricche e l’Italia. Sembra infatti che un terribile fil rouge leghi la triste condizione dei bambini lavoratori, quelli vittime di traffico, le baby prostitute e le bambine costrette a sposarsi anche prima dei 12 anni, i bambini che vivono in zone di guerra o costretti a combattere, i piccoli sfollati a causa di catastrofi naturali ai bimbi vittime di violenza domestica e di abuso sessuale.

Ecco tutto quello che puoi fare tu:
dal 9 al 22 novembre dona 2 Euro inviando un SMS al 48543 dal tuo cellulare privato TIM, Vodafone, Wind e 3 o chiamando da rete fissa Telecom Italia. Dì presente con il 48543
Indossa un nastro giallo per testimoniare il tuo impegno per la Protezione dei bambini
colora di giallo il tuo blog o sito
metti al posto della foto del tuo profilo di facebook o di myspace il “nastro giallo”
pubblica il “corner banner” giallo che trovi nella sezione Banner di www.terredeshommes.it
tagga la tua foto su flickr con il nastro giallo
scrivi un articolo/post sulla campagna inserendo il “nastro giallo”
colora di giallo un tuo post o una parte di esso il 19 novembre

lunedì, novembre 09, 2009

LETTERA APERTA AL GOVERNO PER LO SBLOCCO DEI FONDI DESTINATI ALLO SVILUPPO DELLA BANDA LARGA

Illustre Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi,
Illustre Ministro dello sviluppo economico, On. Claudio Scajola
Illustre Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, dott. Luca Zaia
Illustre Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, On. Renato Brunetta
Illustre Ministro della Gioventù, On. Giorgia Meloni
Illustre Vice Ministro dello Sviluppo Economico, On. Paolo Romani
Illustre Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dott. Gianni Letta

A nome delle Associazioni che riuniscono le principali aziende attive nell’Information and Communication Technology, pubblicità e comunicazione, editoria operanti sul mercato italiano e di alcune tra le più importanti Associazioni consumatori si rappresenta l’esigenza di considerare l’importanza di una rapida approvazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica delle risorse previste dalla Legge 18 giugno 2009, n. 69, pari a 800 milioni di euro per gli investimenti finalizzati allo sviluppo della banda larga nel nostro Paese.

Da notizie pubblicate sulla stampa, infatti, sembrerebbe che, in relazione alla contingenza economica, il Governo non abbia ancora definito la tempistica per portare all’approvazione del CIPE i predetti fondi fino a che, anche a seguito degli interventi “straordinari” previsti per la superare la crisi, non si possa procedere con maggiore tranquillità attraverso politiche di sviluppo.

Si è concluso proprio l’altro giorno lo IAB Forum, la più importante manifestazione italiana relativa alla comunicazione interattiva, nel quale – di fronte a circa 8.000 persone - il mondo dell’industria e dell’economia, insieme alla comunità scientifica ed alla rappresentanza dei consumatori, hanno ribadito con forza come anche il nostro Paese debba puntare sull’innovazione tecnologica delle imprese, delle pubbliche amministrazioni e delle famiglie per uscire dalla situazione attuale ed avviare un rapido rilancio della nostra economia e dell’occupazione, accelerando l’uscita dalla crisi.

Il Governo ha sempre ribadito l’importanza del superamento del digital divide – tramite investimenti in nuove tecnologie e sviluppo della banda larga – come volano per il rilancio della competitività per le PMI italiane, l’avvicinamento della Pubblica Amministrazione ai cittadini e la creazione di posti e opportunità di lavoro. La banda larga oggi non è un’opzione facoltativa ma un’infrastruttura necessaria per lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese.

E’ indispensabile che l’Italia non perda altro tempo e prenda decisioni, come stanno facendo altri Paesi europei, con prospettive di medio-lungo termine affinché possa restare uno dei player principali delle economie avanzate.

Milano, 9 novembre 2009

Presidente Layla Pavone – IAB Italia
Presidente Stefano Pileri – Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici
Presidente Carlo Poss – Fcp-Assointernet
Presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi - Upa
Presidente Diego Masi - Assocomunicazione
Presidente Furio Garbagnati - Assorel
Presidente Elserino Piol – Fedoweb
Segretario Generale Thalita Malagò - AESVI
Presidente Paolo Martinello - Altroconsumo
Segretario Generale Paolo Landi – Adiconsum
Segretario Generale Teresa Petrangolini – Cittadinanzattiva
Presidente Nazionale Giovanni Ferrari - La Casa del Consumatore

mercoledì, novembre 04, 2009

IAB Forum senza editori (?)

IAB Forum e' appena terminato e con la serenita' e la gioia che mi accompagnano in questo momento per il successo della manifestazione, tengo a chiarire una vicenda che invece mi ha lasciato non poco stupita. Il 2 novembre su Affari & Finanza di Repubblica viene pubblicato un articolo a firma di Andrea Di Stefano, successivamente anche ripreso dalla versione online della testata, che vi riporto qui di seguito e al quale fa seguito la mia risposta nella veste di Presidente IAB.

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SENZA EDITORI LO IAB FORUM

"Abbiamo messo a punto un'agenda più ricca delle precedenti, che tiene conto degli aspetti tecnici dell'industria della comunicazione e dell'advertising digitale ma anche del business. Consapevoli che occorre confrontarsi con le istituzioni". Layla Pavone, presidente di Iab Italia, è soddisfatta dell'impianto della settima edizione dello Iab Forum, da oggi a Milano. Lo Iab è stato considerato per anni alla stregua degli Stati generali del mondo della pubblicità e dei contenuti in rete. È ancora così? Risponde la Pavone: "Ritengo il digitale un supporto importante per la ripresa. Al Forum si affronterà l'argomento competitività con coloro che hanno fatto la storia di Internet".

Peccato che, tra i tanti che hanno sicuramente "fatto la storia di Internet" in Italia, in questa edizione di Iab Forum manchino alcuni dei protagonisti della produzione di contenuti digitali. Gli editori, per esempio. Salvo un paio di interventi, l'intero panorama del Forum è appannaggio di operatori della pubblicità e soprattutto dei grandi operatori internazionali come Google, Yahoo e Microsoft. La sensazione di molti addetti ai lavori (che è una certezza a livello globale ma ora diventa concreta anche a livello italiano) è che Iab sia poco attento alle richieste e alle battaglie di chi vede il valore del proprio lavoro fagocitato dalle multinazionali, Google in testa, grazie a tecniche sofisticate di monetizzazione dei contenuti altrui.

Nessuno spazio viene dato a due azioni che stanno attirando l'interesse di tutto il mondo sull'Italia: l'apertura di un'indagine dell'Antitrust su eventuali abusi di posizione dominante da parte di Google e la creazione di un consorzio di editori - il Premium Publisher Network - per la gestione in proprio della pubblicità testuale a performance, che vede come quasi monopolista proprio Google.

qui il link...
http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/tecnologia/iab/iab/iab.html?ref=search


COSA AVEVA EFFETTIVAMENTE E CONCRETAMENTE FATTO IAB
Il Gruppo di lavoro che ha organizzato l'agenda e i contenuti delle due mattinate istituzionali di IAB Forum -www.iabforum.it- aveva deciso di organizzare una tavola rotonda, gia' dai primi di settembre, dedicata agli editori italiani e al ruolo dell'informazione cartacea e digitale, invitando con una email ufficiale, esplicativa dell'evento e dell'importanza della tematica al suo interno, tra i vari direttori di testata anche il Direttore di Repubblica Ezio Mauro. Questo avveniva esattamente il 10 settembre. Il 21 settembre la segreteria del Direttore Ezio Mauro rispondeva negativamente al nostro invito. In seguito a fronte della mancata risposta di alcuni altri direttori uniti ad altri dinieghi, non essendoci una corretta rappresentativita' del mondo dell'editoria italiana "tradizionale", abbiamo deciso di cambiare agenda e tematica organizzando, un talk show che coinvolgesse il mondo dell'innovazione online sia italiana che internazionale.
Quindi l'articolo scritto da Di Stefano parte da un'assunzione non corretta oltre che non verificata, in quanto pur riportando un virgolettato mio, il "giornalista" non ha nemmeno verificato la veridicita' delle sue affermazioni. Anzi nemmeno sapeva che avevamo invitato proprio il suo Direttore per un convegno sul tema e che lo stesso avesse risposto negativamente.
Inoltre Di Stefano non sa nemmeno che IAB e' un'associazione super partes, neutrale, che non difende gli interessi di una specifica categoria, bensi' dell'industria dell'online communication "tout court", ne' si puo' occupare di indagini e o denunce di singoli soggetti all'antitrust come nel caso citato o promuovere iniziative commerciali di una parte dell'offerta pubblicitaria all'interno dell'agenda istituzionale di IAB Forum.
E' spiacevole vedere che proprio da chi rivendica l'autorevolezza e la qualita' dell'informazione si pubblichi un articolo privo di fondatezza, non solo non veritiero, ma che viene pubblicato proprio dalla testata che, purtroppo, non si e' resa disponibile attraverso il suo Direttore ad un dibattito specificamente dedicato al tema dell'editoria off e online.
Al contempo ringraziamo per la visibilita' che e' stata data a IAB Forum, perche' se non fosse stato per questa critica infondata non avremmo avuto tutto questo spazio redazionale.
Un consiglio che ci permettiamo di dare: maggiore professionalita' nel verificare le informazioni che si pubblicano e un atteggiamento piu' collaborativo che avrebbe evitato questo "scivolone".

mercoledì, ottobre 21, 2009

Back to the basics - viva l'Afrika

Una mattina, nell’uscire di casa per andare a lavorare, ho notato che nella mia aiuola fuori dal cancello c’era un ragazzo che spazzava via le foglie secche e il takataka. Mi è sembrato strano che un africano avesse tanta coscienza ecologica da pulire un’area privata, probabilmente lo aveva assunto il mio vicino di casa per la giornata, per fare pulizia tra le nostre siepi.
La vera sorpresa l’ho avuta quando sono ritornata la sera: il ragazzo aveva allestito un chioschetto nella mia aiuola! Si era creato un bello spazio in cui aveva costruito un banchetto di legno, uno sgabello e delle mensole. E aveva già disposto con cura e ordine la sua mercanzia.
“Jambo mama!” Mi saluta cordialmente.
“Jambo kijana.” Gli rispondo un po’ seccata. E poi gli chiedo cosa sta facendo.
“Fare solo piccolo business.” E mi sorride.
“Ma lo devi fare proprio dentro la mia aiuola il tuo business?”
Lui alza le spalle, si guarda intorno e mi dice che è un bel posto per aprire il suo negozio, perché c’è la grande ombra della palma che lo rinfresca, e proprio lì di fronte c’è l’ingresso alla spiaggia pubblica dove passa tanta gente. Ed io gli rispondo che capisco le sue ragioni, ma che sta occupando una proprietà privata.
“Sei un abusivo, mi capisci?”
“Abusivo … nini?” Mi chiede lui perplesso.
Ma perché dopo sette anni che vivo in Kenya tento ancora di spiegare un concetto tipicamente occidentale ad un giovane africano analfabeta? E mi arrendo, tanto a pensarci bene lui non mi da alcun fastidio.
“Come ti chiami?” Addolcisco la mia voce.
“Io Geppetto falegname.”
E mi viene da ridere perché questi africani hanno davvero tanta fantasia: ho un amico che cambia i soldi in spiaggia ai turisti e si fa chiamare Bancomat, un altro che fa il sarto e bazzica spesso di fronte agli alberghi si fa chiamare Valentino.
“Vuoi comprare bello ippopotamo?” E mi mostra orgoglioso una statuetta di legno che ha appena finito di limare.
“Ebano vero, look.” Mi dice e gratta con l’unghia il legno scuro.
Come no, penso io, lucido da scarpa autentico: conosco il vecchio trucco.
“No, grazie Geppetto, l’ippopotamo ce l’ho già. Anche la giraffa e tutti gli altri animali della savana.” Poi ammiro le belle sculture che ha disposto con cura sul banchetto e gli faccio i complimenti.
Lui mi guarda contento, poi tira fuori da un sacchetto di plastica un piccolo busto di Pokot a cui è legato un anello di ferro. E’ un portachiavi.
“Regalo per te. Adesso noi amici.”
“Grazie! Ma che bello!” E per fargli vedere che lo apprezzo veramente ci infilo subito le mie chiavi di casa.
Ci salutiamo e gli auguro buona fortuna col suo piccolo business.
Qualche giorno dopo, durante una riunione di lavoro, la direttrice nota il mio nuovo portachiavi e mi dice che le piace: potrebbe essere una buona idea come regalo di Natale ai nostri ospiti. Le racconto brevemente l’episodio di Geppetto.
“Arriva ogni mattina presto con due grossi sacchi in spalla. Pulisce per bene la piazzuola, tira fuori tutte le sue statuine e poi accucciato sullo sgabello comincia a intagliarne di nuove. Ha molto talento, purtroppo in una settimana non ha ancora venduto niente: i turisti vanno nei soliti negozietti in città … poveraccio.”
“Ok, aiutiamolo noi. Ordinagli quattrocento portachiavi, devono essere pronti al massimo entro un mese.” Mi dice.
Questa iniziativa di solidarietà mi rende felice e sono certa che anche Geppetto sarà contento della novità.
La sera rivedo il giovane falegname che ripone le sue cose dentro il sacco. Nonostante gli affari non gli vadano bene lui è ancora di buon umore e fiducioso.
“Jambo Geppetto, ho un lavoro per te. Mi servono altri portachiavi Pokot. Me ne servono tanti sai?”
Gli si illuminano gli occhi e mi invita a sedermi sullo sgabello, per fare meglio il business, e lui si accuccia per terra.
“Certo mama, quanti?” Mi chiede speranzoso.
“Quattrocento.” Gli scandisco bene il numero, e glielo ripeto in swahili.
Geppetto resta a bocca aperta e si gratta il mento, credo di averlo scioccato. Poi deglutisce e mi dice che forse io intendevo dire quaranta.
“No rafiki, ho detto proprio quattrocento. Li puoi fare? Mi servono entro un mese. Ma devono essere tutti belli come il mio, ok?”
Geppetto è al settimo cielo e salta in piedi come un grillo e mi ringrazia in diverse lingue. E mi benedice pure, neanche fosse un prete. Gli do un acconto per comprare il legno e ci salutiamo con una energica stretta di mano.
La mattina dopo mi aspetto di vederlo già all’opera, e invece il chioschetto è deserto. Niente Geppetto nei dintorni … e anche le mattine successive non si fa vivo. Ed io comincio a pensare che mi ha tirato una gran fregatura: si è preso i soldi e probabilmente è andato ad aprire il suo nuovo business nell’aiuola di qualcun altro. Che sciocca sono stata.
E invece, che bella sorpresa, dieci giorni dopo me lo vedo lì che mi aspetta sul cancello, con quattro borse di plastica gialle in mano.
“Jambo mama!” Esulta felice di rivedermi.
“Geppetto! Allora non eri scappato col malloppo!”
Lui fa no con la testa e poi ridiamo insieme. E mi racconta che è tornato al suo villaggio, dentro il bush al nord, e lì ha assunto tutta la tribù dei suoi fratelli e cugini e zii per fare i quattrocento portachiavi haraka sana.
“Ecco, look!” Apre le sue borse e mi mostra la merce soddisfatto.
“Bravo rafiki!” Gli batto una mano sulla spalla.
Geppetto col suo bel gruzzolo ha ingrandito il business e ha spostato il chiosco in una piazzuola più ampia dall’altra parte della strada. Si è pure messo in società con un pittore che si fa chiamare Picasso e tutte le mattine quando vado al lavoro li vedo all’opera.
Ultimamente sta intagliando piccole tartarughe, mi ha detto che gliene hanno ordinate oltre cinquecento pezzi.
“Bravo! E le fai tutte da solo stavolta?”
“No mama, domani arrivare fratelli e cugini per dare piccolo aiuto.”
“Bene, avrai un po’ di compagnia, e quanti sono?”
“Trenta.”
Mi sa che ho capito male … trenta Geppetti che fanno tartarughe in un’aiuola? Mah, però a pensarci bene qui in Africa tutto è possibile.(19/10/2009)

Tratto da i racconti di Claudia Peli(Malindi)

venerdì, ottobre 16, 2009

IAB Forum 2009

Una riflessione e un confronto sull’economia, la società e la politica nell’era dei media digitali interattivi, per contribuire a identificare nuove opportunità di crescita per il Sistema Paese: sono questi gli obiettivi dell’edizione 2009 di IAB Forum, attesa per il 3 e 4 novembre presso il Milano Convention Centre di Fiera Milano City, con la partecipazione di esperti del settore, aziende e istituzioni.

Ad aprire i lavori, martedì 3 novembre, sarà Layla Pavone che, in qualità di Presidente di IAB Italia, traccerà un quadro del mercato italiano della comunicazione digitale interattiva, in un momento storico di importanza cruciale per lo sviluppo e la crescita del mezzo internet a livello globale. La riflessione sul tema continuerà nell’ambito della prima tavola rotonda dal titolo “Il futuro dell’economia digitale in Italia”, che metterà a confronto istituzioni e consumatori.

Alla luce del recente sorpasso britannico della pubblicità online rispetto a quella televisiva, toccherà poi a Guy Phillipson, Chief Executive di IAB UK, illustrare il fenomeno alla platea milanese, affinché l’esempio del Regno Unito possa fare da traino per l’evoluzione dell’advertising sul Web anche in Italia. Inoltre, per uno sguardo più completo alla scena internazionale, il CEO di IAB US Randall Rothenberg offrirà una panoramica sulle ultime tendenze del settore negli Stati Uniti.

Dopo un’analisi dei primi risultati dell’Osservatorio IAB Italia/Accenture sul mercato della comunicazione digitale in Italia, illustrata da Marco Vernocchi la mattinata si concluderà con un talk show tra gli esponenti delle principali aziende che operano nel settore di internet e dei new media, per analizzarne dinamiche attuali e scenari futuri.

I lavori di mercoledì 4 novembre saranno aperti da Fabiano Lazzarini, General Manager di IAB Italia, che farà un bilancio delle numerose attività e iniziative promosse dall’Associazione nel 2009, per una riflessione sui mutamenti e sulla percezione dei media digitali interattivi a poco più di dieci anni dalla nascita dell’Interactive Advertising Bureau in Italia.

Ospite d’eccezione della seconda giornata di IAB Forum sarà David Weinberger, filosofo e scrittore statunitense, guru dell'internet marketing, nonché membro dell’Harvard Berkman Center for Internet & Society, che interverrà sul tema “Transparency and Trust”.

Anche quest’anno, il Presidente di IAB Europe Alain Hereux darà il proprio contributo al convegno affrontando il tema dei “Legal and business challenges for digital Europe”, seguito dall’intervento di Diego Masi, Presidente di AssoComunicazione.

A chiusura dei lavori della mattinata, si terrà una tavola rotonda con UPA (Utenti Pubblicità Associati) alla quale prenderà parte il Direttore Generale di Upa Giovanna Maggioni durante la quale le aziende partecipanti condivideranno esperienze, informazioni e suggerimenti sulle potenzialità della comunicazione digitale in un’ottica di business. Non mancheranno, infine, numerosi workshop tematici a cui saranno dedicati i pomeriggi di entrambe le giornate di IAB Forum.

L’agenda completa e maggiori dettagli sul convegno sono disponibili sul sito www.iabforum.it dove è possibile iscriversi all’evento compilando l’apposito modulo online.

In occasione del Forum, anche per il 2009 IAB Italia ha confermato il proprio impegno a favore dell’ambiente, rinnovando l’adesione al progetto Impatto Zero® di LifeGate per compensare le emissioni di CO2 prodotte dall’evento e dai propri uffici attraverso la creazione di nuove foreste.

mercoledì, settembre 16, 2009

A proposito di online newspaper: era il 1996 quando gia' era chiaro che...

Where's the revenue?

Newspapers seek ways to make their online children profitable

By Alan Jacobson, Brass Tacks Design

On-line magazine Mr. Showbiz (http://www.mrshowbiz.com) attracts 23,000 visitors daily with a mix of entertainment-industry reporting and gossip. According to Deputy Editor Jim Albrecht, "Like every other site on the internet, it's a money loser. I've never heard of a site that makes money. The gamble is that this is going to be a big advertising industry."

As Jim Albrecht says, many on-line content providers believe "If we build it, they will come." But declining newspaper penetration indicates that providers will need to deliver extremely relevant content to compete with all the needs and distractions of today's busy lifestyles. And they will need to make the experience of using the web a pleasant and engaging one.

Just like the communication technologies that preceded it (film, radio, television) most content providers are replicating the programming of previous forms. And just like their predecessors, they have not fully understood the advantages and limitations of the new form and tailored their content and commercial opportunities accordingly.

In addition to misunderstanding the nature of the web, on-line newspapers make a mistake when they seek an image that distances them from print newspapers. Instead of building on established brand names, these on-line newspapers want to appear to be more "fun" than the print products from which they get their content. Discarding a brand name for Hawaiian-shirt colors, playful typography and an overuse of the words "neat" and "cool" is not a strategy to generate a loyal following of readers or advertisers.

Once all the Internet hype and hoopla is over, it will come down to content because content generates the traffic advertisers seek. On-line newspapers depend heavily on the content of their newspapers' daily report. But these on-line newspapers deliver just a fraction of the report provided to most internet-accessible households by the easy-to-use and portable format of the print newspaper. This incomplete duplication of content in the oft-times frustrating on-line format will not attract enough users to meet advertisers needs.

Web sites have world-wide distribution in contrast to the market for local newspapers which is limited by the physical size of circulation area. On-line sites produced by newspaper companies should provide content that appeals to a physically-extended "community of interest" instead of the local community better served by the print newspaper.

Rather than create new content, newspaper sites should leverage existing content to attract these communities of interest. For instance, the Indianapolis Star has a web site based on auto racing (http://www.starnews.com/speednet), drawing on their expertise in covering the Indianapolis 500. Almost every newspaper gathers and archives information that appeals to a community of interest extending beyond the physical boundaries of its local market.

Another example of leveraged content is the on-line database of classified ads provided by Landmark Specialty Publication's Collector's SuperMall (http://www.csmonline.com). A computer program draws from the classified ad database used to produce Landmark Specialty Publication's print products and automatically posts electronic ads on the Internet. Collector's SuperMall generates $250,000 annually by charging customers an additional dollar to post on line the classified ads ordered in Landmark's print products.

Content opportunities should also capitalize on the inherent advantages of the web, such as searchable databases. Like many newspaper sites, Pilot Online provides searchable databases of the editorial and advertising content of The Virginian-Pilot. Back issues are archived at the Virginian-Pilot News Archive (http://scholar3.lib.vt.edu/VA-news/VA-Pilot/VA-Pilot.html); Classified ads are updated by 8 p.m. the night before publication (http://www.infi.net/pilot/classified/index.html).

Searchable databases of retail advertising, such as real estate listings, can also be a source of revenue. But providers should not charge on a per entry basis because this will discourage advertisers from keeping the database up-to-date and complete. Users will turn toward the MLS book and away from on-line listings if the electronic version is not comprehensive.

Along with content, commerce opportunities should match the wants and needs of communities of interest. For instance, The Virginia Diner (http://www.infi.net/vadiner) has wed its existing fulfillment mechanism to the reach of its Internet site enabling it to sell its products world wide.

Clearly, seeking a community of interest apart from that served by the print newspaper is a reasonable strategy for generating revenue. Another strategy calls for some "out-of-box" thinking based on actual experience with a newspaper product.

In 1987 I created a highly successful total-market coverage product for The Virginian-Pilot. Back then virtually every TMC tried to appeal to non-subscribers with the best content of last week's newspaper while providing advertisers a means of achieving 100% household penetration. And like virtually every other TMC, the Pilot's old product did not effectively appeal to non-subscribers or advertisers.

As I began the redesign, I concluded that it was foolish to try to attract non-subscribers with the very content they had chosen not to purchase. It made more sense to offer content not available in the daily newspaper. In addition, I understood that the primary mission of a TMC was to appeal to advertisers.

These two assumptions lead to the creation of ³The Express Line.² In its first year, The Express Line generated 44% more revenue the product it replaced. It was eventually syndicated nationally by The Virginian-Pilot. Today, Media General, Thomson and The Tribune Company produce similar products.

The failure of traditional TMCs and the success of these syndicated products suggests this strategy for on-line newspapers:

On-line newspapers shouldn't try to generate the traffic that advertisers seek with content that already appears prominently in the print product. Instead, on-line newspapers should emphasize the content not available in the print product, such as searchable databases of editorial and advertising content. In addition, on-line newspaper sites should be designed to put advertisers first and content second ­ no different than the inside pages of most newspapers. Every content page could be dominated by an engaging display ad that links to an advertiser's pages hosted at the newspaper site. Unlike most on-line newspaper advertising sites, these pages should possess all the interactivity and design sophistication of content pages. This can only be accomplished when on-line newspapers put as much effort into their advertising pages as their content pages.

So how can on-line newspapers generate revenue?

Daily content is not likely to generate the volume of traffic advertisers seek. The print product is better suited to this task. And despite the quality of any site's content, users remain resistant to paying for it. Micro-payments are not likely to produce enough revenue unless the content appeals to a very large audience. Counting on significant revenues from subscriptions does not seem like a prudent strategy.

Many newspapers offer access to the Internet, using these access fees to support the cost of maintaining their sites. This revenue stream is likely to slow to a trickle as major players like AT&T become internet service providers. The cost of access ­ and the revenue it provides ­ will drop as competition heats up.

Newspapers should build on-line sites that meet the wants and needs of communities of interest - markets different from those served by print. And newspapers need to move quickly to develop more and better commerce opportunities that exploit the advantages of on-line delivery.

Currently, I am pursuing two strategies with a major on-line newspaper: development of a site appealing to a community of interest and redesigning an existing site to put the advertiser first. Only time will tell whether either of these strategies is effective, but time moves more quickly on the Internet than any other medium. We should have an answer soon.

martedì, agosto 04, 2009

MAL d'AFRICA secondo Freddie ma anche secondo me

Immaginate un luogo in cui il cielo non vi sovrasta, vi attraversa; l’aria non si respira, si assapora, il tempo scorre, non corre ed il sistema nervoso si sistema, non s’innervosisce.
Un luogo dove la gente non t’incrocia, ti saluta, dove tutto è vero, anche le cose spiacevoli, perché tutto è vita.
Il mal d’Africa è uno stato dell’anima, prima ancora che uno stato mentale.
E’ qualcosa che pulsa nello stomaco ed esiste a prescindere dalla cattiva digestione del vecchio, pesante continente o di una giovane, fresca noce di cocco.
Mal d’Africa è imparare a perdere tempo scrutando una lucertola dalla testa arancione fare le flessioni.
Mal d’Africa è disegnare con gli occhi il contorno di un baobab che si staglia sullo sfondo del cielo basso e turchese. Mal d’Africa è osservare un meccanico che non sa da dove cominciare a riparare il motore della vostra auto.
Mal d’Africa è emozionarsi davanti a un tramonto breve sapendo che il giorno dopo, comunque andrà, ce ne sarà uno apparentemente identico ma dalle sfumature inedite.
Imparare che non è vero che se non si desidera tutto non si otterrà nulla, che accontentarsi non è sempre una sconfitta e che vivere alla giornata è un buon metodo per aggiornare l’esistenza.
Capire la propria diversità e accettare quella degli altri, in un luogo dove nemmeno quel visionario di Gesù avrebbe potuto affermare che gli uomini sono tutti uguali.
Mal d’Africa è vivere in sintonia con le fasi lunari, con i fusi locali, in serenità con il ciclo vitale e in equilibrio su un ciclo cinese.
Mal d’Africa è capire di non essere capiti e farsene una ragione, è annoiare la noia, impigrire la pigrizia, rincoglionire l’intelligenza e assog-gettarla ai propri ritmi, imprigionare il pensiero e liberarlo con una cauzione eterna che sarà il cuore a pagare, in comode rate stagionali.
Mal d’Africa è un silenzio pagano, un ruggito religioso, uno stato d’arimo.
Il Mal d’Africa, se è quello vero, è un bene incurabile.

Fonte: Freddie Del Curatolo -www.malindikenya.com